The Binge Scale: Netflix classifica le sue serie per livello di “divoramento”

Il termine binge viewing, si sa, è stato diffuso ed è entrato in voga grazie a Netflix, la piattaforma leader del video on demand ad abbonamento. Parliamo dell’abitudine di guardare tutto d’un fiato intere serie televisive, di cui il servizio ha fatto un vero e proprio marchio di fabbrica, tanto da scardinare i principi stessi della serialità e da distribuire puntualmente le sue nuove uscite in blocco, mettendo subito online tutti gli episodi in modo da garantire una soddisfazione immediata della domanda di contenuti da parte dei suoi clienti. Ma quali tipi di contenuti si prestano di più al binge viewing, o binge watching che dir si voglia?

La stessa Netflix ne ha stilato una classifica, che ha chiamato The Binge Scale, il cui minimo e massimo estremo sono rispettivamente le “serie da assaporare” e le “serie da divorare”, come vuole d’altra pare il significato originario del termine inglese (“scorpacciata”). Il criterio sono le ore continuative di streaming e dall’analisi pubblicata dalla piattaforma sembrerebbe esserci una correlazione diretta tra il genere del contenuto e il suo modello di consumo. Curiosamente, la serie-simbolo di NetflixHouse of Cards, è ben lontana dalla tacca del divoramento e, anzi, si piazza proprio tra i prodotti fruiti poco per volta, con meno di due ore dedicate a ogni singola visione: questo perché, come la satira, i serial a sfondo politico e quelli storici come Narcos, si tratta di un contenuto “che ispira riflessione ed è aperto a più interpretazioni”. In una posizione di mezzo troviamo invece le serie Marvel come Daredevil, le storie di crimine, quelle drammatiche e d’avventura sul tipo di Marco Polo. 

Quello che invece scatena l’appetito seriale degli utenti sono i generi più codificati, come la fantascienza, l’horror e il thriller, che secondo Netflix “stimolano le reaction e la risposta emotiva degli spettatori”. Il binge d’altra parte è ottimo anche per i neofiti che vogliano recuperare per intero le serie che non conoscono, ma all’interno dei contenuti originali è interessante vedere come il servizio di SVOD (subscription video on demand) stia cercando di  definire in modo più sofisticato la sua identità e quella del suo prodotto, sempre nell’ottica della competizione tanto con gli altri player dell’online quanto con le pay-tv.

La classifica, per completezza, si basa sui dati d’ascolto (o sarebbe meglio dire di streaming) da ottobre 2015 a maggio 2016 nel 190 Paesi in cui la piattaforma è operativa.

In ogni caso, buon appetito a tutti!

Davide Dellacasa: Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.

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