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OTT, cresce la concorrenza con le pay-tv: 10 miliardi di ricavi entro il 2018

Servizi per il video on demand come Netflix, Amazon e Hulu stanno accrescendo talmente tanto la loro presenza mondiale da spingere l’intero settore degli over the top ad abbonamento, quelli cioè che sfruttano le reti di nuova generazione per distribuire contenuti prima veicolati attraverso canali tradizionali quali cavo, etere e satellite.

Servizi per il video on demand come Netflix, Amazon e Hulu stanno accrescendo talmente tanto la loro presenza mondiale da spingere l’intero settore degli over the top ad abbonamento, quelli cioè che sfruttano le reti di nuova generazione per distribuire contenuti prima veicolati attraverso canali tradizionali quali cavo, etere e satellite. Secondo le stime elaborate dalla società di ricerca Infonetics Research, i ricavi di questo comparto toccheranno globalmente i 5,8 miliardi di dollari nel 2014 e crescerà fino a 1o miliardi nei prossimi 4 anni, riducendo così il gap rispetto al settore, comunque in crescita, della pay-tv.

Connected TV

Gli abbonati ai servizi televisivi tradizionali a pagamento, tra gennaio e giungo, hanno toccato gli 837 milioni (+10% anno su anno) per un fatturato di 117 miliardi che segna un incremento di quasi il 4% rispetto al primo semestre 2013. Nonostante il dislivello rispetto ai volumi degli OTT sia ancora notevole, secondo gli analisti di Infonetics le entrate nette del settore si stanno assottigliando per via dell’aumento dei costi di produzione, così da rendere i nuovi operatori dell’online concorrenti sempre più temibili, considerando anche la loro esperienza nell’offrire interfacce semplici, servizi multidevice e user experience di livello. Quello che ci sia spetta, dunque, sono alleanze sempre più strette tra tali soggetti e la pay-tv tradizionali, in particolare nel senso di includere le app degli OTT all’interno dei decoder diffusi dai boradcaster per consentire l’accesso ai loro programmi ad abbonamento. Un po’ come successo a Netflix in Europa, seppur con le telco piuttosto che con le emittenti televisive locali: sia in Francia sia in Germania, il leader americano dello SVOD è infatti riuscito a piazzare la propria app nei set-top box prodotti rispettivamente da Orange e Deutsche Telekom, aumentando esponenzialmente eil proprio bacino potenziale di utenti nel Vecchio Continente.

Ricordiamo che altri studi, come quello di  Digital TV Research, il valore del consumo video online arriverà a toccare i 42 miliardi di dollari entro il 2020, aumentando più del 100% rispetto ai 19,03 miliardi attesi per la fine dell’anno in corso. Si tratta di una stima decisamente più alta ma che considera nel computo anche le entrate da advertising e quelle dei servizi di TVOD (transactional video on demand), basati cioè sul noleggio e l’acquisto di singoli film.

 

Fonte: Infonetics Research

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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