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Sala e salotto 2014: ecco come gli italiani vedono il cinema

Gli spettatori di cinema rimangono stabili a circa 28 milioni di individui, ma sono quasi altrettanti gli italiani che rinunciano alla sala. Cresce però la voglia di informarsi sui film e la conoscenza dell’offerta legale online.

Come già anticipato dalle cifre della SIAE, nel 2013 è aumentato il numero di biglietti staccati dai cinema italiani, arrivato a 105,7 milioni con una crescita di 6 punti percentuali. Analogamente all’anno precedente, la maggior parte di questo risultato si è ottenuto però grazie a una ristretta fascia di spettatori, il 19% di tutta la popolazione over 15, cui si deve il 68% di tutti gli ingessi registrati. Nel complesso si stima che le persone che si sono recate in sala almeno una volta siano state 28 milioni: un numero stabile rispetto al 2012, ma che corrisponde comunque a poco più della metà degli italiani sopra la soglia dei 15. Aumenta di poco anche il numero di “biglietti pro-capite”, passati da 3,6 a 3,9. A scattare questa istantanea è la nuove edizione della ricerca “Sala e salotto”, presentata da Cinetel con ANEC e ANICA in occasione della 71. Mostra del Cinema di Venezia. Un’indagine statistica volta a scavare in profondità nei dati del box office e mettere in luce le abitudini di consumo che sottendono a quei risultati.
identikit spettatore cinema eta
Ne è emerso come nel corso del 2013 sia leggermente cresciuto il numero di “assenti” dal cinema, passati da 23 a 23,5 milioni. Una perdita tuttavia compensata dagli incrementi nella fascia degli spettatori sporadici (1-2 volte in tutto l’anno, probabilmente riportati in sala da film-evento come quello di Zalone). Rimane invece stabile lo zoccolo duro dei “pazzi di cinema”: circa 1,8 milioni di persone che assistono a 11-20 spettacoli l’anno e che hanno aumentato di ben 4 milioni il numero di ingressi attribuili alla loro fascia di consumo. Cerchiamo ora di riassumere per punti i risultati salienti della ricerca.
CHI SONO GLI SPETTATORI DI CINEMA?
Rispetto al profilo nazionale, il “moviegoer” nostrano è prevalentemente maschio (seppur con percentuali di poco più alte di quelle femminili), più giovane e più avvezzo all’uso di Internet, pay-tv e dispositivi di tipo mobile. Queste le specifiche di tre categorie chiave:
  •  i Cine-mad (11-20 biglietti acquistati all’anno) contano per il 24,7% delle presenze totali (26,14 milioni), sono in maggioranza uomini (56%), residenti in aree metropolitane, con titoli di studio alti e un’età media di 42 anni
  • i Cine-molto (5-10 biglietti) sono 7,5  milioni, hanno acquistato il 43,7% dei biglietti (46 milioni), sono soprattutto di sesso maschile (55%) e residenti in comuni di media grandezza
  • i Cine-mai (zero  biglietti) contano, come abbiamo già accennato, per il 45% della popolazione italiana over 15, sono prevalentemente donne (56%), residenti in piccoli comuni fino a 10 mila abitanti, con età media di 58 anni e titoli di studio più bassi o proprio inesistenti (vi rientra insomma un’ampia fetta di anziani, collocata in particolare nei piccoli centri della nostra penisola)

Curiosamente , la struttura maggiormente frequentata dagli alto consumanti sono i multiplex (36%) anche se la tipologia preferita sono i mono- o plurisala collocati nei centri urbani, quasi a evidenziare una domanda inevasa di cinema in città. Né a pesare su tale assetto sembrano essere i problemi logistici, poiché tutte le categorie di spettatori non distano più di 20 minuti dall’esercizio più vicino.

 

COME SCELGONO COSA VEDERE

scelte di visione

Rispetto all’anno scorso, sembra crescere in modo generalizzato la propensione a informarsi sul tipo di film cui si va ad assistere. Se la tv ricopre ancora un ruolo prominente, cresce il canale informativo del web e riprende un po’ di terreno anche la carta stampata. Il fenomeno lascia intuire insomma scelte meno improvvisate e la tendenza alla costruzione di un set informativo più solido, che gli operatori del settore possono e devono alimentare in maniera sempre più mirata.

Interrogati dai ricercatori sulla stagionalità, cioè sulla distribuzione nell’arco dell’anno dei titoli di maggior richiamo, gli spettatori italiani si sono detti piuttosto concordi sul sovraffollamento dei mesi autunnali, dove secondo il 44% dei sentiti escono più film interessanti di quanti ne riescano a vedere.

 

COSA POTREBBE PORTARLI MAGGIORMENTE AL CINEMA?

riattrarli in sala

Nonostante il costo medio del biglietto sia sceso nel 2013, anche per effetto di grandi iniziative promozionali quali la Festa del Cinema, la leva del prezzo è ancora indicata da un considerevole numero di spettatori come lo strumento che maggiormente potrebbe riavvicinarla al cinema.Tra i motivi di disaffetto verso il grande schermo spicca invece la qualità dell’offerta cinematografica, tenuta in grande considerazione soprattutto da quella fascia di pubblico medio da cui si potrebbe recuperare un consistente numero di biglietti.

mancata frequentazioe sale

La spiegazione più diffusa per il “non andare al cinema” (fornita da 7,6 milioni di spettatori) consiste tuttavia nella preferenza per “altre piattaforme”: una dizione cheimanda al forte radicamento della tv free in Italia e alla progressiva crescita di altre forme di intrattenimento domestico, come l’online, non sempre però attraverso vie legali. Ciò porta immediatamente all’ultimo punto:

IL CONSUMO DI CINEMA SULLE ALTRE PIATTAFORME

Uno degli aspetti più interessanti della ricerca “Sala e salotto” rimane la fotografia del consumo globale di film su tutti i canali a disposizione dell’utente, capace di restituire in modo assolutamente immediato l’assetto dell’audiovisivo e le sue criticità. Tra queste spicca di sicuro la pirateria, sondata in modo indiretto attraverso un’indagine sulla fruizione “gratuita” online di prodotto audiovisivo. Se ne ricava che sono ben 1,23 i milioni di utenti ancora avvezzi a tale pratica, contro i 202 mila utenti di video on demand, settore entrato da troppo poco nella fase di sviluppo grazie all’ingresso sul mercato di grandi player capaci di investire in promozione, quali Infinity di Mediaset e di Sky Online.

media mix ita

Attualmente, dunque, a prevalere sopra ogni altro è il consumo free di audiovisivo, e in particolare quello tradizionale tramite piccolo schermo, con circa 11 milioni di italiani che nel giorno medio guardano film sulla tv generalista. Una preferenza che, tuttavia, per i detentori di diritti si traduce in rendimenti tra i più bassi per singolo sfruttamento del prodotto. Senza contare che è proprio lì che si annida la principale alternativa di visione dei “non-spettatori”. Il 46% della popolazione che non si reca nelle sale cinematografiche esprime infatti il 42% degli atti di visione dei film nel giorno medio, principalmente sui canali televisivi gratuiti.

Una notizia positiva per la distribuzione digitale: la conoscenza del video on demand è in continuo amento nel pubblico italiano, con 2,7 milioni di utenti che dicono di averne già fatto uso e 4,4 milioni pronti ad adottarlo in futuro. L’illegale, insomma, non ha impedito la crescita della torta del legale, per altro sostenuta principalmente proprio dalle categorie più affezionate al consumo di cinema in sala, spettatrici ancora più voraci del web.

modalita di visione per tipologia spettatore

Il futuro del VOD, insomma, passa dalla sala, mentre quello della sala dalla capacità di competere con le altre forme di intrattenimento, specialmente domestico, sfruttando in modo più puntuale e strategico i canali informativi vecchi e nuovi utilizzati dallo spettatore per esprimere scelte di visione sempre più consapevoli.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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