You are here
Home > Box Office > Box Office Italia > Il box office cinese cresce ancora, ma come conquistarlo?

Il box office cinese cresce ancora, ma come conquistarlo?

Continua a espandersi il mercato cinematografico della Repubblica Popolare, in aumento del 47% anche a gennaio, ma ancora imbrigliato dai tanti divieti imposti alle produzioni straniere. Con film come Kung Fu Panda 3 che riescono a uscire durante le feste solo grazie a strategie di distribuzione particolarmente accondiscendenti, compresa un’uscita in versione cinese nei cinema americani.

Il 2016 è cominciato nuovamente all’insegna del rialzo per il botteghino del Celeste Impero. Con 583,4 milioni di euro incassati, infatti, il mese di gennaio ha segnato un +47,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in linea con l’incremento complessivo del 48% registrato a fine 2015. Confermando tale ritmo di crescita la Cina si candida a superare il Nord America quale primo mercato cinematografico al mondo non più tardi del 2017, con più di un grattacapo per le  major in cerca di strategie sempre più complesse per vincere “la guerra d’Oriente”. Ultimo esempio in ordine cronologico è Kung Fu Panda 3, uscito lo scorso weekend in due versioni, di cui una ri-animata appositamente per adattarsi alle movenze della lingua locale, e balzato come previsto in cima alla classifica dei migliori esordi per un film di animazione nei cinema cinesi.

china-3d-movies-box-office

Considerando le prevendite, il film ha debuttato con il corrispettivo di 58,2 milioni di dollari, cioè più del totale USA, fermo a 41 milioni. Secondo le previsioni non andrà però molto oltre i 115 milioni complessivi, senza rimanere perciò negli annali del box office, e tutto questo nonostante una strategia fortemente incentrata sul Paese asiatico sin dalla scelta della data di uscita, il 29 gennaio, in prossimità del capodanno cinese. In molti altri stati europei, tra cui l’Italia, l’ultimo film della DreamWorks Animation uscirà invece a marzo, con oltre un mese di distanza, evitando così lo scontro diretto con il disneyano Zootropolis e sottolineando al contempo il cambiamento in atto nella lista di priorità di molte major hollywoodiane. Ma se un franchise da sempre apprezzato dal pubblico orientale, incentrato su due capisaldi della cultura cinese come il panda e il kung fu, non riesce a diventare una grande hit nei cinema locali, qual è la formula perfetta per sbancare nel Celeste Impero?

Il problema non è puramente artistico o di mercato: di sicuro sempre più blockbuster strizzano in qualche modo l’occhio agli spettatori della Repubblica Popolare, alcuni perfino con inserti e scene aggiuntive distribuite esclusivamente a livello locale (famoso a questo riguardo il caso di Iron Man 3, con alcune sequenze di azione realizzate con star cinesi e destinate esclusivamente a quel territorio). Il grande problema di Hollywood – e la fortuna per i mercati europei –  rimangono le continue strozzature imposte dal Governo, che vanno ben oltre il tetto annuale di 34 titoli importabili sugli schermi cinesi. Come ha spiegato approfonditamente Deadline in un articolo dedicato al tema, durante ogni annata cinematografica si verificano dei veri e propri “blackout” di cinema straniero, imposti dalle autorità per permettere alle produzioni nazionali di conquistare il mercato. Alcuni sono noti e prevedibili, come quelli relativi alle vacanze e alle maggiori festività del calendario cinese: il motivo per cui Kung Fu Panda 3 riuscirà a sfruttare la finestra del capodanno lunare è che si tratta della prima co-produzione animata Cina-USA, distribuita nel Paese dalla Oriental DreamWorks, joint venture dello studio di Katzenberg con China Media Capital e Shanghai Media Group. Nell’ottica di una bilateralità fortemente cercata dal Governo della Repubblica Popolare, inoltre, è stato anche il primo film a uscire nei cinema americani (ovviamente pochi e ben selezionati)  anche doppiato o sottotitolato in mandarino, mossa per altro resa meno difficile dal fatto che il secondo circuito americano, AMC Entertainment, è dal 2012 sotto il controllo del colosso cinese Dalian Wanda (da poco divenuto proprietario anche della casa di produzione Legendary).

Lo sforzo produttivo e promozionale sostenuto da DreamWorks per realizzare una versione potremmo dire “Chinese-oriented” dell’ultimo capitolo del suo franchise, sarà dunque ripagato in prima battuta dalla possibilità di sfruttare un periodo particolarmente propizio per il botteghino orientale ma solitamente precluso ai film Made in USA, con risultati che saranno interessanti da verificare. Il problema di Hollywood, tuttavia, va anche oltre questi stop comandati dallo Stato: i cosiddetti blackout, infatti, possono infatti allungarsi all’improvviso a seconda delle performance al botteghino delle produzioni locali, con il risultato di concentrare tutti i blockbuster in periodi più corti del normale, in cui finiscono per fagocitare gli incassi l’uno dell’altro. E’ successo ad esempio l’estate scorsa, quando il blocco è stato esteso di diverse settimane per favorire i “campioni cinesi” come Pancake Man, Monkey King: Hero Is Back Monster Hunt, che è riuscito a scalare le classifiche annuali grazie a una tenitura di 60 giorni, pari al doppio  di quella concessa a un film hollywoodiano. Anche nei periodi in cui le major riescono a portare i loro titoli sul grande schermo, il numero di copie tende a subire brusche variazioni a seconda dell’andamento dei titoli nazionali, mentre sono saltati fuori più volte veri e propri scandali in merito alla falsificazione del box office dei film cinesi, pompato anche a scapito di quelli americani. Sembra addirittura che all’uscita di Terminator: Genisys, alcuni spettatori siano stati forzati ad acquistare il biglietto del lungometraggio di propaganda The Hundred Regiments Offensive, salvo poi ottenere la “concessione” di entrare nella sala del film americano di loro scelta. Il danno di tale truffa per Paramount è stato stimato in 10 milioni di dollari, ma alla fine l’ultimo Terminator ha comunque guadagnato più in Cina che in patria (113 milioni di dollari contro 90), tanto da non provocare alcune protesta ufficiale da parte della major.

20152016-Daily-Comparison

Attualmente il gioco imposto dal Governo cinese vale dunque la candela, e gli studios sembrano dividersi tra chi attende che il mercato si sblocchi spontaneamente grazie alle pressioni degli operatori locali e chi, come DreamWorks, si sta già impegnando per trovare contenuti che si sposino meglio con le complesse regole della Repubblica Popolare ( ma non necessariamente con i gusti del suo pubblico). Di sicuro le buone notizie per Hollywood ci sono in ogni caso: la prima è che il box office continua a crescere nonostante le recessioni finanziarie, la seconda è che, essendo ancora imbrigliato nelle maglie del regime, probabilmente è ancora molto lontano dall’esprimere tutto il proprio potenziale.  A quanto pare, infatti, le autorità locali stanno cercando di controllare anche la crescita del mercato cinematografico mantenendola intorno al 30% annuo, lasciando spazio ai blockbuster statunitensi quando i risultai si allontano da quelli sperati e c’è bisogno di fare cassa. Il +47,2% registrato a gennaio 2016, non a caso, è stato prodotto soprattutto da film cinesi, mentre la quota di mercato USA si è fermata al 29%. Nel 2015 è stata complessivamente del 38,4%, in netta diminuzione rispetto a quella dell’anno precedente, quando contava per quasi la metà del botteghino.

Chi rischia di rimanere pericolosamente indietro in questo gioco sono di contro i Paesi Europei, che non solo – presi singolarmente – esprimono cifre molto più basse ma che al momento non trovano nella Cina nemmeno terreno fertile per i rispettivi prodotti nazionali,  surclassati dai tanti film americani dal budget plurimilionario in coda per accaparrarsi una fetta del botteghino, in piena esplosione anche tra paletti e incertezze.

 

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
Top
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI 
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI