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2017: un anno problematico per il cinema in Italia

Meno 11,7% rispetto al 2016. La quota di cinema italiano più bassa dal 2005. Non c’è da sorridere, ma non è il caso di urlare all’Apocalisse…

Non c’è dubbio che sia stata una brutta botta. L’anno scorso, i biglietti venduti tramite le rilevazioni Cinetel (all’epoca, comprendevano circa il 93% delle presenze dell’intero mercato) erano stati 105.290.351, per un incasso complessivo di 661.297.380 euro. Nel 2017 invece sono stati 92.180.944 e l’incasso è stato di 583.967.061, con un calo quindi del 12% sulle presenze e dell’11,7% per quanto riguarda gli incassi. Calo attenuato da dicembre, uno dei soli quattro mesi del 2017 che ha fatto meglio dei mesi analoghi del 2016, e in cui si sono ottenuti 72,4 milioni contro i 68,3 milioni di dicembre 2016.

Per capire meglio questo calo a doppia cifra, conviene puntare i riflettori sulle quote per nazionalità. Ed è qui il vero problema per il botteghino e in particolare per la produzione italiana, che crolla da una quota di incassi del 28,7% nel 2016 al 17,4% del 2017. Qui sotto, potete vedere i dati degli ultimi venti anni per quanto riguarda la quota di incassi del cinema italiano (qui la versione interattiva dell’infografica):

In verde sono evidenziati gli anni sopra il 25%, in giallo quelli tra il 20 e il 25% e in rosso quelli sotto il 20%. La differenza di incassi del cinema italiano in valori assoluti, passato da 190 a 102 milioni e quindi con una perdita di 88 milioni (quasi la metà di quanto ottenuto nel 2016), è più che sufficiente per spiegare il calo assoluto del botteghino (che ha perso poco più di 77 milioni di euro). I film statunitensi, in effetti, hanno visto aumentare la loro quota dal 55,7% del 2016 al 66,3% del 2017, ma in valori assoluti sono passati ‘soltanto’ dai 368 milioni del 2016 ai 387 milioni del 2017 (quindi, circa il 5% in più). E’ da notare anche l’aumento di quota della Francia, Paese che nel 2016 rappresentava solo l’1,84% degli incassi del botteghino italiano e che invece nell’anno appena trascorso è salito al 4,23%, grazie soprattutto agli incassi di Famiglia all’improvviso e Ballerina.

Questo calo italiano è tutta colpa della mancanza di Zalone? No. Senza i 65 milioni di Quo vado?, saremmo stati a circa 125 milioni nel 2016. Anzi, qualcosa in più, perché a logica le tre-quattro settimane di spazio che ha avuto senza concorrenza di commedie italiane non ci sarebbe state e sarebbero usciti altri titoli italiani forti, portando l’incasso a 135-140 milioni. Insomma, i 102 milioni del 2017 non hanno un solo colpevole (ossia, la mancanza di una legge che obblighi Valsecchi e Zalone a fare un film all’anno), ma sono decisamente più preoccupanti e di sicuro non può bastare un ottimo dato come quello de L’ora legale (maggiore incasso italiano del 2017 con 10,3 milioni) a risollevare la situazione.

Fatemi dire però una cosa su Zalone (e non è la prima volta che lo faccio). O meglio, su come vengono trattati i suoi incassi. Nell’anno in cui c’è, molti commentatori sostengono che sia un’anomalia (cosa folle, peraltro) e ritengono che bisognerebbe calcolare gli incassi italiani senza di lui. Quando invece non escono suoi film, nessuno si fa problemi a valutare il calo del Mercato confrontandolo con l’anno in cui era presente. Bella coerenza.

In tutto questo, come sempre, bisogna ricordarsi di avere qualche termine di paragone valido. Io ho preso due Paesi europei, che, come ci fanno notare le analisi di Screendaily, non vanno certo meglio di noi: la Spagna, dove la produzione locale nel 2017 vale il 14%, e la Germania, che è al 16,7%.

Insomma, in un anno in cui siamo andati oggettivamente male, Germania e Spagna continuano a fare peggio di noi. Ed è importante ricordare che, mentre per noi questo è un dato pessimo (il peggiore dal 2005) per i nostri colleghi tedeschi e spagnoli sono risultati assolutamente normali. Questo per dire che, quando leggerete l’11 gennaio analisi apocalittiche sul cinema italiano, avrete dei dati per non aderire a questo catastrofismo.

Infine, il prezzo medio del biglietto. Nel 2015 era stato di 6,19 euro, nel 2016 di 6,28. Il 2017 ha visto invece un prezzo medio di 6,33 euro, quindi con un aumento di 5 centesimi (meno dell’1% rispetto all’anno prima). Insomma, a rischio di essere ripetitivi, bisogna sottolineare che il cinema rimane sempre un intrattenimento a basso costo e a portata di tutte le tasche.

Nei prossimi giorni, continueremo con le analisi sul cinema in Italia e sui risultati del 2017…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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