You are here
Home > Analisi > Intervista a Luigi Lonigro

Intervista a Luigi Lonigro

Un listino ricco di novità, così come le tematiche legate alle window e al mercoledì a 2 euro. Ce ne parla Luigi Lonigro, direttore di 01 Distribution…

Che giudizio dà dell’ultima stagione del cinema italiano?

E’ stata altalenante, se escludiamo la prima parte del 2016, con Quo vado?, Perfetti sconosciuti e La pazza gioia. Quest’anno ci sono stati i casi di Ficarra & Picone e di Siani, ma sono mancati film particolarmente efficaci. E’ un momento in cui il pubblico giovane è alla ricerca di novità, quindi è chiaro che la commedia classica ha perso il suo appeal primario. Anche Ficarra & Picone hanno spinto sul sociale trattando argomenti attuali, credo che il risultato importante che hanno ottenuto derivi anche da questa differenza, rispetto ai film con le solite gag.
Va anche detto che abbiamo vissuto il peggior Natale di tutti i tempi per via di un’affollata e scriteriata pianificazione. Siamo usciti con quattro film comici italiani nello stesso periodo che hanno ottenuto delle performance medie e che parlavano allo stesso pubblico. E’ stato un disastro per il mercato. Come 01 abbiamo anticipato di una settimana l’uscita del nostro film e penso che abbiamo fatto bene, ma in generale non aveva senso posizionare quattro commedie a Natale, considerando anche che il primo gennaio usciva Siani. Così facendo, si è creato un danno al mercato e agli esercenti, che iniziano a non credere più a questa tipologia di prodotto.
Per quanto riguarda il resto, è stato importante il risultato di Famiglia all’improvviso. Era molto tempo che un film europeo non otteneva un successo del genere, bisogna tornare a Non sposate le mie figlie! e a Il piccolo principe. E anche la performance dell’animation Ballerina è stata ottima. Sono convinto che il mercato sia vivo, ma abbia bisogno di forti stimoli soprattutto da parte di noi distributori. Serve una concertazione maggiore e dobbiamo creare un mercato che non sia figlio di individualità, ma di fattiva collaborazione. Siamo noi che abbiamo il 90% delle responsabilità sul box office annuale, il resto è legato a eventi climatici e a fattori imprevedibili. Quello che devono fare gli esercenti è costruire sale sempre più belle e all’avanguardia tecnologica, dotate dei migliori confort e devono curare i rapporti con il proprio pubblico con un lavoro di local marketing focalizzato sui social media.

Cosa possiamo aspettarci dall’offerta di cinema in estate?

Intanto, abbiamo un’estate ricca di film importanti fino a luglio e mi auguro che ci possa far recuperare qualcosa sull’anno scorso, visto che il saldo è ancora negativo. Speriamo di poter dire lo stesso anche per la prossima estate, nonostante gli anni pari vedano sempre la concorrenza di campionati europei o mondiali di calcio. Di sicuro gioverebbe una grande animation nei mesi estivi, ma è un problema che non riusciamo a risolvere poiché il posizionamento a fine agosto porta risultati straordinari, anche per questioni di merchandising legate al back to school.
In generale, l’estate è territorio di conquista dei blockbuster americani, come avviene anche negli altri territori europei. Si tratta di prodotti perfetti per i giovani, che vanno maggiormente al cinema in questo periodo, soprattutto nei multiplex, strutture che in questa stagione raccolgono l’85% degli incassi.

Il cinema italiano ha difficoltà a parlare ai giovani. Qual è la strada per intercettare questo pubblico?

Visto che in Italia non abbiamo gli effetti speciali o i supereroi della Marvel, dobbiamo riuscire a parlare ai giovani con il loro linguaggio e con le loro storie.
Io cito spesso Smetto quando voglio, che anche se raccontava di un gruppo di 30-40enni, si rivolgeva anche a un pubblico più giovane. Altri titoli che posso citare in questo contesto sono: Perfetti sconosciuti, che non vedeva protagonisti dei giovani ma ha avuto un impatto forte anche su quel target e ovviamente Lo chiamavano Jeeg Robot. Al centro, c’è sempre il linguaggio, bisogna scrivere e raccontare delle storie per stimolare i giovani. Questo pubblico è abituato a sollecitazioni forti, che riceve da tutto quello che è mobile, passando da un contenuto all’altro rapidamente. Per mantenere alta l’attenzione e spingerlo a uscire di casa per comprare un biglietto, è necessario essere bravi. Gli americani sono maestri in questo senso, noi dobbiamo creare delle storie efficaci e Rai Cinema da anni è alla ricerca di nuovi linguaggi, forme di scrittura diverse e innovative.

Qual è l’apporto che i festival possono dare al cinema italiano? Ultimamente, sembra essersi ridotto…

Credo che dipenda dai selezionatori. L’anno scorso il film di Paolo Virzì, La pazza gioia, sarebbe stato perfetto in concorso a Cannes, invece il film è andato alla Quinzaine. Credo che i festival stiano diventando quasi autoreferenziali, soprattutto Cannes, che quest’anno ha virato in maniera decisa verso una selezione molto art-house.
D’altra parte, Barbera l’anno scorso – dopo aver visto un premontato di La La Land – ha deciso di metterlo in apertura del Festival e ce ne ha parlato in toni entusiastici, quando noi ancora non lo avevamo visto! Insomma, è stato bravissimo a percepire questo evento. In generale, gli americani avevano grandi remore a venire al Lido, magari preferivano andare direttamente a Toronto, adesso, forse anche per motivi scaramantici – dopo Birdman, Gravity e La La Land – sono molto più disponibili.

Che ruolo potranno avere le piattaforme?

Sicuramente un ruolo molto importante nel futuro dell’industria cinematografica, ma devono essere a supporto e non distruggere gli sfruttamenti che funzionano. Con il forte calo dell’home video tradizionale, avevamo bisogno di recuperare del fatturato. Credo che lo sfruttamento digitale non abbia sfondato anche per via delle windows. Io credo sia un errore grave avere delle finestre uguali per tutti i titoli. Per esempio, la window potrebbe essere ridotta per chi esce d’estate e incentivare così chi propone cinema in questo periodo. Inoltre, certe opere prime e seconde di giovani autori, che dopo due settimane non sono più in sala, non dovrebbero aspettare 105 giorni, periodo in cui rimangono bloccati e non possono sfruttare neanche quel minimo di attenzione che si sono conquistati.

Temo che questa situazione possa essere risolta da un colpo di mano delle major, come hanno fatto con il passaggio al 2K. Invece sarebbe importante arrivare a una soluzione concertata e non subìta da parte dell’esercizio. In Italia, ogni volta che ci siamo confrontati nelle associazioni di categoria, siamo stati capaci di trovare una soluzione intelligente, come il passaggio al digitale grazie alla Vpf, che ha permesso di non dover regalare denaro a finanziatori terzi e alle banche.

Il problema delle windows è emerso in maniera forte al CinemaCon di Las Vegas, quando due major hanno apertamente dichiarato che non accettavano più questa chiusura totale da parte dell’esercizio. Per questo, potrebbero portare avanti una loro linea per rendere più rapido lo sfruttamento digitale (un discorso che comunque non vale per lo SVOD). Il mercato lo fanno le distribuzioni e in particolare le major. Quindi, ogni grande circuito dovrà decidere se subire le loro scelte o, come spero, trattare. Personalmente, se dovessi decidere tra il mantenimento delle windows tradizionali e un mercato che vive per 12 mesi all’anno, senza dubbi propenderei per la seconda soluzione. Noi dobbiamo pensare a come far crescere tutto il settore, magari anche assumendoci dei rischi.

Cosa ci può dire del vostro rapporto con Leone Film Group?

E’ un partner importante, che è stato fondamentale nel momento in cui Rai Cinema ha deciso di spostare una parte del budget destinato alle acquisizioni internazionali sulle produzioni italiane. Condividere il rischio con un partner così forte ci ha permesso di distribuire in Italia grandi successi come Rush, The Hateful Eight, The Wolf of Wall Street e La La Land. E’ un’azienda solida e in crescita che ci dà un forte valore aggiunto. Nel nostro listino avremo circa 10 prodotti all’anno tra acquisizioni e service.

A Riccione cosa presenterete?

Presenteremo 20 titoli, a cominciare da Valerian e la città dei mille pianeti di Luc Besson, un film straordinario che distribuiremo il 21 settembre. A fine ottobre, avremo invece il nuovo film di Polanski, Da una storia vera, in cui torna alle atmosfere di Luna di fiele, decisamente per un pubblico femminile e cittadino, con una coppia di attrici straordinarie. Il nostro film di Natale (probabilmente in arrivo il 14 dicembre) sarà Suburbicon di George Clooney, scritto dai fratelli Coen, mentre abbiamo acquisito assieme a Leone Film Group il nuovo film di Steven Spielberg The Papers con Tom Hanks e Meryl Streep. Presenteremo la prima produzione americana di Sollima, Soldado, sequel di Sicario. Credo che la sorpresa possa essere Wonder, un altro titolo che distribuiremo insieme a LFG, un family commovente con Julia Roberts e Owen Wilson.
Per quanto riguarda il cinema italiano, il nuovo film di Paolo Virzì, che si chiamerà Ella and John (The leisure seeker), arriverà nel 2018, considerando che c’è un holdback con gli Stati Uniti.
Avremo anche il terzo ed ultimo capitolo di Smetto quando voglio a fine novembre e il secondo episodio de Il ragazzo invisibile a gennaio. Poi, due titoli italiani su cui puntiamo molto: il primo è un esordio, Brutti e cattivi di Cosimo Gomez, film sorprendente e spiazzante. Il secondo è il musical dei Manetti Bros, Ammore e malavita, uno dei film più geniali degli ultimi anni e che abbiamo amato alla follia.
E poi il grande cinema d’autore, con Dogman di Matteo Garrone, Capri-Batterie di Mario Martone, Io sono tempesta di Daniele Luchetti e Una questione privata dei fratelli Taviani. Sono molto curioso di vedere l’esordio alla regia di Valerio Mastandrea, così come un altro esordio, Chi m’ha visto, con Pierfrancesco Favino e Beppe Fiorello.

Cosa pensa dell’iniziativa del mercoledì a 2 euro e che impatto avrà sul futuro?

Non c’è dubbio che sia stato fatto un danno all’immagine e al valore del prodotto cinema. Spero che venga dimenticato presto, l’importante è che ci siano film interessanti nei prossimi mesi.

Cineguru è a Cinè 2017 con uno speciale che trovate in distribuzione gratuita a Riccione e raccoglie le interviste fatte in preparazione della manifestazione e una riflessione sul cinema tra 10 anni. Tutti gli articoli relativi alla manifestazione sono raccolti a questo link

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
Top
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI 
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI