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Netflix: uno studio rivela milioni di utenti dai Paesi non raggiunti ufficialmente

Si è cominciato a parlarne  a inizio anno, quando il sito TorrentFreak ha segnalato l’adozione di una politica più stringente, da parte della nota piattaforma di video on demand, verso i servizi proxy e VPN che permettono di aggirare la geolocalizzazione e i blocchi regionali. Come messo in luce anche da diversi analisti italiani, infatti, la fama…

Si è cominciato a parlarne  a inizio anno, quando il sito TorrentFreak ha segnalato l’adozione di una politica più stringente, da parte della nota piattaforma di video on demand, verso i servizi proxy e VPN che permettono di aggirare la geolocalizzazione e i blocchi regionali. Come messo in luce anche da diversi analisti italiani, infatti, la fama di Netflix, nonché la vastità del suo catalogo, ormai è tale da spingere molti utenti a cercare di usufruire del suo streaming ad abbonamento anche da Pesei in cui l’operatore non è sbarcato ufficialmente.

netflix online

Già qualche tempo fa, ad agosto, una firma de La Repubblica come Ernesto Assante ha parlato di una prova effettuata in prima persona del mascheramento del DNS, mentre esperti di diritto d’autore quali Guido Scorza hanno ricordato come la pratica non sia da considerarsi tecnicamente quale violazione del copyright, piuttosto come un illecito contrattuale nei confronti della compagnia di VOD, che finora tuttavia non sembra aver mai intrapreso alcuna via legale contro gli accessi da territori non autorizzati. Non solo: in questi giorni Netflix ha negato di aver effettuato una stretta sui VPN, nonostante molti degli utenti di questo tipo di reti e servizi per aggirare  le restrizioni geografiche abbia segnalato maggiori difficoltà ad accedere al suo streaming, e nonostante una maggior rigidità non dispiacerebbe certo alle major e ai fornitori di contenuti della piattaforma, che non hanno alcun interesse a vedere in qualche modo danneggiato il loro business estero a favore dei ricavi della compagnia di Los Gatos.

La questione rischia però di diventare esplosiva ora che un accreditato istituto di ricerca come GlobalWebIndex ha messo in luce come siano ben 53 milioni gli utenti di Netflix che ogni mese vi accedono al di fuori dei confini legali del servizio.  La stima è molto alta considerando come la base ufficiale di abbonati del servizio, in tutto il mondo, non superi i 54 milioni, di cui il 70% stabiliti negli Stati Uniti. La spiegazione, secondo GlobalWebIndex, è che la stima si basa su un sondaggio in cui non veniva chiesto di specificare il possesso o meno di un abbonamento, ma solo l’uso di un network privato (VPN per l’appunto) per l’accesso alla piattaforma. Dato l’alto tasso di abbonamenti condivisi tra più utenti, il 34% dell’ammontare non sarebbe da considerarsi perciò solo geograficamente non autorizzato ma anche non pagante. Se si aggiunge che 20 dei 53 milioni contati dall’inchiesta sarebbero residenti in Cina, ecco come la stima non si traduce tanto in un potenziale commerciale non sfruttato dal servizio di SVOD, quanto in una risposta a fallimenti di mercato nemmeno imputabili alla società stessa.

Lo studio insomma serve bene a mostrare le conseguenze in qualche misura illecite (di sicuro lesive per i detentori del copyright) dell’assenza sul mercato digital di un’offerta legale  vasta, ben strutturata e disponibile a un costo contenuto. Ricordiamo che Netflix è attiva in Nord America, molti Paesi sudamericani, Regno Unito, Irlanda, Scandinavia, Olanda e da settembre anche in Francia, Germania, Austria, Belgio, Svizzera e Lussemburgo. Prossima tappa dichiarata, non l’Italia come ripetutamente sostenuto da indiscrezioni per ora non confermate, bensì l’Australia.

 

Fonte: TorrentFreak, Cineguru.biz, GBI

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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