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Cord-cutting: negli USA il 7% ha abbandonato la pay-tv per gli OTT

Negli Stati Uniti sono già più di 8 milioni le case che fruiscono di film e serie tv solo attraverso la Rete e che hanno detto bye bye all’offerta tradizionale via cavo, o satellite. In Europa siamo al 4% ma l’allerta è altra tra tutti gli operatori tradizionali, compresa Sky.

Avanza la sfida posta dai nuovi operatori online del mercato dell’intrattenimento audiovisivo. Gli over the top (OTT), i servizi cioè che permettono di fruire via web di film e programmi tv senza per forza possedere accesso alle emittenti tradizionali, nel 2014 hanno generato 9 miliardi di dollari in tutto il mondo e sono destinati a raggiungere i 19 miliardi nei prossimi 5 anni. A stimarlo è Parks Associates, secondo cui lo sviluppo di questo segmento avrebbe già accentuato notevolmente la tendenza al cord-cutting, cioè all’abbandono dei vecchi operatori di pay-tv e in particolare di quelli via cavo che finora hanno dominato il mercato nordamericano del piccolo schermo.

Case solo OTT USA e mondo PArks

 

Secondo il rapporto TV Everywhere e il nuovo mondo degli OTT, negli USA  sarebbero 8,4 milioni i nuclei domestici dotati di banda larga che possiedono almeno un abbonamento a un servizio OTT ma non a una qualsiasi offerta via cavo, satellite o DTT. La cifra è meno accentuata in altri mercati maturi come quelli europei, ma si avvicina comunque a un significativo 4% in Spagna e Regno Unito. Il fenomeno insomma non sembra poter essere ulteriormente ingorato, tanto che – sottolinea sempre Parks – ha già portato alla risposta di diversi colossi mediatici con il debutto di proprie piattaforme online sganciate dai vecchi abbonamenti.

Oltre alla nota HBO, che ha un po’ sdoganato il settore, si segnalano  soggetti come DISH Networks (con l’ormai celebre Sling TV), Rogers Communication, Bell Canada e la stessa Sky, impegnata anche in Italia in una serie di partnership strategiche con le telco e nel lancio di un suo set-top box per rendere smart i vecchi apparecchi televisivi e offrire così la sua programmazione on demand, anche senza satellite.

“I consumatori più voraci di contenuti video si abbonano ancora alle pay-tv quando possono permetterselo – sottolinea Parks – ma la nuova sfida per le emittenti è recuperare quella parte di pubblico che ha tagliato o non si è mai iscritto a questo tipo di offerta”. Di conseguenza, “il modo in cui le industrie del settore media risponderanno a tale sfida contribuirà a modellare i contorni di questo comparto per gli anni avenire”.

 

Fonte: Broadband TV News

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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