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Video on demand in esplosione: quasi 4 miliardi in Europa entro il 2018

Pubblicato il nuovo studio di ITMedia Consulting “l video on demand in Europa:2015-2018” che individua nello SVOD il motore propulsivo delle trasformazioni in atto nel comparto dell’intrattenimento domestico, tra migrazione delle pay-tv verso l’online, nuovi operatori OTT e convergenza.

Un mercato che in Europa raggiungerà entro l’anno un valore di 2,14 miliardi di euro, destinati ad aumentare fino a 3,85 miliardi nel 2018, con un tasso medio di crescita del 22%. Queste sono le previsioni per il video on demand contenute nel nuovo rapporto ITMedia Consulting, presentato ieri al pubblico e completamente dedicato a questo nuovo fondamentale comparto dell’audiovisivo. A spingere verso l’espansione del segmento una pluralità di fattori, legati a questioni strutturali come la disponibilità di banda ma soprattutto al progressivo affacciarsi di competitor stranieri come Netflix, pronta ad “aggredire” i territori sud europei diffondendo ulteriormente il modello SVOD (subscription video on demand), che ad esempio in Italia comincia solo ora ad entrare in una fase più matura.

europe vod

Stando allo studio Il video on demand in Europa:2015-2018, proprio lo sviluppo dello SVOD e il suo consolidamento nei contesti dove è presente da più tempo, come Regno Unito e Scandinavia, saranno il  fattore chiave per il definitivo decollo del settore: l’abbonamento alla fruizione di film e serie tv online è infatti la formula che più di ogni altra scardina gli assetti tradizionali dell’intrattenimento domestico e che, ovunque nei mercati più avanzati, sta spingendo gli operatori televisivi ad aprire al web, abbandonando rendite di posizione sempre più intaccate dall’incremento del ramo digital.

In effetti, segnali di questa transizione piuttosto epocale si stanno vedendo anche in Italia, basti pensare al recente attivismo di Sky nel combinare la sua proposta di pay-tv con quella di banda degli operatori di TLC, così come il lancio di un suo set-top box capace di bypassare il satellite a favore della Rete. Un probabile effetto delle trasformazioni in corso sarà poi una spinta centripeta all’integrazione, tanto orizzontale quanto dei soggetti che operano in mercati sempre più interconnessi. Si tratta della famosa convergenza, suggerita per altro anche dai rumor sulle mire di Vivendi riguardo a Mediaset, che passerebbero proprio attraverso la partecipazione del colosso francese in Telecom Italia.

Ricordiamo che Netflix ha da poco ufficializzato il proprio ingresso nel mercato italiano a ottobre 2015. Negli USA, nel secondo semestre 2014, la compagnia di Reed Hastings è la prima fonte di traffico nei momenti di picco, con una quota del 35% che, sommata a quella di YouTube, supera la metà di tutto l’utilizzo di banda. In Europa la soglia è meno critica e si ferma al 3,4%, ben distante dal 22,4% del portale video di Google ma comunque più di iTunes (1,5%).

 

Fonte: Corriere delle Comunicazioni

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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