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Copyright, appello dei cineasti europei all'UE

Preoccupazione da parti di alcuni affermati cineasti europei nei confronti delle modifiche alle leggi sul diritto d’autore che la Commissione Europea sta apportando nell’ambito del progetto del mercato unico digitale che si propone di rimuovere le numerose barriere connesse all’utilizzo dei servizi digitali in Europa. Tra i settori su cui interverrà l’UE anche la “modernizzazione…

Preoccupazione da parti di alcuni affermati cineasti europei nei confronti delle modifiche alle leggi sul diritto d’autore che la Commissione Europea sta apportando nell’ambito del progetto del mercato unico digitale che si propone di rimuovere le numerose barriere connesse all’utilizzo dei servizi digitali in Europa. Tra i settori su cui interverrà l’UE anche la “modernizzazione delle norme in materia di diritto d’autore per garantire il giusto equilibrio tra interessi degli autori e interessi degli utenti o dei consumatori”. Ma una ventina di filmmaker europei, capitanati da Michel Hazanavicius (nella foto, e tra cui figura anche il nostro Paolo Sorrentino, ha espresso nel corso della manifestazione Rendez-Vous – Appuntamento con il nuovo cinema francese in corso a Roma la propria contrarietà a stravolgere la regolamentazione riguardante il copyright e invita la UE a moltiplicare i propri sforzi perché sia migliorata la circolazione dei film europei senza mortificare il diritto d’autore.

The Search Michel Hazanavicius foto dal set 1

«Chiediamo – si legge nell’appello – all’insieme delle autorità pubbliche, alla Commissione europea, agli organismi normativi nazionali, alle Agenzie cinematografiche europee e, ancora, alle emittenti televisive, di unirsi a noi in una riflessione su misure concrete da mettere in atto nell’ambito della circolazione dei film, affinché l’Europa sia permeata di tutto il suo cinema. Per far questo, è necessario focalizzare l’attenzione su tutti i mezzi di diffusione dei film:

–       le sale cinematografiche: bisogna moltiplicare gli sforzi per contrastare il deserto cinematografico tuttora esistente in numerosi territori. È necessario evitare la chiusura delle sale esistenti e al tempo stesso consentire la creazione di nuove strutture. Le sale indipendenti non devono essere trascurate nella dotazione dell’attrezzatura digitale. Occorre vigilare in modo particolare sugli aiuti che facilitano e accelerano la distribuzione dei film nei cinema di tutta Europa: la sala resta il migliore luogo di incontro tra un film e il suo pubblico.

–       le reti televisive: sollecitiamo le emittenti di servizio pubblico ad impegnarsi fin d’ora nel redigere una Carta per una migliore trasmissione delle opere cinematografiche europee, concentrando gli sforzi in particolare sugli scambi e lavorando su programmazioni condivise e reciproche. Sarà anche necessario aiutarle a sviluppare i loro canali digitali (in particolare la Catch-up TV), nel contesto di un modello economico sano che non distrugga il valore dell’opera. La speranza della creazione di una piattaforma di diffusione del cinema indipendente europeo deve essere un obiettivo credibile. Può scaturire delle emittenti televisive.

–       le piattaforme di Video On Demand: è necessario ripensare un regolamento europeo specifico a seguito della comparsa di operatori europei capaci di competere con i giganti mondiali. Per molto tempo Internet è stata oggetto delle nostre preoccupazioni che si sono materializzate in particolare con i danni provocati dalla pirateria. Vogliamo credere che forse oggi sia la migliore partner del cinema europeo. Una rete interconnessa adeguatamente regolamentata può diventare uno straordinario mezzo per mostrare le nostre opere.

A tal fine, la Commissione europea deve adattare le sue direttive sui media audiovisivi, ma anche sulla fiscalità. Deve perseguire due obiettivi ambiziosi: incoraggiare la crescita di soggetti europei che si adoperino per il finanziamento e l’editorializzazione del cinema europeo e inserire i giganti mondiali della Rete nella fiscalità e nell’economia della creazione. È doveroso e urgente individuare una fiscalità culturale per gli operatori globalizzati della diffusione delle opere. L’ipotesi suggerita dalla Ministra della Cultura e della Comunicazione francese Fleur Pellerin di una tassazione della larghezza di banda ci sembra una strada pertinente da esplorare ed è essenziale poter condurre sino in fondo una riflessione in merito.

Chiediamo fin d’ora alla Commissione europea di rendere disponibili, attraverso il Programma Europa Creativa, delle risorse per tradurre le opere europee nelle altre lingue del continente. Queste traduzioni permettono una migliore circolazione dei film sulle reti televisive pubbliche e sulle piattaforme di VOD e accelerano la distribuzione dei film nelle sale cinematografiche a livello europeo. Constatiamo sempre più che la possibilità di disporre di film in un contesto di legalità è anche il modo più efficace per contrastare il fenomeno della pirateria e prevenire le sue disastrose conseguenze sulle opere d’ingegno. È una questione cruciale sulla quale è oltremodo urgente che la Commissione europea si esprima e intervenga a sostegno delle iniziative già intraprese per favorire la circolazione delle opere in Europa e lottare in modo efficace e coraggioso contro il dilagare della pirateria.

Condividiamo con la Commissione europea la volontà di favore l’accesso ai film a tutti. Le opere cinematografiche costituiscono un elemento essenziale dell’educazione all’immagine, oltre che, senza dubbio, dell’educazione delle coscienze. Ma non dobbiamo sbagliare la modalità di raggiungimento di questo obiettivo, altrimenti gli effetti sul cinema sarebbero devastanti. Le nostre basi di valori comuni, come il diritto d’autore e l’Eccezione culturale, devono essere preservate per fungere da sprone nel tracciare una nuova politica culturale europea».

 

 

 

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