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Cinema America, Ferrero (ANEC Lazio) “Fa concorrenza sleale”. La risposta “Non siamo contro le sale commerciali”

In una lettera aperta al Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini e al Sindaco id Roma Ignazio Marino, il presidente ANEC Lazio Giorgio Ferrero interviene sulla vicenda del Cinema America e sull’associazione di ex occupanti della sala “Piccolo Cinema America”. «Dobbiamo constatare che, a fronte della difficoltà economica crescente degli esercenti cinema di Roma…

In una lettera aperta al Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini e al Sindaco id Roma Ignazio Marino, il presidente ANEC Lazio Giorgio Ferrero interviene sulla vicenda del Cinema America e sull’associazione di ex occupanti della sala “Piccolo Cinema America”. «Dobbiamo constatare che, a fronte della difficoltà economica crescente degli esercenti cinema di Roma e nello specifico di Trastevere, che stabilmente gestiscono le loro sale con gravosi oneri economici legati ad affitti, utenze, contributi assistenziali e previdenziali, imposte varie e nel pieno rispetto delle normative di sicurezza e prevenzione, al Piccolo Cinema America si svolge di fatto un’attività non rispettosa delle normative in materia di pubblico spettacolo, rispetto del diritto d’autore e, ovviamente, contribuzione fiscale e del lavoro» sostiene Ferrero.

foto america oc«È chiaro – prosegue – che tale concorrenza sleale rischia, all’opposto, di danneggiare in modo irreversibile i cinema attivi che con fatica continuano a svolgere la loro attività nel pieno rispetto delle regole. La situazione di illegalità che purtroppo caratterizza questo ed altri spazi sul territorio cittadino trova ormai un ampio consenso popolare ed un appoggio da parte degli artisti, delle istituzioni pubbliche, locali e nazionali, e non ultimo del Presidente della Repubblica, ma nessuno si sofferma ad approfondire le violazioni che li caratterizzano tentando di fare una riflessione anche nei confronti di quegli operatori che, con senso civico ed enormi sacrifici, promuovono e diffondono la cultura ed il cinema in un momento così delicato e complesso per la nostra città e, in particolare nel quartiere di Trastevere». Per Ferrero: «Il rischio è che avallare iniziative di questo genere, può danneggiare chi invece, con grande passione ed enormi difficoltà, diffonde e promuove stabilmente la fruizione di cultura, all’interno della legalità e delle regole di mercato, consentendo il sostentamento e la sopravvivenza del settore stesso nel rispetto delle norme per la sicurezza dello spettatore e dei lavoratori»

«Fra i tanti attacchi che avremmo mai pensato di poter ricevere, per la nostra attività, mai avremmo ritenuto di poterne ricevere da soggetti che dovrebbero condividere con noi l’amore per il cinema e per la cultura e soprattutto del rilancio dell’importanza della sua fruizione collettiva» risponde a stretto giro l’associazione Piccolo Cinema America. «Non ci siamo mai posti in termini di concorrenza con le sale commerciali ma, anzi, abbiamo tentato di ricostruire il ruolo della sala cinematografica come luogo di aggregazione e socializzazione e di fruizione collettiva. Il decreto del Ministro Franceschini sulle sale cinematografiche, ispirato direttamente alla nostra esperienza, nel prevedere il divieto di cambio di destinazione d’uso, sicuramente aiuta i gestori delle piccole sale a poter ridiscutere, in questo tempo di crisi, i costi degli affitti. Altresì li protegge dagli speculatori che indifferenti del loro valore culturale ritengono di poter fare utili affari dalla loro trasformazioni in appartamenti, bingo o centri commerciali. Dobbiamo ricordare che siamo una associazione e che le iniziative nella nostra sede sono riservate agli associati e che l’attività pubblica di piazza San Cosimato è stata l’unica realizzata da questa associazione, tra le altre cose con il patrocinio di Roma Capitale e con il totale rispetto di ogni regola e norma e con la concessione gratuita da parte delle case distributrici dei film da noi proiettati, talvolta esprimendo la loro solidarietà alla nostra vertenza. Case distributrici che al termine di ogni serata abbiamo pubblicamente ringraziato». Conlcude l’associazione «:siamo noi a volere chiedere ad ANEC un incontro: per proporre il futuro che prevediamo per i mono-sala nel centro storico, partendo dall’America che vorremmo diventasse un spazio culturale aperto, partecipato e gratuito, un catalizzatore di pubblico non concorrente ma anzi amplificatore delle altre storiche sale cittadine del centro, raccolte magari in futuro in un unico circuito diffuso che le metta in sinergia e le rafforzi dai tentativi speculativi di alcuni proprietari e gestori. Un’inversione di rotta, insomma, rispetto all’attuale: che vede chiudere le sale, invece di valorizzarle proprio come tali dinanzi all’avanzamento dei multiplex e della pirateria, reali nemici di questi piccoli gioielli di storia architettonica e cinematografica».

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