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Il sistema francese: il Cinema è la sala

Si terrà domani, sabato 3 settembre, all’Hotel Excelsior a Venezia in occasione della 68esima Mostra del Cinema un convegno organizzato dalle associazioni dell’esercizio cinematografico con tema “Il Cinema E’ la sala“. Sarà presente in sala Olivier Wotling, direttore cinema del CNC (Centre National du Cinema francese), che ha anticipato alcune dichiarazioni raccolte dal Giornale dello Spettacolo: “Il film da cento…

Si terrà domani, sabato 3 settembre, all’Hotel Excelsior a Venezia in occasione della 68esima Mostra del Cinema un convegno organizzato dalle associazioni dell’esercizio cinematografico con tema “Il Cinema E’ la sala“.

Sarà presente in sala Olivier Wotling, direttore cinema del CNC (Centre National du Cinema francese), che ha anticipato alcune dichiarazioni raccolte dal Giornale dello Spettacolo:

“Il film da cento e più anni si vede al cinema. Le altre visioni sono una copia di quella in sala. E’ in sala che inizia la vita del film, lì deve trovare il suo pubblico, il successo che poi gli consentirà di proseguire ad esistere negli altri mezzi di diffusione . Un film che ha avuto poco riscontro in sala non avrà successo nemmeno in video o in televisione. Il valore che un film avrà per l’intera sua carriera si gioca tutto in sala.”

Un’affermazione netta che è espressione perfetta di quello che è il sistema francese, su cui si fonda il sistema degli aiuti al cinema nel paese. Come dargli torto: sono davvero pochi i flop in sala che poi si trasformano in un grande successo in home video o in tv. Viene in mente il caso americano di Donnie Darko o Fight Club, ma anche in quel caso possiamo parlare di piccoli cult che non hanno poi effettivamente sfondato.

Certo la sala è tenuta in grande considerazione in Francia perché consente la diffusione ampia dei film e, insieme, la varietà dell’offerta. La visibilità garantita dalla sala permette una maggiore produzione e distribuzione, quindi, più sale ci sono, più film si possono immettere sul mercato, e più pubblico si può raggiungere. In televisione il pubblico, invece, si concentra su pochi film, e su quelli di maggior successo commerciale. Quelli più difficili, quelli d’autore, trovano spazio solo in sala. Considerato che il successo o l’insuccesso è determinato dall’uscita nei cinema, noi del CNC abbiamo sempre reputato importante sostenere la sala e la distribuzione dei film nelle strutture cinematografiche. Gli aiuti che gestiamo come CNC sono guidati da uno sforzo particolare a sostegno dei distributori per l’uscita nei cinema, soprattutto dei film più difficili, e da altrettanto impegno, ormai perseguito da oltre 60 anni, per aiutare le sale stesse, quelle nuove e quelle da ristrutturare. Complessivamente i 5.500 schermi delle nostre 2.200 sale sono un obiettivo prioritario della nostra attività perché grazie a loro vogliamo mantenere spazio e buone condizioni per un’offerta al pubblico varia e ampia”.

In Francia le sovvenzioni ai cinema gestiti dal CNC sono “sacre” (nel 2011 sono state di 61 milioni di euro). Ogni anno il sistema viene controllato e sottoposto ad una cinquantina di criteri (ad esempio la quota raggiunta dalla produzione nazionale nel paese e all’estero, premi ricevuti) ed in seguito gli aiuti scattano in modo automatico. Più grande è il successo della sala, e il numero di biglietti venduti, maggiori saranno le sovvenzioni da poter utilizzare per la struttura o per costruirne una nuova.

Ci sono inoltre aiuti selettivi (10 milioni di euro), da cui sono esclusi i grandi circuiti nazionali, per portare i cinema ovunque anche in zone senza una grande offerta cinematografica e vengono utilizzati per creare cinema o ristrutturale sale già esistenti. Altre sovvenzioni non mancano per i cinema d’essai (altri 13 milioni). Per ottenerli bisogna dimostrare al CNC di svolgere attività di promozione, mantenere il rapporto con le scuole e una diversità di offerta, proiezioni in lingua originale e dibattiti, incontri con registi e attori.

Da dove arrivano questi soldi? Provengono dalla tassa sui biglietti, da quella sulle televisioni e da quella sul fatturato dei distributori video e internet. Per questo il bilancio del CNC per il 2011 è di 750 milioni, di cui 250 per il cinema, 250 per la produzione di opere tv e 250 per conservazione e restauro del patrimonio cinematografico, compreso un importante piano di digitalizzazione dei film, ed altri interventi. Dal 1948 gli esercenti versano al CNC l’11% del prezzo del biglietto, ma allo stesso tempo pagano un’IVA ridotta (5.5% e non 19.6%).

Il sistema francese è certamente storico, ma secondo Olivier Wotling potrebbe essere importato anche in Italia almeno il principio che lo sostiene, ispirato alla solidarietà tra i vari settori di una stessa industria. Visto che tutti coloro che pagano le tasse vivono grazie ai film, sarebbe giusto contribuire alla crescita del settore stesso in cui lavorano.

Realtà o utopia? Intanto il numero di spettatori francesi è in forte crescita e negli ultimi tre anni ha superato quota 200 milioni (206.4 milioni lo scorso anno). In Italia, a parità di numero di abitanti, sono stati invece circa 120 milioni nel 2010.

Fonte: IlGiornaleDelloSpettacolo

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