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Come stanno andando le feste?

Come è andata la giornata di Santo Stefano? E come si sta comportando il mercato in questo periodo? Vediamo di scoprirlo…

Il periodo delle feste natalizie è sempre fondamentale per il box office italiano. Anche se le considerazioni finali su questo periodo le faremo a metà gennaio, intanto è importante sottolineare alcuni aspetti. Intanto, non è più il Natale dei vostri padri. La realtà è che è cambiato il modello di uscite natalizie. Prima i film arrivavano nel secondo (massimo terzo, se cadeva prima di Natale) weekend di dicembre e rimanevano fino alla Befana senza che ci fossero novità. La svolta avviene nel 2009-2010, quando la Warner decide di far uscire un film importante come Io, loro e Lara di Carlo Verdone il 5 gennaio, e nel 2014, quando il primo gennaio diventa una data straordinaria con l’arrivo di Un boss in salotto (e, negli anni successivi, con due titoli di Siani e uno di Zalone), tanto che molti primatisti del periodo delle feste negli ultimi 5 anni sono arrivati proprio quel giorno.

Ma è avvenuto un altro cambiamento e forse non abbiamo prestato la dovuta attenzione. Adesso, i film escono anche a dicembre dopo Natale e precorrendo il 1 gennaio. Fino al 2015 non avveniva in questo modo e con questo impatto, mentre dal 2016 diversi film con ambizioni forti hanno aperto il 29-30 dicembre (in particolare, Il grande gigante gentile e Passengers), per poi vedere nel 2017 la rivoluzione prendere il potere, con l’arrivo di Coco, Come un gatto in tangenziale e Napoli velata arrivare il 28 dicembre (ovvio che hanno anticipato l’arrivo del primo gennaio, data in cui non è uscito nulla, ma chiaramente si puntava anche a tanti smontaggi effettuati dalle sale già subito dopo Natale). Quest’anno, l’arrivo di due titoli italiani importanti come La befana vien di notte e Moschettieri del re (Spider-Man: Un nuovo universo era già uscito a Natale) fa capire che ormai non ci sono più weekend liberi durante le feste.

Tutta questa premessa per spiegare meglio questa infografica, che descrive gli incassi al botteghino italiano a Santo Stefano negli ultimi dieci anni (cliccate qui per la versione interattiva):

Ovviamente, il dato è indiscutibile: a Santo Stefano si incassa sempre meno. Ma è logico: se il film escono scaglionati e tanti titoli importanti arrivano subito dopo il 26 dicembre, è normale che quella giornata ne risenta. Peraltro, quest’anno c’è stata la concorrenza inedita (ma fortissima) del campionato di calcio. Piuttosto, vi invito a fare attenzione a questa classifica, che denota quanto si è incassato nel periodo delle feste, dal 7 dicembre al 10 gennaio di ogni annata (qui la versione interattiva):

Veniamo da due annate di feste brutte ed è importante capire come ci stiamo comportando finora. Nelle prime tre settimane del periodo preso in considerazione (7-27 dicembre) nel 2016-2017 avevamo ottenuto 46.873.229 euro, nel 2017-2018 47.672.737 euro e in queste prime tre settimane del 2018-2019 siamo su un dato inferiore di poco inferiore (ma che conferma purtroppo che non sarà un periodo da record, tutt’altro), ossia 46.543.784 euro. Speriamo insomma che le uscite di questi giorni consentano il sorpasso, per non ottenere un altro dato negativo, ma in generale non si può essere soddisfatti.

Entriamo nello specifico. Possiamo ovviamente discutere dei risultati de Il ritorno di Mary Poppins, Boldi e De Sica e degli altri titoli commerciali, ma forse è meglio aspettare ancora qualche giorno per sentenze definitive. Per esempio, qualcuno è (parzialmente) deluso dei dati de Il ritorno di Mary Poppins, ma per ora il film è sopra ai risultati di Oceania, che aveva chiuso oltre i 14 milioni di euro (sarà però determinante vedere quanto inciderà l’arrivo di Ralph spacca Internet). Insomma, forse è una questione di percezione e di volerlo paragonare ai primi weekend di prodotti family che escono in periodi normali, che ottengono buona parte dell’incasso nei primi dieci giorni.

Ma chi soffre terribilmente è il cinema d’autore. Prendiamo in considerazione le due giornate di Natale e Santo Stefano nel loro risultato complessivo e scopriamo che i film per un pubblico adulto/d’essai (a meno di non voler considerare il risultato di Ben Is Back, che però punta su un pubblico più commerciale) non hanno raggiunto neanche i 900.000 euro in due giorni: The Old Man & the Gun 280.339 euro, Sette uomini a mollo (peraltro, una commedia, che potrebbe avere un appeal maggiore e più vasto) 275.989 euro, Capri Revolution 158.512 euro, Cold War 137.184 euro, Santiago, Italia 26.280 euro e La donna elettrica 22.540 euro. Negli stessi due giorni del 2017 c’era stato un risultato leggermente migliore, mentre era andata molto meglio nel 2016 (basti pensare a titoli come Florence con 719.318 euro e Lion – La strada verso casa con 687.594 euro) e nel 2015 (Il ponte delle spie con 1.599.806 euro e Irrational Man con 753.862 euro).

Il problema non è ovviamente solo per produttori e distributori di film ‘adulti’, che ovviamente faticano. Il problema è anche delle sale d’essai, che nel periodo più ricco dell’anno si ritrovano a non vedere lievitare i loro incassi, cosa utile anche per i periodi di magra che possono sempre esserci. Ma sembra chiaro che è sempre più difficile trovare quel tipo di prodotto ‘crossover arthouse’ (come lo chiama Riccardo Tozzi) in grado di ampliare i confini del pubblico d’autore (dove purtroppo sembrano relegati i titoli menzionati sopra), che per ragioni anagrafiche sta scomparendo (e anche abbastanza rapidamente). Questa, finora, mi sembra la notizia più preoccupante di questo Natale…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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