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Netflix in Europa con MGM, mentre il VOD cresce a ritmo del 35% l’anno

Spopola il VOD, che nel 2015 dovrebbe raggiungere un valore di più di 21 miliardi di dollari e il 6% del mercato video globale. Intanto Netflix prepara lo sbarco in Gran Bretagna e Irlanda forte della partnership con MGM.

Il crollo di mercato e di utenze non ha affossato il portale di video on demand, che continua a perseguire la propria politica espansionistica verso i lidi europei. Se era già noto il piano di portare il suo servizio di streaming nel Regno Unito e in Irlanda, ora il progetto sembra assumere lineamenti più concreti con l’annuncio di un accordo con la major Metro-Goldwyn-Mayer, pronta a cedere per diversi anni i diritti esclusivi di noleggio online perfino di titoli freschi freschi di distribuzione theatrical.

Aggiudicarsi le library non è stato finora troppo difficile per Netflix, che su questo fronte ha già in mano un’importante intesa con Miramax. Ma con  il listino MGM, la compagnia californiana si  potrebbe trovare in catalogo alcune nuove uscite incredibilmente attese: come ricorda The Wrap, la major ha infatti in portfolio entrambi i prequel del Signore degli Anelli (The Hobbit: An Unexpected Journey e The Hobbit: There and Back Again) e il film tratto dalla serie tv 21 Jump Street. Per non parlare del prossimo capitolo di James Bond, Skyfall, di cui non è ancora chiaro l’approdo o meno nell’online inglese e irlandese tramite Netflix. MGM finora ha cercato di superare il proprio stato critico puntando sulla riscoperta dei suoi grandi titoli di catalogo, tra cui compaiono capolavori come Capote, Fargo e West Side Story, ma la decisione di includere “alcune delle nuove uscite” nell’offerta europea di Netflix, dà al portale una marcia in più assolutamente necessaria per affrontare la sfida di penetrare in un nuovo mercato.

Anche se si tratta di un mercato estremamente florido come quello del VOD: la società di consulenza IDATE ha infatti appena rilasciato un rapporto riguardo al settore dei video online, che dal 2010 starebbe registrando una crescita annua del 35%, con la concreta possibilità di raggiungere un valore di 21,7 miliardi di dollari entro il 2015 e di conquistare una fetta del 6% del mercato video complessivo.

Il report è segnalato da Advanced-television.com, che fornisce anche maggiori dettagli riguardo a questo dato integrato distinguendo, in particolare, il mercato dei cosiddetti CDN (Content Delivery Network) dal consumo di contenuti audiovisivi via web: un settore, quest’ultimo, sovradimensionato a causa della peculiarità dell’online USA, in cui prevalgono servizi on demand su modello Netflix o Apple, e in seconda battuta delle pay tv. È l’elevato uso di VOD da parte dei consumatori americani a spingere dunque un mercato che raccoglie più del 52% delle risorse generate dalla fruizione di video via internet, che comunque ormai fa parte delle attività irrinunciabili per gli utenti del web. Lo studio di IDATE mette in luce come nei Paesi a sviluppo avanzato, l’80% dei naviganti guardino regolarmente contenuti audiovisivi online, con una netta  preferenza per quelli gratuiti messi a disposizione da portali sul genere di YouTube o DailyMotion. Queste visualizzazioni rappresentano il 78% del totale, ma sono in crescita anche le clip postate su siti specializzati come AlloCiné, o sui social network come Facebook, o ancora proposte in forma di catch-up TV.

Ciò che più conta, tuttavia, è la netta prevalenza dello streaming rispetto al P2P, ormai ben rimpiazzato dal VOD, e alle trasmissioni live,  usate soprattutto per eventi e competizioni sportive. Quello che emerge con maggior chiarezza è tuttavia la preferenza per i contenuti gratuiti, non importa se legali o illegali, che assottigliano i margini del VOD a pagamento e, secondo IDATE, rendono ancora  incerto il modello di business, compreso quello di realtà apparentemente consolidate come Netflix.

Nonostante i maggiori consumatori di video online siano i giovani, a sottoscrivere servizi pay risultano soprattutto gli utenti di mezza età. Anche le abitudini di consumo sono da tenere in considerazione per le sostanziali differenze rispetto alla TV tradizionale: il VOD infatti viene fruito prevalentemente da soli (soprattutto se gratuito) e spesso in modalità multitasking, cioè usando in contemporanea Facebook, chat e talvolta perfino la stessa televisione.

 

Fonte: The Wrap, Advanced-television.com

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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