Apple TV: ecco come Cupertino risponde alla sfida dello streaming

Nell’ultima conferenza per gli sviluppatori, che si è tenuta all’inizio di questa settimana, l’azienda creata da Steve Jobs ha svelato tutte le sue carte per rilanciare il proprio ruolo di leadership nel mondo dell’high-tech e rispondere alla sfida della stagnazione nelle vendite degli iPhone, così come dell’ultima trimestrale sotto le attese. Su tutti spicca l’aggiornamento del sistema operativo iOS 10, che farà di Siri un’assistente in grado di agire anche sulle app, un po’ alla Google Assistant. E sempre sulla scia della grande rivale del web, anche Cupertino punterà a conquistare il focolare domestico con l’applicazione Home, volta a controllare da un un’unica dashboard tutti i dispositivi che rendono la casa smart e che rientrano nell’HomeKit del marchio con la Mela. Anche iMessage diventa più competitivo rispetto ai concorrenti, grazie alla possibilità di animare il testo e di aggiungere una reaction del tipo di quelle introdotte di recente da Facebook. Inoltre le parole “traducibili” in emoji verranno sottolineate automaticamente, mentre l’app sarà aperta alle implementazioni di parti terze come stickers e altri elementi da includere nelle proprie conversazioni.

Per quanto riguarda l’audiovisivo, tuttavia, le novità più importanti sono quelle che provengono dalla Apple TV, il dispositivo che permette di collegare il “piccolo schermo” in rete e di renderlo smart. Specialmente attraverso quelle app che, un anno fa, il CEO di Apple Tim Cook ha definito proprio come “il futuro della televisione”. E infatti proprio su queste si basano i principali aggiornamenti del device e di Siri, il cui ruolo sarà accresciuto anche in relazione alla tv con la possibilità di cercare vocalmente l’app/canale desiderato, o di esplorare l’offerta connessa per tematica. Il set-top box di Cupertino d’altra parte consta ora di ben 6 mila applicazioni di cui 1.300 dedicate ai video, rendendo sempre più importante la capacità di far incontrare la domanda di intrattenimento dell’utente con l’ampia offerta di contenuti permessa dal digitale. Per i clienti USA inoltre sarà possibile effettuare un unico login valido per tutte le app di pay-tv, facilitando enormemente l’esperienza di visione.

Ma dato che il contenuto è ancora re, la notizia più interessante sembra l’aggiunta ai canali disponibili su Apple TV di Sling TV, il servizio di streaming ad abbonamento lanciato l’anno scorso dall’emittente satellitare Dish per arginare la sua perdita di utenti. La nuova partnership include anche un’offerta a pacchetto che taglia il costo del dispositivo di ben 60 dollari, portandolo a 89 dollari complessivi cui aggiungere tre mesi di sottoscrizione obbligatoria al servizio OTT di Sling (over-the-top, che passa cioè per l’online invece che per i mezzi di distribuzione tradizionali). Infine Apple TV ha portato sulla sua piattaforma nuovi canali a pagamento di Fox e Viacom, avvicinandosi ancora di più alla disponibilità di contenuti di un normale apparecchio via cavo.

Nonostante gli aggiornamenti, la sfida si fa sempre più dura nel mondo di questi device nati per collegare la tv in rete, o set-top box. Molti sono infatti i marchi dell’high-tech che competono per questo settore e secondo un recente studio di IHS, nel 2016 la chiavetta Chromecast di Google ha superato per la prima volta la Apple Tv vendendo nel primo trimestre 3,2 milioni di esemplari conto gli 1,7 milioni del dispositivo con la Mela.

Davide Dellacasa: Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.

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