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Schermi di qualità a Venezia: presentati i risultati del programma del Mibac a sostegno del cinema d’autore

Quasi 16 milioni di presenze, di cui il 54% registrate dai soli titoli con una valenza culturale. Aumenta così di quasi tre punti percentuali la quota di ingressi nelle sale che partecipano a Schermi di Qualità.

755 schermi iscritti, e concorrenti a 736 premi, per un totale di 15,8 milioni di presenze, pari al 14,8% di quelle totali registrate al box office. Questi i numeri del 2011 di Schermi di Qualità, il programma di sostegno delle sale che orientano il proprio “palinsesto” al prodotto italiano ed europeo con una certa valenza culturale. Nata nel 2004 con il nome di “100 città”, l’iniziativa sostenuta ogni anno dal Mibac è giunta a questa settima edizione con più di un’incertezza riguardo al rifinanziamento da parte del Ministero, che in effetti non è stato ancora stanziato ma su cui, assicura la coordinatrice nazionale Cristina Loglio, sono giunte ampie rassicurazioni. Anche perché, come ha ricordato la Dott.ssa Maria Giuseppina Troccoli della Direzione Generale Cinema alla presentazione tenutasi ieri alla 68. Mostra di Venezia, si tratta di un “progetto speciale, poiché trasversale e non direttamente riconducibile né all’esercizio né alla produzione, ma ad entrambi”.

Protagonista assoluto è infatti il prodotto italiano ed europeo di qualità, che questo particolare tipo di sostegno aiuta a incontrare il proprio pubblico: un target che, secondo la ricerca presentata dal Prof. Gianni Celata dell’Università La Sapienza di Roma, coincide per ampia parte con quello delle sale urbane di prossimità, sempre più a rischio chiusura per l’incalzare dei multiplex e della sfida dell’ammodernamento tecnologico.

“Le cifre dimostrano come maggiori livelli di incassi si possano ottenere quanto più si riesce a far crescere la presenza di film italiani nel box office complessivo – ha specificato Celata e per aumentare la quota di prodotto italiano diventa decisivo il numero delle sale, in particolare di quelle dedicate al cinema di qualità”. L’immediato termine di paragone sono, come sempre, i cugini d’Oltralpe: “I 755 schermi partecipanti all’edizione di quest’anno corrispondono circa al 22-23% di quelli Cinetel, mentre in Francia le sale che garantiscono una programmazione di questo tipo rappresentano il 40% del totale”. E questo sarebbe, secondo Celata, il segreto di quei 200 milioni di biglietti che per l’Italia sembrano un traguardo difficilmente arrivabile.

Secondo lo studio presentato alla Mostra del cinema di Venezia, la priorità – più volte ribadita nei giorni scorsi anche dal presidente dell’Anica Riccardo Tozzi – è aumentare il numero di sale, tanto quelle che intercettano “bacini di mobilità” (i multiplex), quanto i cinema di città in progressiva chiusura. Anche perché, sottolineano i dati presentati da Celata, è lì che molti film italiani ed europei d’autore realizzano consistenti fette dei propri risultati, in particolare quelli definiti “di segmento” (La passione di Mazzacurati in 49,8% giornate di programmazione su schermi di qualità, vi ha realizzato il 56,6% degli incassi) e “difficili” (Into Paradiso e Noi Credevamo di Mario Martone, entrambi con il 62-63% di programmazione, vi hanno ottenuto rispettivamente il 69 e il 65,3% del proprio risultato complessivo), tanto più se si tiene conto della capacità delle sale di prossimità di sfruttare la coda lunga del botteghino.
Fonte: Cineguru

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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