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Occhiali 3D: la Consensus Conference della Società Oftalmologica Italiana

A due mesi circa dalla montatura orribile degli Occhiali 3D arrivano i risultati di una Consensus Conference della Sociatà Oftalmologica Italiana che sembra affrontare il problema a tutto tondo e rassicurare tutti gli interessati, anche i bambini sotto i 6 anni (ma maggiore di 2, che tanto al cinema non ci vanno), riproduco qui di…

A due mesi circa dalla montatura orribile degli Occhiali 3D arrivano i risultati di una Consensus Conference della Sociatà Oftalmologica Italiana che sembra affrontare il problema a tutto tondo e rassicurare tutti gli interessati, anche i bambini sotto i 6 anni (ma maggiore di 2, che tanto al cinema non ci vanno), riproduco qui di seguito il testo del comunicato.

CONSENSUS CONFERENCE

Indicazioni per l’utilizzo di sistemi per visione tridimensionale virtuale (3D)

Introduzione

La Società Oftalmologica Italiana (SOI) fondata nel 1879 è un Ente Morale giuridicamente riconosciuto che agisce da oltre 130 anni a difesa della vista. La SOI rappresenta il riferimento istituzionale dei 7000 oculisti italiani. Compito statutario della SOI è “la tutela e salvaguardia della salute visiva della collettività, ispirandosi ai principi della prevenzione, cura e riabilitazione sanciti nelle convenzioni internazionali e nella costituzione italiana in materia di diritto alla salute” (Titolo 1 – Articolo 1 dello Statuto SOI).

La SOI – in seguito alla Circolare del Ministero della Salute del 13 marzo 2010 avente come oggetto “Occhiali 3D per la visione di spettacoli cinematografici”, che regolamenta l’accesso all’utilizzo delle tecnologie 3D – è stata sollecitata da molteplici richieste da parte di istituzioni, organizzazioni e singoli cittadini ad approfondire le potenziali conseguenze dell’utilizzo delle tecnologie 3D sulla popolazione. In risposta a queste richieste, la SOI – seguendo linee guida internazionalmente riconosciute – ha riunito un Panel di Esperti (allegato 1) in una Consensus Conference che ha elaborato le presenti indicazioni sull’adeguato utilizzo di queste tecnologie, strumento utile al confronto con ogni attore istituzionale.

Premessa

Allo stato attuale non esistono indagini su campioni rappresentativi della popolazione generale che valutino gli effetti dell’uso della visione tridimensionale virtuale (3D) sull’apparato visivo o sulla salute in generale. In particolare è opportuno segnalare che:
– non esistono dati sperimentali che possano far ipotizzare che l’osservazione di filmati 3D, basati sulla separazione delle immagini che raggiungono gli occhi, possa essere dannosa per l’apparato visivo o per la salute in generale
– per i tempi di esposizione attualmente più diffusi (inferiori a 3 ore consecutive) sono stati segnalati in soggetti ipersuscettibili esclusivamente episodi di malessere transitorio senza danni irreversibili alla salute.
Dovendo ipotizzare una espansione di questa tecnologia con incremento del numero dei soggetti esposti e del tempo di esposizione a sistemi 3D, diviene necessario individuare – dapprima sul piano concettuale e quindi attraverso indagini su campioni significativi di popolazione – i soggetti ipersuscettibili, cioè chi si ritiene possa avere un maggior rischio di sviluppare segni e sintomi.

Visione tridimensionale virtuale

I filmati visibili in 3D sono realizzati con apposite videocamere dotate di due obiettivi distanti tra loro sul piano orizzontale circa 6 cm. – valore simile alla distanza tra i due occhi – che registrano separatamente le immagini destinate a ciascuno dei due occhi.
Durante la proiezione ogni fotogramma presenta due immagini: una destinata all’occhio destro ed una all’occhio sinistro. Al momento sono utilizzati tre tipi di tecnologia 3D: – Filtri polarizzanti (ad esempio RealD): ogni fotogramma è proiettato attraverso filtri a polarizzazione opposta. L’osservatore indossa occhiali con polarizzazione equivalente. Per preservare la polarizzazione la proiezione avviene su schermi silver screen. Gli occhiali sono economici.
– Filtri che separano lo spettro (ad esempio Dolby 3D): ogni fotogramma è proiettato attraverso filtri passa triplette di lunghezze d’onda non sovrapponenti. L’osservatore indossa occhiali con filtri dotati di proprietà spettrali che permettono a ciascuno dei due occhi di percepire solo le immagini ad esso destinate. Non è necessario nessuno schermo particolare. Gli occhiali sono costosi.
– Sistemi ad otturatore alternato (ad esempio XpanD 3D): i fotogrammi per l’occhio destro e sinistro sono presentati in modo alternato ad una frequenza di circa 60 Hz al secondo. L’osservatore indossa occhiali “attivi” che in risposta ad uno stimolo elettrico sincrono con le immagini presentate lasciano passare alternativamente le immagini per l’occhio destro e quelle per l’occhio sinistro. Questo sistema viene utilizzato negli schermi televisivi con tecnologia LCD (Liquid Crystal Display) e Plasma di ultima generazione.
Tutti questi sistemi richiedono il filtraggio dell’immagine con riduzione della luminosità e del contrasto. A differenza dei film 3D degli anni 50, le tecniche moderne non producono differenze percettive di colore tra le immagini dell’occhio destro e sinistro. Le proprietà temporali di ogni sistema sono diverse, ma nessuno produce un flicker maggiore dei sistemi standard a 2D.
Una ulteriore tecnologia è rappresentata dagli HMD (Head Mounted Display) dove sostanzialmente lo schermo è montato direttamente sugli occhiali e ciascuna “lente” è un piccolo schermo a cristalli liquidi che riproduce immagini diverse per ciascun occhio. A questi apparecchi sono solitamente associati dei sensori di movimento per cui quando si muove la testa anche l’ambiente grafico visualizzato sugli schermi ruota concordemente. Questa “realtà virtuale” è utilizzata anche in ambito lavorativo e per tempi solitamente prolungati.
L’evoluzione della tecnologia 3D va verso l’abolizione dei sistemi di filtraggio da applicare davanti agli occhi mediante la realizzazione di sistemi olografici che, attraverso la sovrapposizione di più schermi, possa fornire immagini tridimensionali.

Apparato visivo e visione tridimensionale

Per poter leggere le tre dimensioni reali l’apparato visivo umano è dotato di una serie di sistemi che consentono la completa cooperazione tra i due occhi – perfetta integrazione delle immagini avviate al cervello da ciascuno di essi attraverso la fusione binoculare e la sincinesia accomodazione convergenza – ed il sistema labirintico e propiocettivo. Il funzionamento ottimale di questo sistema consente la visione stereoscopica. Se la cooperazione tra i due occhi è imperfetta o viene interrotta si riduce o si perde la stereoscopia. Se si dissocia la via visiva da quella labirintica e propiocettiva compaiono le chinetosi.
Nelle tre dimensioni virtuali si interrompe la sincinesia accomodazione/convergenza in quanto mentre l’accomodazione rimane stabile per la posizione fissa del piano dello schermo, la convergenza viene stimolata dal movimento e dalla sensazione di profondità. Non sono segnalate in letteratura alterazioni oculari permanenti causate dall’interruzione di questo meccanismo. Allo stesso tempo si verifica la dissociazione tra canale visivo e canale labirintico/propiocettivo con possibile comparsa di fenomeni chinetosici.

La fusione binoculare si instaura e consolida tra i 3 ed i 6 mesi di vita. La stereoscopia diviene assimilabile a quella di un soggetto adulto ad 1 anno di vita. Tra gli 11 ed i 18 mesi tutte le funzioni visive raggiungono la maturità. Per queste ragioni i test più comunemente utilizzati nei bambini più piccoli per l’individuazione di anomalie della visione binoculare sono gli stereogrammi.
Effetti della visione tridimensionale virtuale sull’apparato visivo
Dopo il compimento di due anni di vita, nei soggetti sani, si deve ritenere perfettamente consolidata la fusione binoculare, la stereopsi e la sincinesia accomodazione/convergenza. Allo stato non è possibile ipotizzare effetti negativi sull’apparato visivo da visione tridimensionale virtuale.

L’eventuale disagio sensoriale che si può accompagnare alla visione tridimensionale virtuale è causato dalla incongruità tra informazione sensoriale visiva e informazione sensoriale labirintico- propiocettiva. L’occhiale che fa apparire tridimensionali le immagini proiettate bidimensionali sullo schermo non danneggia la vista e l’eventuale malessere dei soggetti ipersuscettibili è una “motion sickness” che si risolve immediatamente con la semplice chiusura di un occhio o interrompendo la visione 3D togliendo gli occhiali.

E’ utile osservare che la visione di filmati in 3D non deve essere sconsigliata poiché può svolgere un importante ruolo nella diagnosi precoce di anomalie della visione binoculare che a questa età possono trarre notevole vantaggio dalle terapie. Infatti, i soggetti con anomalie della binocularità rilevanti non avranno visione tridimensionale virtuale, mentre quelli con alterazioni lievi della binocularità – che non sono in grado di produrre effetti nella visione tridimensionale reale – potranno avere la comparsa di sintomi che, comunque, si interromperebbero con la semplice rimozione degli occhiali.

Nei soggetti con anomalie della binocularità ben compensate e nei soggetti sani la visione di filmati 3D può essere consigliata senza limitazioni. Nei soggetti con anomalie della binocularità non ben compensate possono comparire disagi durante la visione di filmati 3D che comunque scompaiono rapidamente con la rimozione degli occhiali. Si lascia alla sensibilità di ogni singolo individuo la opportunità di proseguire la visione dei filmati in 3D.
E’ comunque consigliabile, per i soggetti che durante la visione di filmati 3D avessero avuto disturbi, sottoporsi ad una visita medica oculistica in quanto i disturbi potrebbero essere il segno di una patologia non ancora diagnosticata a carico dell’apparato visivo o del sistema labirintico- propiocettivo.

Norme di utilizzo degli occhiali per la visione tridimensionale virtuale

Aspetti igienico-sanitari Sarebbe auspicabile che l’occhiale per la visione tridimensionale virtuale fosse personale come l’occhiale da vista. Tuttavia, a causa della mancanza di un sistema standard per la visione 3D, ancora per alcuni anni ogni sistema di visione 3D necessiterà del suo specifico occhiale. I costi degli occhiali “attivi” LCD per la visione 3D rendono poco probabile l’utilizzo di occhiali monouso. Questi occhiali non possono essere sanificati per immersione in liquidi disinfettanti o in acqua; potrebbero essere sanificati con disinfettanti gassosi ma con procedure troppo complesse e di difficile gestione. Notiamo che il problema della bonifica prima del riuso di occhiali attivi non è stato nemmeno posto in altri Paesi. Ciò indica un ben limitato timore di cross-infection. In effetti, non si provvede nemmeno alla bonifica di auricolari e microfoni utilizzati nelle sale congressi per la traduzione simultanea o per il “televoto”, così come non è prevista una bonifica di tastiere dei computer o dei touch screen negli aeroporti o in tanti altri contesti pubblici e, in particolare, non si provvede alla bonifica degli occhialini di prova che vengono utilizzati in tutti gli ambulatori oculistici pubblici e privati per l’esame della vista, senza che siano mai stati segnalati problemi di disseminazione di infezioni oculari. Dal che, a buon senso, si può derivare il concetto che una pulizia degli occhiali con un fazzolettino detergente o disinfettante da parte del nuovo spettatore dovrebbe essere più che sufficiente a scongiurare la trasmissione di infezioni oculari. I soggetti sottoposti di recente ad interventi di chirurgia oculare è consigliabile che ricevano indicazioni dallo specialista oculista di fiducia sulla opportunità di utilizzare la visione tridimensionale virtuale ed i necessari occhiali.

Gli occhiali per la visione 3D filtranti devono essere indossati solo da seduti; è sconsigliato muoversi indossando questi occhiali. L’uso dell’occhiale per la visione tridimensionale virtuale deve avvenire sempre insieme all’eventuale occhiale da vista.

Avvertenze d’uso di occhiali per la visione tridimensionale virtuale

In base a quanto illustrato si riportano sinteticamente le principali avvertenze d’uso di occhiali per la visione 3D:
– prima di indossare qualsiasi occhiale non strettamente personale è consigliabile che venga pulito con fazzolettini detergenti/disinfettanti
– prima di alzarsi dal posto è consigliabile togliersi gli occhiali per la visione 3D
– se l’occhiale per la visione 3D viene usato senza le necessarie prescrizioni di occhiali da vista o lenti a contatto, può comparire affaticamento oculare anche dopo pochi minuti di
visione
– se compaiono disturbi agli occhi o sensazione di malessere generale togliere gli occhiali per la visione 3D; normalmente i disturbi passano rapidamente
– se si è stati operati di recente agli occhi è necessario chiedere al proprio oculista di fiducia se si può utilizzare la visione 3D ed i relativi occhiali.

Individuazione di ipersuscettibili oftalmici alla visione 3D

La SOI ha predisposto un modulo riservato ai medici oculisti con il quale rilasciare ai pazienti che si sottopongono a visita oculistica una attestazione di assenza di controindicazioni oftalmiche all’uso di sistemi di visione 3D (allegato 2). Questo approccio permette di individuare la presenza di condizioni oculari che possano favorire la comparsa di sintomatologia.

PANEL ESPERTI CONSENSUS CONFERENCE

Dott. Matteo Piovella – Presidente Presidente dalla Società Oftalmologica Italiana Segretario della Associazione Sindacale Medici Oculisti e Ortottisti Italiani

Prof. Pasquale Troiano – Coordinatore Clinica Oculistica Università di Milano Fondazione Policlinico IRCCS Presidente del Comitato Tecnico Scientifico della Società Oftalmologica Italiana

Prof. Daniel Adams Assistant Professor of Ophthalmology, University of California – San Francisco

Prof. Costantino Bianchi Vicepresidente della Società Italiana di Ottica Fisiopatologica Consigliere della Associazione Sindacale Medici Oculisti e Ortottisti Italiani

Prof. Paolo Emilio Bianchi Direttore Clinica Oculistica Università di Pavia – Esperto di

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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