Il VOD danneggia le sale cinematografiche? E’ falso

Una delle cose che si dicono spesso nel nostro ambiente, è che le tante possibilità di vedere film a casa sono responsabili di un minor numero di biglietti venduti in sala. Ma è veramente così? La gente si abbona a Sky, Netflix, Timvision e ad altre piattaforme, preferendole all’esperienza del grande schermo, che quindi viene sostituita in questo modo?

La risposta, anche grazie all’ultima edizione della ricerca “Sala e salotto” (realizzata da Ergo research), è un deciso ‘no’. In effetti, chi va spesso al cinema, è anche un grande consumatore di prodotti scripted attraverso varie piattaforme (satellitari e SVOD), mentre chi non ci va mai è tra i minori fruitori di contenuti non lineari a casa. Facciamo qualche esempio.

Del pubblico che non va mai al cinema (circa il 50% della popolazione italiana, vedremo numeri più precisi più sotto), il 50,7% è considerabile “fedele alla linear” (nella ricerca è considerata tale una tipologia di spettatori che si accontentano dei primi canali della televisione digitale e non vedono altro), mentre la percentuale di fedeli alla linear sul totale della popolazione è del 31%. A conferma che questo segmento (che non spende un euro all’anno per lo spettacolo del grande schermo) non si rifugia nel Vod, basti dire che solo il 3,3% è classificabile come “early vodder” (ossia quelli che hanno scoperto e utilizzato per primi le diverse declinazioni delle offerte on demand), mentre tra i moviegoer la media è del 13,8%.

Prendiamo invece i Cine-mad, ossia quella fascia di popolazione che va più spesso al cinema, comprando 11 o più biglietti in un anno. Ecco, solo il 5,6% di loro è riconducibile ai “Fedeli alla linear” (sostanzialmente, in percentuale un decimo dei cinemai), mentre ben il 22,5% di queste persone è un “early vodder” (quasi sette volte in più in percentuale dei cinemai).

Insomma, quando sentite dire che la gente non va in sala per le troppe alternative a casa, ci sono diversi errori. Di sicuro, non sono Netflix o Sky a spingere le persone a disertare le sale, quanto le persone che si accontentano della tv generalista (e gratuita, almeno a differenza delle realtà per cui è richiesto un abbonamento volontario e non il canone). Ma d’altro canto, non è più ragionevole pensare che c’è un’ampia fascia di pubblico (in particolare, quelli in là con gli anni) poco interessato a pagare (che sia in sala o a casa) per vedere cinema e che si accontenta di quello che ha gratuitamente? All’altro estremo, troviamo i cinemad che, forti di una loro passione, non hanno problemi a pagare sia quando si tratta di uscire di casa che di rimanerci. Insomma, paradossalmente (ma solo in apparenza), chi vuole il bene delle sale deve tifare per il successo di Netflix in Italia.

E vediamo meglio come si dividono gli spettatori per numero di biglietti acquistati, grazie a questa infografica (cliccate qui per la versione interattiva):

E soprattutto quanti biglietti acquistano queste diverse tipologie di spettatori (cliccate qui per la versione interattiva dell’infografica):

Le cifre all’interno delle colonne indicano il numero di biglietti (in milioni) acquistati dalle varie tipologie di spettatori.
Quali sono i dati più evidenti? Mi concentrerei sui “cine-molto” (5-10 biglietti-anno), che sono quelli che fanno la differenza da un anno all’altro. Nel 2010 esprimevano più di 60 milioni di biglietti, erano scesi sotto i 40 nel 2014, nel 2016 erano a 51 milioni e la previsione per il 2017 è stabile. In termini di numero di persone parliamo di 8,6 milioni di moviegoer che in media vanno al cinema 6 volte (quindi stiamo parlando dell’estremo inferiore del range 5-9 biglietti che qualifica il target). Basti dire che un solo biglietto in media in più su questo segmento porta quasi 9 milioni di biglietti totali in più (ed è inutile dire che 9 milioni di biglietti fanno spesso la differenza tra un’annata positiva e una negativa).

Anche i cine-mad sono leggermente cresciuti nel 2016, sia come segmento sia come biglietti espressi (ormai vicini ai 32 milioni). Insieme, questi due segmenti di pubblico più frequentante hanno dato vita nel 2016 a 83,32 milioni di biglietti, quindi più del 73% dei biglietti venduti nel nostro Paese.

Questo ci porta a chiederci che pubblico deve andare a cercare l’industria per aumentare i propri dati. I tanti cinemai (che rappresentano – con qualche leggera variazione di anno in anno – la metà della popolazione italiana) che non si recano mai al cinema? O invece chi è grande appassionato e ci va spesso? A logica, direi che converrebbe puntare su questo secondo segmento, sia per i margini di crescita, sia perché è decisamente più semplice, trattandosi di spettatori già molto interessati.

Il paradosso è che, anche se questo ragionamento vi sembra logico, bisogna ammettere che è l’opposto della strada percorsa negli ultimi anni, visto che le varie proposte (che si tratti di quella accettabile dei Cinemadays, con biglietto a tre euro in periodi non fissi, o di quella inaccettabile del mercoledì a 2 euro) chiaramente puntano – anche a livello di comunicazione – a riportare in sala un pubblico che non ci va più. Poi, magari il risultato è che il mercoledì a 2 euro veniva sfruttato soprattutto da chi al cinema già ci andava spesso, ma quello è un altro discorso.

Chiudiamo questa analisi con qualche dato sugli Stati Uniti e le differenze con il nostro Paese. Negli Stati Uniti e in Canada gli spettatori «frequent» (12 o più biglietti/anno) sono l’11% della popolazione ed esprimono il 48% del totale biglietti venduti (bella differenza con il nostro 4% della popolazione e il 28% dei biglietti venduti). Molto diverso anche il discorso moviegoer, ossia chi va al cinema almeno una volta l’anno. Da noi è circa il 50% (52% nel 2016), da loro il 71%…

Questi e altri dati della ricerca verranno presentati venerdì 23 marzo a Roma, alla Casa del Cinema, a partire dalle 9.30. Potete registrarvi cliccando qui.

Robert Bernocchi: E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.

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