You are here
Home > Cinema > La tecnologia 3D dietro Pirati dei Caraibi Oltre i Confini del Mare

La tecnologia 3D dietro Pirati dei Caraibi Oltre i Confini del Mare

Quando la Disney decise di girare il quarto capitolo della sua saga più redditizia, quella dei Pirati dei Caraibi, non vi erano dubbi che avrebbe proseguito sulla scia dei più importanti kolossal e l’avrebbe prodotto in 3D. Un sospiro di sollievo fu tirato dai fan non solo quando venne annunciato che sarebbe stato girato direttamente…

Quando la Disney decise di girare il quarto capitolo della sua saga più redditizia, quella dei Pirati dei Caraibi, non vi erano dubbi che avrebbe proseguito sulla scia dei più importanti kolossal e l’avrebbe prodotto in 3D.

Un sospiro di sollievo fu tirato dai fan non solo quando venne annunciato che sarebbe stato girato direttamente in 3D, ma anche che avrebbero utilizzato il Fusion 3D Camera System, creato dal regista James Cameron e dal suo socio Vince Pace.

Il Cameron-Pace Group ha infatti creato un nuovo sistema modulare chiamato “X Frame“, che permette di ridurre drasticamente le dimensioni dei supporti di ripresa. Finché erano solo i documentari ad essere girati in 3D non vi erano problemi, ma per riprendere le scene d’azione di un importante kolossal o per ipotizzare le riprese in tre dimensioni di una serie televisiva era indispensabile creare uno strumento maneggevole e meno ingombrante.

Dariusz Wolski, il direttore della fotografia di questo quarto episodio della saga, e il suo team hanno utilizzato appunto il Fusion System della società che integra l’X Frame con le cineprese Red MX per le riprese dell’intero kolossal, che si sono svolte tra Los Angeles, Londra, Puerto Rico e le isole Hawaii.

Ecco alcune parole di Vince Pace:

“Avevano bisogno di strumenti in grado di passare dai grandi teatri di posa alla camera a mano, fino alla Steadicam. Alcune riprese sono state effettuate nella giungla delle Hawaii ed in alcuni punti la strada larga poco meno di un metro. Non c’era modo di portare attrezzature pesanti ed ingombranti sui camion. Abbiamo dovuto organizzare le riprese quasi come fossero parte di un’operazione militare, per tale motivo se avessero portato con sé le attrezzature su un elicottero o trasportate su una spiaggia, cosa che hanno fatto, non sarebbero stati limitati da strutture di supporto di grandi dimensioni.

Ci siamo concentrati proprio sulla riduzione delle dimensioni, per quanto possibile, aumentandone la mobilità e rendendo l’impianto di perforazione abbastanza robusto per gestire quel tipo di ambiente.”

Pace ha spiegato inoltre che la società è ora in grado di configurare Fusion System in modo da arrivare ad essere del 30-40% più piccoli di qualsiasi altro strumento che producevano in precedenza.

Un aspetto interessante da notare è che ogni produzione cinematografica (e non) ha le sue esigenze e la società non intende creare un unico pacchetto base, ma punterà proprio sul fatto di riuscire a fornire un ampio ventaglio di proposte di riprese e configurazioni adatte a qualsiasi necessità. Non nascondono che uno dei loro obiettivi principali è far iniziare ad usare il Fusion System con l’X Frame per le riprese delle serie televisive.

Infatti con i costi delle riprese in 3D in discesa e l’aumento della maneggevolezza delle cineprese l’impatto sulle produzioni tv sarebbe minimo e si potrebbero iniziare a sfruttare più seriamente i milioni di televisori 3D già venduti in tutto il mondo.

Questo sistema di riprese è stato utilizzato anche da Michael Bay per il kolossal Transformers 3, in uscita a fine giugno, mentre attualmente sono utilizzate a Budapest nella produzione di 47 Ronin e sono già state richieste per i principali blockbuster del prossimo anno. Anche le ha scelte per il suo primo film in 3D, Hugo Cabret, in uscita  a dicembre.

Fonte: THR

Top
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI 
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI