Amazon non si ferma: sfida anche Spotify con la musica in streaming

Dopo aver lanciato un portale video aperto ai creatori di contenuti, sul genere di YouTube, il colosso mondiale dell’eCommerce ha deciso di aggredire un nuovo settore dell’economia digitale espandendo così ulteriormente la sua presa sul consumo online. Parliamo della musica in streaming che, secondo le indiscrezioni riportate da Reuers, Amazon comincerà ad offrire questa estate attraverso una nuova formula di abbonamento mensile da $9.99, esattamente sulla scia di Spotify e Apple Music.

Il comparto in realtà non è completamente nuovo per la compagnia di Jeff Bezos, che in alcuni mercati include già la musica nel suo pacchetto annuale Amazon Prime dove rientrano – lo ricordiamo – anche il suo servizio di SVOD (subscription video on demand) e l’azzeramento dei costi di spedizione per i clienti dello store. Come già avvenuto per film e serie tv, l’aggiunta dell’opzione mensile per quanto riguarda la musica è un segno ulteriore di come il gigante del web sia sempre più deciso a puntare sul business dei contenuti digitali, ormai non più un’offerta ancillare rispetto a quella dell’eCommerce.

Amzon sembra inoltre in una posizione particolarmente privilegiata rispetto ai competitor nel ramo della musica ad abbonamento, essendo più che avviata con i suoi Studios nella produzione di contenuti video originali, campo in cui invece sia l’azienda svedese che Cupertino cominciano a muovere ora i primi passi. Secondo i rumor, tuttavia, il nuovo servizio dovrebbe servire soprattutto a spingere sul mercato Amazon Echo, il nuovo dispositivo per la smart home a comando vocale, che parla con l’utente ed è capace di svolgere i suoi comandi online. E che potrebbe dunque integrarsi benissimo con un servizio di musica da diffondere in streaming nell’ambiente domestico.

Secondo gli esperti questa nuova mossa, insieme al recente debutto di una nuova formula ad abbonamento mensile per il video on demand, suggerisce che Prime possa gradualmente trasformarsi in un servizio “base” cui poi aggiungere altre opzioni pagando un surplus tariffario, ma nessuno di questi dettagli è stato per ora confermato ufficialmente dalla compagnia di Bezos.

 

Fonte: Variety

Davide Dellacasa: Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.

Brad&K Productions S.r.l. utilizza cookie di profilazione e anche di terze parti.