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Sky investe nel VOD asiatico, nello sport in streaming e sul mercato italiano

“L’Italia può diventare una Hollywood europea”: così l’AD Zappia annuncia 7 miliardi di investimenti nel nostro Paese, mentre all’estero il gruppo punta sullo sport on demand e sullo streaming nel nascente mercato asiatico.

Giorni caldi per Sky, la pay-tv satellitare controllata dal gruppo di Rupert Murdoch attiva in Gran Bretagna, Germania e Italia. In poche ore sono stati infatti annunciati una serie di investimenti strategici a livello globale che indicano la rotta intrapresa della compagnia per rispondere alle sfide di convergenza, concentrazione e OTT: da quelli nello SVOD sud-asiatico, allo streaming degli eventi sportivi negli USA fino alle novità del mercato nostrano, dove da l 2017 arriverà il decoder Sky Q già lanciato in terra inglese.

Cominciamo dallo scenario globale: con 45 milioni di dollari, di cui 2,5 milioni spesi nell’acquisto di azioni della società, Sky entra ufficialmente in iflix, la tv on demand attiva dallo scorso maggio in Malesia, Tailandia e Filippine, con mire di espansione in tutto il Sud Est asiatico. Con un modico abbonamento mensile, la piattaforma consente ai suoi utenti di fruire via streaming  di  decine di migliaia di ore di contenuti cinematografici, sia hollywoodiani che locali, nonché di serial provenienti da tutta l’area asiatica. Al momento ha all’attivo circa 1 milione di abbonati.

Negli Stati Uniti l’emittente ha partecipato, insieme a 21st Century Fox,  allo stanziamento di fondi per l’espansione di Fubo TV. Si tratta di un servizio con sede a New York che per 9,99 dollari al mese offre la visione in live streaming di partite di calcio e altri eventi sportivi, grazie ad accordi con gruppi quali Univision, Pivot e Revolt Media & TV. In tutto si tratta di una quindicina di network che hanno ceduto alla piattaforma i diritti online per le proprie esclusive sportive, un “terreno di gioco” caldissimo su cui si deciderà parte del futuro del video on demand. Per Sky l’argomento è una nota dolente nel Regno Unito, dove British Telecom ha deciso di rilanciare il proprio servizio di IPTV (o internet tv) proprio facendo concorrenza al colosso della pay-tv sui diritti sportivi. Negli Stati Uniti a quanto pare quello che si sta cercando non è un conflitto a suon di aste, bensì un’integrazione con i soggetti che hanno già mosso i primi passi nel settore. Fubo Tv conta infatti circa 40 mila utenti, ma paradossalmente non è previsto che ottenga di ritrasmettere anche le partire di Sky e i vari contenuti a tema sport di 21st Century Fox. Il contributo in questo caso è stato di 6 milioni di dollari per ciascuna delle due controllate del gruppo Murdoch.

Passando infine all’Italia, è stato l’AD Andrea Zappia ad annunciare, in un’intervista a Repubblica, l’arrivo di 7 miliardi di euro di investimenti nel nostro Paese, dove l’azienda vede ancora margini di sviluppo per la pay-tv. I fondi saranno stanziati lungo l’intera catena audiovisiva, ma con l’obiettivo dichiarato di raddoppiare le produzioni originali e arrivare almeno a un nuovo titolo al mese tra quelli “made in Italy” e quelli provenienti dagli altri mercati in cui è operativo il gruppo. Il manager si spinge addirittura a dire che il nostro Paese potrebbe diventare una sorta di “Hollywood europea”, capace di realizzare prodotti come Gomorra vendibili in in 120 territori diversi. Per quanto riguarda i rumor sulla possibile alleanza Mediaset-Vivendi, Zappia riconosce l’accorpamento come uno dei processi che stanno ridefinendo il settore media in tutto il continente, dove ad esempio Canal Plus (sempre guroppo Vivendi) ha inglobato BeIN, compagnia del Qatar specializzata in diritti sportivi. Tornando a Sky, invece, l’AD ha segnalato il 2017 come data di lancio anche in Italia di Sky Q, il nuovo decoder che permetterà a tutti i dispositivi domestici di interagire nell’ambito di un solo abbonamento, rendendo più flessibile la fruizione di tutti i contenuti veicolati dall’emittente.

 

Fonte: Variety, Company TownRepubblica

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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