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Distribuzione digitale: Italia vs. UK

Ormai non c’è alcun dubbio sulla crescente importanza dell’online nel sostenete il mercato dell’home entertainment, ma c’è un differenza notevole tra i contesti in cui lo streaming ad abbonamento e l’abitudine a questo modello di consumo è arrivata prima e quelli che si stanno aprendo solo adesso alla rete quale canale per l’offerta lecita di contenuti…

Ormai non c’è alcun dubbio sulla crescente importanza dell’online nel sostenete il mercato dell’home entertainment, ma c’è un differenza notevole tra i contesti in cui lo streaming ad abbonamento e l’abitudine a questo modello di consumo è arrivata prima e quelli che si stanno aprendo solo adesso alla rete quale canale per l’offerta lecita di contenuti audiovisivi. La misura del distacco la si può avere confrontando ad esempio Regno Unito e Italia: secondo l’istituto di ricerca Futuresource, il ramo  digital inglese nel 2014 è cresciuto del 55% portando il comparto alla “maturità” e a un valore di 600 milioni di sterline, cioè 4 volte quello del 2011. Da noi, di contro, i dati recentemente rilasciati da Univideo parlano di un incremento del 38,9% per un fatturato di appena 25 milioni di euro (contro i 18 dell’anno precedente).
presentazione_rapporto_univideo_2015

Nonostante l’aumento sia apprezzabile, il comparto digital conta ancora solo per il 7,1% del business dell’home video e non è riuscito a sostenerne complessivamente le sorti: anche l’anno passato si è concluso infatti con un segno negativo, pari a 2,8 punti percentuali. C’è però da dire che l’analisi di Univideo non tiene conto dello streaming ad abbonamento, o SVOD, ma solo di TVOD (transactional video on demand, inteso come noleggio temporaneo di film e serie tv online) ed EST (electonic sell-through, cioè l’acquisto di contenuti audiovisivi in rete). A rimanere tagliato fuori è perciò un intero comparto, che magari in Italia è ancora agli albori e ha conosciuto la prima spinta propulsiva proprio l’anno scorso, con l’apertura delle piattaforme online di Mediaset e Sky, ma che costituisce il fattore trainante del mercato in quasi tutti i territori più sviluppati.

rapporto_univideo_2015 film più venduti

Senza tirare in ballo gli USA, nel corso del 2014 nel Regno Unito lo SVOD ha raddoppiato il proprio volume d’affari, raggiungendo i 350 milioni di sterline e una quota di oltre il 50% di tutto il ramo digital, senza per questo impedire la crescita del transactional, cui è spettato comunque un bel +30%. A sostenere tale crescita è stato anche nel caso britannico l’aumento della disponibilità di banda e le conseguenti migliorie nella qualità dell’offerta degli operatori e in particolare di Netflix, il leader internazionale del ramo subscription.

rapporto_univideo_2015 vendita dvd e blu-ray

Con lo sbarco nel nostro Paese di questo operatore anche il panorama italiano sembra infine destinato a smuoversi, magari cominciando proprio da una necessaria rendicontazione del ruolo svolto da questo tipo di servizi nella filiera audiovisiva, da noi evidentemente ancora arroccata in vecchie “fortezze” del profitto. Il fatturato della vendita e del noleggio di DVD e Blu-ray però nel 2014 ha continuato a perdere, seppur in misura diversa (rispettivamente lo 0,9 e il 10,9%) e necessitano perciò sempre più chiaramente del supporto del digital per riportare al più presto in positivo il mercato.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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