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TV online: la rivoluzione digitale arriva allo sport con social, live streaming e tv connesse

Ecco come i nuovi dispositivi per la visione online hanno spinto il live streaming del Super Bowl, mentre gli advertiser hanno sfruttato i social per capitalizzare l’investimento in pubblicità.

In questa sua ultima edizione il Super Bowl, il torneo della National Football League che rappresenta il principale appuntamento sportivo degli Stati Uniti, ha totalizzato il secondo record di ascolti di sempre, alle spalle solo dell’anno precedente. Il rating è stato infatti 49.0 (contro i 49.7 del 2015),  il che significa che quasi la metà delle case americane dotate di tv si è sintonizzata sulla partita, puntellata dal lancio di trailer e spot tv dei blockbuster più attesi dei prossimi mesi, da Il libro della Giungla X-Men: Apocalisse passando per i supereroi Marvel che si scazzottano per una lattina di Coca Cola. Per una galleria completa vi rimandiamo a ScreenWEEK TV, mentre qui intendiamo mettere in evidenza un altro traguardo messo a segno dal grande evento sportivo, cioè quello dello streaming: secondo l’emittente CBS, la versione web del match ha battuto tutti i record di ascolto online per il Big Match, anche se non sono state rese note le cifre precise. Di sicuro, tuttavia, sarà più di quanto dichiarato l’anno scorso da NBC, cioè 1.3 milioni di spettatori in contemporanea e 213 milioni di minuti totali di streaming.

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LE TV CONNESSE

Anche senza conoscere l’esatta portata numerica del fenomeno, sappiamo di sicuro che a spingere il consumo connesso del Super Bowl è stata innanzitutto l’apertura alla tecnologia di CBS, che quest’anno ha reso possibile fruire dello spettacolo su una serie di dispositivi atti a collegare lo schermo di casa in rete, tra cui le chiavette  Roku, Apple TV, Google Chromecast, la console per videogiochi Xbox One, Amazon Fire TV e Android TV. Mossa saggia dato che in un recente studio pubblicato dall’Adobe Digital Index, è emerso come circa il 20% dei “millennials”, cioè dal pubblico tra i 18 e i 34 anni, sia abituato a godere degli show sportivi attraverso una tv connessa, contro il 15% degli appartenenti alla Generazione X e il 13% dei Baby Boomers [per orientarsi nella definizione vi agevoleremo con l’infografica qui seguente presa in prestito dal Corsera].

generazione x generazione z millennials

Sempre lo stesso studio, ha messo in luce come nel 2015 ci siano stati 36 miliardi di accessi alle app per la TV Everywhere in concomitanza con eventi sportivi live, con un aumento del 22% nell’ultimo trimestre dell’anno, periodo in cui si svolgono alcune delle partite più importanti. Stando a quanto rilevato da Adobe, inoltre, sono 1 su 3 i consumatori che guardano lo sport in tv su schermi diversi da quello televisivo tradizionale, e la metà di loro appartiene per l’appunto ai millennials. In quest’ottica l’ultimo Super Bowl non ha fatto altro che  adeguarsi a un salto generazionale ormai non più ignorabile nemmeno dai maggiori campioni d’ascolto.

Connected Superbowl

 

L’ECO SUI SOCIAL MEDIA

Altro giocatore fondamentale nella partita tra sport e internet sono le piattaforme social, che in casi come il Super Bowl non amplificano solo gli ascolti ma servono anche da termometro per misurare l’apprezzamento dei costosi spot trasmessi durante l’evento, il cui prezzo quest’anno è arrivato fino a 5 milioni di dollari per un passaggio di 30 secondi. Secondo l’indice eValue creato dalla società Engagement Labs, gli annunci più performanti nel caso dell’ultimo Big Match sarebbero stati esterni al mondo cinema, per quanto riguarda la settimana precedente alla partita, mentre nel giorno dell’evento Walt Disney Studios è salita al top della classifica con il numero più alto di fan guadagnati su Facebook e un buon piazzamento anche su Twitter e Instagram. Ha pagato dunque la strategia del “doppio trailer” seguita dalla major e messa in evidenza da Variety, che ha notato come lo spot de Il Libro della Jungla andato in onda durante il match non fosse lo stesso rilasciato online, bensì un teaser del contenuto completo. Escamotage che non solo avrà permesso allo studio di risparmiare sull’esoso advertising televisivo ma anche funzionato da traino degli account social, rendendolo non mera cassa di risonanza ma un canale su cui capitalizzare ulteriormente l’investimento fatto in pubblicità.

Social performance of Super Bowl advertisers
Rielaborazione grafica su tabelle di Forbes.com

Per quanto riguarda YouTube, destinazione ancora principe per la diffusione di trailer e clip video (nonostante la concorrenza sempre più agguerrita di Facebook), vi abbiamo già presentata la nostra infografica di confronto tra i risultati dei diversi contenuti lanciati dalle major hollywoodiane. Quest’anno, inoltre, diversi sono i brand che si sono scatenati su Snapchat: oltre ad Amazon , Pepsi, Taco Bell, Gatorade e General Electric, a fare la sua comparsa sul social dei messaggi a tempo è stato anche Deadpool, in una delle tante pose irriverenti elargite durante la campagna promozionale del film Fox.

deadpool snapchat

 

Sia dal lato della fruizione delle partite che da quello degli advertiser, che del mondo dello sport sono la linfa vitale, il digital si conferma intenzionato a ricoprire un ruolo sempre più centrale e variegato. A questo punto non resta che aspetta re il giorno in cui, come ha previsto Wired in un divertente e futuristico excursus a tal riguardo, guarderemo al second screen come a un cimelio del passato mentre l’umanità assisterà non più il Super Bowl, ma al campionato mondiale di football da Marte con le sue lenti a contatto per la visione in VR,

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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