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Qualche consiglio per i David di Donatello

Dopo due anni di cerimonia targata Sky, vediamo come i David di Donatello potrebbero migliorare ancora e trovare un pubblico più vasto…

I David di Donatello sono il riconoscimento più importante del cinema italiano. Quest’anno, per la seconda volta, la cerimonia era trasmessa da Sky, che ha sicuramente migliorato una serata che prima era poco avvincente. Ma cosa si potrebbe fare ancora? Qualche suggerimento…

– Rispetto alla prima edizione, la scelta dei talent italiani che consegnavano i premi mi è sembrata più indicata. Rimane però qualche problema con i premiati e in particolare con la regola dei 45 secondi per il discorso di ringraziamento. Che veniva costantemente citata da chi saliva sul palco, come se fosse un attentato alla propria libertà di espressione e non invece un modo per far funzionare tutto bene. Insomma, dovrebbero essere persone di spettacolo, non lo sanno che il ritmo è fondamentale? In generale, si conferma che gli attori italiani possono anche essere bravissimi sul set o a teatro, ma come intrattenitori non sono al livello degli americani o dei francesi…

– Come era prevedibile, la scarsità di film veramente popolari tra i candidati (solo un titolo sopra i 2,5 milioni di incassi, La pazza gioia) ha sicuramente danneggiato la cerimonia e impedito al pubblico di immedesimarsi/tifare per i propri ‘beniamini’. Ma la (parziale) soluzione sarebbe semplice: una bella categoria dedicata alla commedia, in cui (a seconda degli anni) inserire i vari Zalone, Ficarra e Picone, Verdone, Genovese, Miniero e tanti altri con i loro film popolari. I Nastri d’argento lo fanno da tempo, che aspetta Sky a mettere pressione per fare questo cambiamento, anche considerando che le commedie italiane sono i film più visti sui canali di questa emittente?

– A proposito, le date. Quest’anno i film eleggibili ai David di Donatello erano quelli usciti dal 1 marzo al 31 dicembre 2016. Una finestra temporale poco efficace, perché ha fatto sì che tutti i film premiati fossero anche già usciti da tanto tempo (alcuni titoli, come La pazza gioia e Veloce come il vento, praticamente da un anno). Inoltre, la deadline a fine dicembre non ha molto senso se alla fine si punta quasi esclusivamente sul cinema d’autore (che oltre metà novembre non esce). E’ il caso di rifletterci, cercando di riuscire a segnalare titoli ancora nei cinema, come capitato l’anno scorso con Perfetti sconosciuti e Lo chiamavano Jeeg Robot, che hanno sicuramente avuto una bella spinta dal premio…

– Se già i film (e i registi/attori) premiati non sono sempre famosissimi, figuriamoci quanto è possibile assistere a un’ora di categorie tecniche, che veramente risultano indigeribili anche per il pubblico più appassionato. Mi perdoneranno i tanti tecnici preziosissimi che (lo so e non è un esercizio di diplomazia) sono fondamentali per realizzare un film, ma una cerimonia che già ha i suoi problemi (alcuni decennali) non se li può permettere. Il modello dovrebbe essere quello dei Golden Globes: niente premi tecnici, almeno durante la cerimonia.

Alessandro Cattelan. E’ andato un po’ come lo stereotipo sui registi giovani. Buon lavoro con il suo primo film/David di Donatello, meno efficace alla sua ‘opera seconda’. Si avvertiva, anche nella naturale e molto ‘americana’ tendenza a ironizzare su tutto e tutti, un certo fastidio/noia per qualcosa che evidentemente non è gestibile e commercializzabile come X-Factor. Il che è vero, ma è un problema da risolvere in maniera più organica. Per esempio, prendere in giro il premio e in generale gli artisti, va bene. Ma far capire che il premio è per gli sfigati, forse non è una grande idea…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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