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Sony e il “caso” The interview. I cinema liberi di non proiettare il film

Si complica la situazione per Sony dopo che la società ha subito un pesante attacco informatico da parte di un gruppo di hacker che si fa chiamare Guardians of Peace, molto probabilmente di derivazione Nord Coreana per aver realizzato il film The Interview, in cui James Franco e Seth Rogen cercano di assassinare Kim Jong-Un,…

Si complica la situazione per Sony dopo che la società ha subito un pesante attacco informatico da parte di un gruppo di hacker che si fa chiamare Guardians of Peace, molto probabilmente di derivazione Nord Coreana per aver realizzato il film The Interview, in cui James Franco e Seth Rogen cercano di assassinare Kim Jong-Un, il leader nordcoreano. La major ha reso noto che ha in programma di posticipare l’uscita del film (prevista negli Stati Uniti per il 25 dicembre) e ha lasciato liberi gli esercenti che hanno già prenotato il film di decidere se propiettarlo o meno, affermando che avrebbe supportato ogni loro decisione in merito. La catena Carmike Cinemas (278 cinema per 2.917 schermi ha già reso noto che non programmerà il film. Inoltre è stata cancellata l’anterprima della pellicola a New York che avrebbe dovuto tenersi presoo Landmark Sunshine Cinema, pare proprio per volontà del cinema stesso.

the interview

Evidentemente l’attacco informatico subito da Sony, che ha portato alla diffusione di email e documenti riservati della major oltre che al furto di alcuni film, resi disponibili per il download nel mercato illegale (e della sceneggiatura dell’ultimo 007 Spectre), sta spaventando il mondo dell’esercizio e la pista del coinvolgimento della Corea del Nord si fa sempre più probabile. Anche perché gli hacker hanno paventato di ricorrere  a veri e propri attentati, minacciando di ricorrere a stragi terroristiche nei confronti di quelle sale che proietteranno il film. LA NATO (National Association of Theatre Owners), l’associazione degli esercenti americani, non si è ancora espressa ufficialmente sulla questione, così come la MPAA (Motion Pictures Association of America), l’associazione delle major americane. Ma il danno subito da Sony è enorme, e non solo in relazione al film. La fuga di mail riservate da parte degli executive Sony, che svelano progetti futuri e opinioni personali riguardo a star e registi, ha messo in non poco imbarazzo la major, costretta a diramare un comunicato in cui invita i media a non divulgare il contenuto dei documenti hackerati.

 

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