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Netflix: tutti i possibili partner cinesi

Non solo Wasu Media, anche emittenti statali e il colosso Shanghai Media Group: ecco una ricognizione dei possibili soggetti che potrebbero traghettare l’operatore di streaming on demand nel complesso campo di gioco della Repubblica Popolare. Mentre a Cannes la piattaforma viene accusata di distruggere il mercato europeo dell’audiovisivo.

È bastata la voce di una possibile partnership tra Netflix e l’emittente cinese Wasu per far impennare in Borsa le azioni del colosso dello streaming e portarlo per la prima volta sopra la soglia dei 600 dollari per quota. Questo senza che nessuna delle due parti in causa abbia confermato la presenza di trattative in corso e nonostante il perdurare delle speculazioni su tutta la gamma di soggetti che potrebbero affiancare il servizio di SVOD (subscription video on demand) nel caso decidesse di aggredire il mercato della Repubblica Popolare.

cina tv

Di sicuro la Cina è un piatto ricco dal punto di vista dell’audiovisivo, con stime che vanno dai 6 ai 15 miliardi di dollari da raggiungere entro i prossimi anni. Troppo ricco “per lasciarci sopra un asterisco” come ha detto venerdì il responsabile dei contenuti della piattaforma, Ted Sarandos, nel suo atteso intervento al Marché du Film del 68° Festival di Cannes, all’interno del programma NEXT. Il manager si è anche soffermato sulle peculiarità di questo mercato, che ha “implicazioni operative tutte sue” e potrebbe dunque giustificare un tipo diverso d’intesa con gli alleati locali. Tra la rosa dei probabili candidati, per altro, secondo The Hollywood Reporter non si collocherebbe solo Wasu Media, sostenuta dal fondatore di Alibaba Jack Ma. Ecco la lista degli altri player che potrebbero traghettare Netflix nell’audiovisivo cinese:

  • CNTV: è  il ramo online delle emittenti statali radio e tv China Radio International e CCTV. La stampa internazionale ha già riportato rumor di incontri con rappresentanti di Netflix.
  • LeTV: tra gli altri soggetti che sarebbero stati incontrati dal servizio di streaming, c’è questa compagnia che sembrerebbe rientrare a pennello negli standard dei partner internazionali di Netflix. Non solo possiede una sua linea di set-top box, ma ne ha lanciata da poco anche una di smartphone e ha aperto con il regista  Tsui Hark una joint venture basata nella Silicon Valley.
  • Poly Group è nato dal patrimonio dell’esercito cinese ed è attivo in una serie di campi che variano dall’immobiliare, al minerario e alla cultura, senza contare i settori legati all’industria bellica.
  • BesTV è parte del colosso Shanghai Media Group, cui fanno capo 13 stazioni radiofoniche, 15 canali televisivi tradizionali e 15 in digitale a pagamento, oltre che 8 testate a mezzo stampa. Secondo gli analisti potrebbe essere il partner più forte e adatto tra le media company  private del Celeste Impero.

Ancora presto, dunque, per cogliere i dettagli dell’ingresso della piattaforma di SVOD in questo mercato, comunque imprescindibile nonostante le sue particolarità come l’ostacolo della censura statale.

Intanto Netflix sta ancora cercando il proprio equilibrio nel mercato europeo, come ha dimostrato per altro l’incontro con Sarandos alla Croisette. Il Chief Content Officier ha infatti affrontato il delicato tema delle finestre, ribadendo la necessità di pervenire a un nuovo modello in cui i film finanziati dalla piattaforma siano lasciati liberi di uscire in day and date con le sale. Un’affermazione che ha causato attriti immediati con la platea e in particolare con uno degli astanti, che nella sessione di Q&A ha accusato Netflix di contribuire alla distruzione del mercato audiovisivo europeo (come prontamente riportato da Libération).

 

Fonte: THR, Bloomberg, Variety

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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