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BBC: più qualità, meno audience, VOD e il controllo all’Ofcom

Eliminato il comitato interno, la direzione del servizio pubblico inglese passa a un board in larga parte a nomina governativa e monitorato dall’Authority, mentre il canone viene garantito per altri 11 anni ma a patto che sia gradualmente sostituito da contenuti ad abbonamento.

Dopo le tensioni sul rinnovo della Royal Charter, il corrispettivo del nostro contratto di servizio, il governo britannico ha infine rilasciato il “Libro Bianco” che segna una nuova era nella BBC. Il documento raccoglie le forti critiche mosse all’emittente pubblica dal nuovo ministro della Cultura, John Whittingdale, secondo cui il palinsesto rincorrerebbe troppo i dati di audience senza preoccuparsi abbastanza del valore aggiunto dei programmi, come la loro qualità e la portata innovativa. Al di là del dibattito sulla qualità dei contenuti e della loro collocazione all’interno dell’offerta BBC, il white paper contiene riforme che vanno a incidere profondamente sulla struttura della tv e sulla sua fiera indipendenza dall’esecutivo.

Il cambiamento più evidente è infatti l’eliminazione del BBC Trust, organo interno finora posto a salvaguardia della divisione dell’emittente dalla politica. Sarà sostituito da un board che se sembra avere più i caratteri di un consiglio di amministrazione: avrà tra i 12 e i 14 membri, di cui sei di nomina governativa e i restanti indicati da Rona Fairhead, ex-presidente del Trust, in rappresentanza dell’emittente. Proprio su questo punto non cessa tuttavia la battaglia, che vede il servizio pubblico opporsi strenuamente alla possibilità che siano i Ministri a scegliere quasi metà del nuovo consiglio. Da notare inoltre come al nuovo organismo non siano stati attribuiti poteri rilevanti, come quello di interrompere i programmi, e più in generale come l’intero operato della BBC sia stato posto sotto lo stretto controllo dell’Authority inglese per le comunicazioni. All’Ofcom spetterà un monitoraggio periodico degli show, la possibilità di indicare quali eliminare a favore di nuove produzioni e la possibilità di emettere multe in caso di mancato adeguamento agli standard.

Ancora più fondamentale l’appunto fatto dal Governo sul canone, che sarà garantito per altri 11 anni, fino al 2028, ma con la raccomandazione di incentivare i servizi a pagamento. Secondo Whittingdale la tassa pagata dai cittadini britannici a lungo andare non sarà più sostenibile e dovrà essere sostituita da altri fonti di finanziamento, che BBC dovrà sviluppare puntando su programmi in grado di reggersi da soli sul mercato dei contenuti. La strategia potrebbe partire proprio dal popolare iPlayer, la piattaforma on demand della tv pubblica, aperta nel 2007 e visitata da ben il 44% della popolazione inglese, nonché da stimati 65 milioni utenti stranieri che vi accedono mascherando la propria geolocalizzazione. Risalgono inoltre allo scorso marzo le indiscrezioni riguardo alla possibile creazione di un servizio di streaming ad abbonamento sul modello Netflix, di cui l’emittente starebbe discutendo con le reti private ITV e NBCUniversal.

Dal punto di vista produttivo, il white paper ha stabilito anche che la BBC metta tutti i suoi programmi sotto bando, e con loro i suoi 740 milioni di sterline di budget produttivo. Di contro, tuttavia, all’emittente è stato consentito di scorporare dall’azienda i BBC Studios,che potranno dunque partecipare alle gare.

 

Fonte: The Telegraph

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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