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Netflix guarda al download mentre cresce il numero di case SVOD negli USA

Secondo le indiscrezioni il leader USA dello streaming ad abbonamento potrebbe aprirsi alla visione offline, mentre cresce secondo Nielsen il numero di famiglie iscritte a un servizio di SVOD, e anche di quelle dotate di smart tv.

Quando il gioco si fa duro, anche i duri devono cominciare ad attrezzarsi per la concorrenza. Ecco così che mentre Nielsen pubblica uno studio secondo cui metà delle case americane sono ormai raggiunte da un servizio di SVOD (subscription video on demand), si intensificano i rumor secondo cui il leader del mercato, Netflix, potrebbe rinunciare al suo “purismo” di servizio di streaming e introdurre il download dei contenuti per consentirne la visione offline. Stando alle ultime voci, comunque non confermate dalla compagnia di Reed Hastings, la nuova opzione potrebbe arrivare già alla fine dell’anno in corso, seguendo così le orme del principale competitor, Amazon Prime, che lo permette già dall’anno scorso. A sostenere la verosimiglianza di tale scenario è l’origine dell’indiscrezione, vale a dire Dan Taiz, uno dei manager della società Penthera che collabora sul lato software proprio con colossi dell’intrattenimento come Comcast e Charter Communications. C’è inoltre da ricordare come a inizio 2016 lo stesso CEO di Netflix abbia sostenuto la necessità per la piattaforma di “mantenere una mentalità aperta” rispetto all’ipotesi del download dei contenuti, proprio per la crescente competizione e per l’evoluzione delle esigenze della sempre più ampia clientela SVOD.

Stando alla suddetta indagine di Nielsen, la penetrazione dei servizi di streaming ad abbonamento avrebbe raggiunto precisamente il 50% delle famiglie USA, contro il 41% del 2014 e pari alla diffusione dei registratori digitali DVR (rimasta invece stagnante nel periodo in questione). Per quanto riguarda l’audience, tuttavia, il mezzo più popolare continua a essere la radio, ascoltata nel primo trimestre 2016 da 240 milioni di americani, contro i 226 milioni di spettatori tv, sia live che registrata o on demand. Sempre la radio detiene la maggior fetta del tempo di fruizione, considerando l’audience statunitense nel suo insieme, mentre la quota della tv lineare tende a salire proporzionalmente alla fascia d’età del campione.

Interessante dare poi uno sguardo alla diffusione dei dispositivi per la fruizione di contenuti online, con gli smartphone in assoluto predominio (191 milioni di utenti) seguiti da PC (162 milioni), tablet (106 milioni) e console per videogame (61 milioni). In termini di penetrazione, la tv in HD è disponibile nel 94% delle case, i lettori DVD nel 77% e le smart tv in ben il 23%, con una crescita di 43 punti percentuali che rappresenta la più ampia nell’anno appena trascorso.

Da questa analisi si può facilmente intuire come all’arresto nella crescita dei DVR corrisponda uno shift del pubblico verso la fruizione on demand. Non sembrerebbe perciò tanto peregrina l’idea per il leader dello SVOD di consentire ai suoi utenti, tramite il download, di rimpiazzare quasi completamente la funzione prima esercitata dai registratori digitali, accaparrandosi gradualmente l’intera fetta del tempo di visione non in diretta, o cosiddetto “time-shifted”.

 

Fonte: Mashable, Deadline

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Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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