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Fusione AT&T e Direct TV: nasce il colosso n.1 della pay-tv USA

Continua l’attrazione fatale tra telco e media, altrimenti nota come convergenza: dopo quasi un anno di scrutinio, la Commissione Federale USA per le comunicazioni ha dato l’ok alla fusione tra la storica compagnia telefonica AT&T, secondo provider di connessione wireless del Paese, e la principale emittente satellitare, Dish TV. Un sodalizio che darà vita a un gigante…

Continua l’attrazione fatale tra telco e media, altrimenti nota come convergenza: dopo quasi un anno di scrutinio, la Commissione Federale USA per le comunicazioni ha dato l’ok alla fusione tra la storica compagnia telefonica AT&T, secondo provider di connessione wireless del Paese, e la principale emittente satellitare, Dish TV. Un sodalizio che darà vita a un gigante da 26 milioni di abbonati a livello nazionale e altri 19 milioni in America Latina, vale a dire il primo operatore di pay-tv degli Stati Uniti d’America, in grado di concorrere con altri colossi attivi nella fornitura congiunta di cavo, banda e contenuti culturali come Comcast (proprietaria anche di NBCUniversal).

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In un mercato sempre più saturo dal punto di vista dell’offerta di servizi di telefonia, nuove partnership tra TLC ed emittenti di vario tipo (cavo, satellite e video on demand) stanno fiorendo ovunque nei contesti industriali avanzati. In Italia ne sono esempio accordi come quello stretto tra Sky e Telecom per unire in un unico abbonamento e all’interno di un unico device, il modem, l’offerta delle due compagnie. Oppure ancora l’intesa stretta tra Mediaset e Vodafone per rendere disponibile parte dei programmi di Premium agli utenti dell’operatore mobile.

Il caso di AT&T è ovviamente più radicale, trattandosi di un’acquisizione da 48,5 miliardi di dollari che ha superato le preoccupazioni della Commissione Federale solo tramite l’accettazione, da parte della telco, di condizioni stringenti a garanzia della concorrenzialità di questo “matrimonio”. L’azienda, infatti, oltre a impegnarsi a mantenere una rigorosa net neutrality, cioè pari condizioni di accesso alla rete internet anche per i servizi rivali nell’offerta di video on demand, ha anche garantito che intraprenderà una politica speciale di prezzi per clienti in condizioni economiche disagiate, scuole e librerie, mantenendo per questi soggetti tutelati la possibilità di sottoscrivere un abbonamento alla sola connessione internet senza unirvi per forza un pacchetto più costoso, comprensivo di cinema, sport e serie tv.

Da notare, inoltre, come la fusione di AT&T e Dish TV non abbia sollevato gli scudi di Netflix e altri servizi concorrenti, che pure si erano fermamente opposti a un’altra ipotesi di accorpamento, quella cioè tra Comcast e Time Warner Cable, con cui la prima avrebbe accresciuto ancora di più la propria leadership nelle trasmissioni via cavo e quale provider di banda. Riguardo a questa nuova operazione i possibili concorrenti si sono invece limitati a chiedere il rispetto del principio di neutralità e apertura della rete, e in particolare l’assicurazione che non verranno stabiliti sovraccosti per mantenere la qualità dello streaming, neppure nei momenti di picco.

Per quanto di minor portata, tuttavia, anche l’unione di AT&T e Dish TV si presenta come il tassello di un nuovo quadro del mercato media e comunicazione: quadro di cui si cominciano appena ora a delineare i tratti salienti  e le potenziali criticità.

 

Fonte: CNET

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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