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I consumatori citano Netflix in Francia

Ancora tensione in Francia per Netflix, l’operatore di SVOD (subscription video on demand), sbarcato a settembre Oltralpe. Qualche settimana fa c’erano state polemiche riguardo al rispetto delle finestre theatrical per alcuni film.Oggi la principale associazione dei consumatori francesi, la CLCV, ha citato in giudizio presso la Corte di Parigi la società per clausole dannose e…

Ancora tensione in Francia per Netflix, l’operatore di SVOD (subscription video on demand), sbarcato a settembre Oltralpe. Qualche settimana fa c’erano state polemiche riguardo al rispetto delle finestre theatrical per alcuni film.Oggi la principale associazione dei consumatori francesi, la CLCV, ha citato in giudizio presso la Corte di Parigi la società per clausole dannose e illegali. La CLCV precisa di aver accolto molto positivamente l’ingresso in Francia dell’operatore in quanto Netflix ha contribuito ad aumentare la concorrenza e a introdurre un modello innovativo nell’offerta televisiva. Tuttavia l’associazione ha evidenziato alcune derive nel contratto proposto da Netflix riguardo al rispetto dei diritti dei consumatori e in contrasto con la legge francese.

Netflix-France

Per CLCV infatti le consizioni d’utilizzo imposte da Netflix non rispettano la legge francese in alcuni punti, tra cui il fatto che Netflix può in qualsiasi momento modificare l3 condizioni contrattusali senza informare il consumatore, mentre per la legge in vigore in Francia  il consumatore deve essere avvisato 30 giorni prima della modifica ed eventualmente può decidere di rescindere il contrattto senza pagare nessuna penale. Inoltre la società non fornisce informazioni su un livello minimo di qualità dell’immagine video, fatto che non permette, secondo CLCV, ai consumatori di negoziare rimborsi o compensazioni se non sono soddisfatti. Infine l’informazione precontrattuale proposta da Netflix rimanda a delle clausole scritte in lingua inglese: «L’uso di una lingua straniera  – si legge nel comunicato diffuso da CLCV – è un ostacolo evidente per un consumatore che vuole leggere il suo contratto; è difficile impegnarsi in ciò che non possiamo comprendere. Questa pratica inoltreè logicamente contraria alla nostra legge». Fonte: CLCV

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