Di certo non per motivi cinematografici, ma stranamente al cinema non sempre i motivi cinematografici sono quelli che contano se si vuole fare l’interesse del sistema. E l’interessa del sistema è l’interesse di tutti anche dei più piccoli e meno potenti.
Si a Moccia perchè incassa, ma non solo. Anche i panettoni di De Laurentiis incassano e anche Pieraccioni, ma loro non sono capaci di fare mercato, non sono stati capaci di trovare un pubblico e sfruttarlo a più livelli dando vita (involontariamente nel caso del figlio di Pipolo) ad un filone redditizio e addirittura dotato di una certa qualità sia produttiva che (insospettabilmente) cinematografica.
Non è ancora ben chiaro perchè, ma dall’ormai seminale 3 Metri Sopra il Cielo il cinema giovanilistico-moccioso è aumentato non inseguendo tanto le direttrici della massimizzazione dei guadagni (come fanno gli altri esempi di altri campioni di incasso) ma seguendo quelle di un miglioramento dello standard e dell’allargamento della produzione.
Nel nostro paese (e in tutta Europa) esiste molto la mentalità che ciò che incassa vale poco (al contrario degli Stati Uniti dove chi incassa è, a prescindere, incensato come un grande cineasta) ma incassare non è semplice, perchè detto in soldoni, fare soldi non è mai semplice. Incassare realizzando prodotti onesti e dignitosi ancora meno, perchè oltre ai valori primari extra-cinematografici (quelli utili ad assicurare il successo) occorre badare anche a quelli secondari cinematografici. E questo ha degli effetti.
Con la scusa del pubblico preadolescenziale (e in qualche modo poi anche adolescenziale e postadolescenziale) arrivano in sala pellicole più audaci, scritte con voglia di osare e con stratagemmi di genere che garantiscano un risultato comunque in linea con le aspettative del pubblico pagante.
Si incanala la creatività nei binari di un sistema industriale pieno di vincoli e maschere fisse, un sistema che a saperlo sfruttare non regala tanto capolavori ma un livello medio invidiabile. Nulla di nuovo, l’abbiamo già fatto in passato e anche meglio di così ma appunto erano decenni che non si rivedeva un simile tipo di audacia e copiosità produttiva.
Questa mentalità un po’ più audace (a livello formale e appunto di valori produttivi) si riverbera poi anche su altre pellicole non necessariamente adolescenziali come Solo Un Padre, diretto da Luca Lucini (ex-3 Metri Sopra il Cielo) e assolutamente più in linea con le commedie all’americana o alla francese che con le nostre, capace di usare un cast non particolarmente dispendioso in maniera intelligente e senza pretese. Il risultato è un prodotto che non incassa come Manuale D’Amore ma che è produttivamente più sostenibile (e ripetibile!) e che si ripaga e come!
Escono così commedie demenziali come Ti Stramo, quasi uno spinoff dal genere tradizionale della commedia adolescenziale e anche un noir come Cemento Armato, esempi unici nel nostro cinema degli ultimi 10 anni almeno di film di tale genere a budget medio alti.
Certo non mancano exploit peggiori come Albakiara, Scrivilo Sui Muri e paradossalmente proprio i film diretti dal vate Moccia, ma in un sistema virtuoso il cinema più cattivo è comunque una parte integrante e necessaria. E se tanto i film di Moccia incassano comunque (grazie anche a casting più potenti e mirati) quelli che sono dei totali fallimenti (come Albakiara o Cemento Armato) non possono non essere considerati esempi di una volontà di osare un po’ di più. Non un cambio di paradigma ma qualcosa di positivo.
Ecco perchè dico si a Moccia: perchè dalle sue “opere” e da un filone che non possiamo non ricondurre a lui primariamente è nato un settore di mercato che non sarà il più artisticamente valido del nostro panorama ma sicuramente è il più produttivamente vivace. E questo è un bene.