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Vodafone spinge verso la convergenza con l’accordo Liberty Global, anche se i merger diminuiscono secondo PwC

L’accordo tra la telco e Liberty Global nei Paesi Bassi pone un altro tassello nel mosaico mondiale della convergenza, in attesa del lancio della Vodafone tv in Regno Unito, Spagna e probabilmente Italia.

Le due compagnie si stavano “fiutando” già dall’anno scorso e alla fine hanno trovato la formula per un’ intesa non rivoluzionaria, ma comunque di grande rilievo nel mondo delle telecomunicazioni. Stiamo parlando di Vodafone e Liberty Global, che si sono accordate per creare, nel solo mercato olandese, una joint venture dal valore di 3,5 miliardi di euro in cui unire le attività dell’operatore telefonico con quelle nel cavo del gruppo presieduto da John Malone, ereditate dalla recente acquisizione dell’operatore locale Ziggo . Il nuovo soggetto convergente avrà 15 milioni di abbonati, ma secondo il CEO di Vodafone, Vittorio Colao, non costituirà necessariamente un modello per altri Paesi. Non c’è dubbio tuttavia che l’accordo si inserisca in un contesto di forte spinta alla convergenza tra telco e operatori televisivi, messi sotto pressione dalla avanzata degli OTT (over the top) sia nel campo della telefonia che dell’offerta audiovisiva.

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Solo nel’ultimo anno, in Inghilterra BT, British Telecom, ha inglobato il concorrente nel settore mobile EE, in Francia il leader del mercato Orange sta portando a termine l’acquisizione di Bouygues mentre il colosso mediatico d’oltralpe Vivendi, cui fa capo Canal Plus, è salito nel capitale di Telecom Italia fino a detenere una quota di maggioranza di oltre il 20%.

Ciononostante, secondo i dati appena rilasciati dall’istituto di ricerca PwC, nel 2015 sarebbe diminuito il numero di grandi operazioni relative alla fusione di gruppi operanti nel settore media & entertainment. Nell’anno passato sarebbero state annunciate 816 operazioni di M&A, contro le 886 del 2014, con un valore complessivo tuttavia in aumentato del 13%, fino a 148 miliardi di dollari. L’analisi si riferisce agli USA e in realtà non calcola l’inglobamento più rilevante di questo settore, quello tra AT&T e Direct TV, collocato temporalmente nel 2014 ma conclusosi effettivamente solo l’anno scorso e ancora in fase di riscaldamento dei motori: è di appena due settimane fa, ad esempio, la notizia di un rimescolamento ai vertici dell’azienda volto esattamente a  integrare meglio l’offerta di telefonia con quella di contenuti di intrattenimento, con pacchetti di cosiddetto quad play (fisso+mobile+internet+tv).

Sempre nel 2014, il fronte Internet ha visto l’acquisizione di Whatsapp da parte di Facebook, contribuendo a una performance che l’anno appena trascorso non è stato in grado di replicare. Ciononostante, le transazioni nell’ambito della tv via cavo ci sono state e hanno anche contato per ben 84 miliardi di dollari, più del doppio del totale, grazie a un unico soggetto. Nel 2015 Charter Communication ha infatti lanciato un’offerta da 11 miliardi per Time Warner, ancora in attesa del via libera da parte dell’autorità federale americana per le comunicazioni, e non contenta ha anche acquistato la Bright House Communications, confermando come accentramento e consolidamento , insieme appunto alla convergenza, siano da considerarsi un trend in piena esplosione nel mercato audiovisivo anche sul mercato statunitense.

Tornando in Europa, ricordiamo che Vodafone a inizio 2016 ha lanciato una vera e propria tv in Irlanda ed è quasi pronta ad estendere il servizio anche al Regno Unito, mentre si parla anche di una possibile operazione del genere entro l’ano anche in Spagna e Italia.

 

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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