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Dati Cinetel, gli interventi di Bernaschi, Cima e Lonigro

Alla presentazione dei dati Cinetel 2014, avvenuta ieri a Roma, è intervenuto anche Carlo Bernaschi, presidente ANEM. Bernaschi ha ricordato le difficoltà del 2014 dal punto di vista del mercato: «Abbiamo avuto, dal lato delle entrate, un prodotto internazionale al di sotto delle aspettative, una produzione nazionale carente di grandissimi risultati commerciali, una estate cinematografica…

Alla presentazione dei dati Cinetel 2014, avvenuta ieri a Roma, è intervenuto anche Carlo Bernaschi, presidente ANEM. Bernaschi ha ricordato le difficoltà del 2014 dal punto di vista del mercato: «Abbiamo avuto, dal lato delle entrate, un prodotto internazionale al di sotto delle aspettative, una produzione nazionale carente di grandissimi risultati commerciali, una estate cinematografica latitante. Dal lato delle uscite abbiamo dovuto completare la digitalizzazione di tutte le sale, abbiamo assistito ad un incremento costante delle tassazioni comunali e generali, abbiamo scontato gli effetti di una crisi economica e sociale di proporzioni mai registrata. Nonostante tutto però abbiamo resistito e dimostrato che il cinema è, ancora una volta, la forma d’intrattenimento fuori casa più apprezzata e usata dal pubblico. Su tutti i dati mi sento di evidenziare il ruolo di quell’esercizio minore e di provincia che resiste e che resta quasi un beneffattore del pubblico e della società. Per quel che mi concerne, osservo che i Multiplex e le Multisale hanno raccolto nel 2014 quasi il 75% degli spettatori e degli incassi e osservo con piacere che anche in tantissime di queste strutture si possa vedere del bel cinema di qualità, eventi culturali, film nazionali non sempre facili e tanti contenuti complementari».

sala-cinematografica

Per Francesca Cima, presidente della Sezione Produttori Anica:«La crescita degli spettatori italiani di cinema europeo fa emergere una richiesta del pubblico di diversificazione del prodotto che dobbiamo assolutamente cogliere. E anche alcuni successi di film italiani come quelli di Martone, Pif e Sibilia ci dimostrano che ci sono spettatori che desiderano essere sorpresi dai film. La diversificazione del prodotto deve essere l’obiettivo per tutti i periodi dell’anno, in primis l’estate, durante la quale i film italiani scarseggiano per poi accavallarsi in pochi mesi dell’anno, come è successo lo scorso autunno. Con una distribuzione razionale e diversificata, il pubblico ci può seguire. E per far questo dobbiamo anche coinvolgere gli autori. Quest’anno probabilmente potremo approfittare di una congiuntura favorevole che prevede un’auspicabile presenza italiana molto forte al Festival di Cannes. Ma il tema dell’estate in Italia non riguarda soltanto i cinema: è necessaria una rivoluzione culturale che chieda a tutto il paese di non chiudere nei mesi estivi. Ce l’ha fatta la Spagna, il clima non può essere un alibi. E un’altra rivoluzione culturale deve essere intrapresa nei confronti della pirateria: non è possibile che da noi questo fenomeno sia così tollerato, anzi quasi istigato, come succede quando si va a digitare sui motori di ricerca un titolo di un film e nelle prime posizioni si trova sempre il collegamento a un sito di streaming illegale». Luigi Lonigro, vicepresidente dei distributori Anica ha sottolineato che il dato del 2014 è sicuramente negativo ma «tra i dati positivi sicuramente c’è la tenuta del numero delle sale. Alla luce dello switch-off dall’analogico al digitale si tratta di un elemento molto incoraggiante, frutto dello sforzo congiunto di esercenti e distributori. Altro dato interessante è la tenuta delle monosale, anche se con grossi sacrifici da parte del piccolo esercizio. Il dato fondamentale comunque è la rinnovata fiducia reciproca tra esercenti, distributori e produttori, che dobbiamo sempre tenere alta e sfruttare per migliorare il nostro mercato»

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