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Censis: tv sempre al top. Cresce il web, ma l’Italia rimane fanalino di coda nella broadband.

La televisione non cessa di essere il media complessivamente più diffuso e continua a raggiungere il 97,4% della popolazione. Il web recupera quote e super ala soglia del 50%, ma rimane il digital divide sia interno, tra diverse aree geografice, e con l’Europa e la sua Agenda Digitale.

Sempre più interattivi e alla ricerca di contenuti e  informazioni personalizzate: questi sono gli utenti dei media italiani così come fotografati dal rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese. Un ritratto in chiaroscuro, verrebbe da dire, dove le possibilità offerte dalla diffusione della Rete, soprattutto tra i giovani, continuano ad accompagnarsi a un vero e proprio digital divide rispetto agli altri Stati europei per quel che riguarda la connessione a banda larga,  nonché a uno zoccolo duro di irriducibili dei vecchi mezzi di informazione e di comunicazione.

 

In realtà, la televisione non ha mai cessato di essere il media complessivamente più diffuso. Se nei giorni scorsi vi avevamo parlato dell’epocale inversione di tendenza nel numero di famiglie USA in possesso del piccolo schermo, nel nostro Paese la tv continua a raggiungere il 97,4% della popolazione, seppur con maggiori sfaccettature al suo interno. Il 2011, in primo luogo, ha consolidato il primato del digitale terrestre, ormai a  disposizione di più del 76% degli italiani, ovviamente a scapito dell’analogico (in calo del -27,1%) ma non del satellitare, che si mantiene stabile con circa il 35%. La nuova tendenza consiste invece nel progressivo aumento della fetta di spettatori della web tv, che salgono di due 2,6 punti percentuali fino a toccare il 17,8% della popolazione, mentre rimane di nicchia e saltuaria la fruizione della mobile tv, con valori che non arrivano all’1%.

E se la Rete continua a crescere tra gli spettatori televisivi, il web in generale registra una buona performance. Ll numero dei naviganti supera infatti per la prima volta il traguardo del 50% degli italiani (in crescita del 6% rispetto al 2009), aAnche se ovviamente esiste un abisso tra la porzione degli utenti giovani (87,4%) e quella degli over 60 (circa il15%), nonché tra chi ha un maggiore o minore livello di istruzione, con percentuali rispettivamente del 72 e del 37,7%. Tra gli usi più comuni di Internet, prevale la ricerca di strade e località, seguita dall’ascolto di musica, dall’utilizzo dei servizi di home banking, dallo shopping, dalla prenotazione di viaggi, dalla fruizione di film, dalla ricerca di lavoro e quale strumento alternativo al telefono. La classifica naturalmente appare leggermente diversa se si prende in considerazione le abitudini dei giovani, che al top mettono musica, strade e film.

Il rapporto del Censis ci tiene comunque a sottolineare come tra gli intervistati sia emersa una  certa indipendenza e intraprendenza nel dare forma al proprio personale media mix nonché ai propri palinsesti multimediali, sempre più autogestiti e su misura, basati sulla convivenza e l’integrazione tra i vari canali della comunicazione. Lo rivela ad esempio l’indagine sui processi informativi, che se vede sempre al primo posto il tg come primaria fonte di reperimento delle notizie (lo è per l’80,9% degli italiani), ma registra anche un minore “isolamento” dei notiziari tv. A questi si affiancanonon solo gr e carta stampata, ma anche il web nelle sue molteplici fonti. Tra i giovani, in particolare, è sempre più diffusa la tendenza a informarsi tramite i motori di ricerca su Internet (65,7% ) o Facebook (61,5%), mentre tra in tutte le fasce d’età è in salita l’utilizzo di app per smartphone o tablet, che arrivano al 7,3% di utenza, e di Twitter (2,5%).

Nonostante i trend positivi, l’Italia continua tuttavia a trovarsi al 21° posto in Europa per la diffusione dell’accesso a Internet e per la qualità della connessione, davanti solo a Cipro, Portogallo, Grecia, Romania e Bulgaria. Se l’Agenda digitale della UE prevede che entro il 2013 si arrivi a una diffusione del 100%  della banda larga ed entro il 2020 a uguali cifre per la banda ultralarga, nel nostro Paese i dati mostrano che l’accesso a Internet da casa è diffuso tra appena il 59% delle famiglie che hanno almeno un componente tra i 16 e i 64 anni (rispetto alla media europea del 70%), mentre l’accesso mediante banda larga registra un tasso di penetrazione del 49% rispetto alla media europea del 61%. Tra l’altro con notevoli discrepanze a seconda dell’area geografica: nel centro, infatti, chi si conette in Rete lo fa per la maggior parte tramite broadband (64,7%), così come nei comuni di grandi dimensioni (68%), mentre al sud ben il 15,8% delle famiglie si connette ancora tramite la linea telefonica tradizionale. Per quanto riguarda le mondialità di fruizione della rete, stentano inoltre a decollare tutte quelle diverse dal PC. Il 31,8% della popolazione cercare informazioni sul web attraverso il computer a rete fissa di casa, seguito da portatile con wifi, portatile con accesso alla rete fissa, dal computer di lavoro o da accesso attraverso Internet key. Ancora limitato risulta perciò l’uso di tablet (0,7%) e smartphone (7,3%, come già accennato), ma con numeri che tendono a salire se si prende in considerazione la fascia 14-29.

Più in generale, è da notare come il mercato ad aver avuto la maggior espansione negli ultimi anni sia proprio quello dei telefoni e dei servizi telefonici, aumentato del 492% dal ’90 al 2010, a fronte di un incremento medio dei consumi di 23 punti percentuali. Ma negli ultimi due anni la cavalcata sembra essersi arrestata, forse come effetto della crisi economica, per cui si registra un calo dell’ 8% nell’uso dei cellulari “basic”, non compensato dalla crescita degli smartphone, la cui fruizione è aumentata di appena tre punti percentuali. Per quanto riguarda la spesa per device audiovisivi e computer, la tendenza è risultata pure al rialzo (del 223%) mentre in stato di maggiore sofferenza sono i quotidiani, che dal 2009 hanno perso il 7% dei lettori, e libri e giornali: la spesa per il loro acquisto nell’ultimo decennio è crollata infatti del 20%.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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