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Netflix e l’Europa, comincia la partita

L’operatore di SVOD apre ufficialmente in Francia e germania, più altri quattro territori europei: previsti 8 milioni di nuovi utenti in due anni e una possibile espansione all’Italia nel breve termine.

Come atteso da diversi mesi, il 15 settembre il leader americano del video on demand ad abbonamento (SVOD) ha aperto ufficialmente i battenti in sei mercati europei, con un’espansione che si prevede possa cambiare in modo significativo l’assetto del settore non solo nei Paesi del lancio ma in tutto il vecchio continente. Da questa settimana Netflix sarà infatti presente in due aree strategiche per l’audiovisivo comunitario come Francia e Germania, cui si aggiungono BelgioLussemburgo, Austria e Svizzera. Il costo del servizio è di 7,99 euro al mese, il catalogo a disposizione degli utenti è ovviamente molto vasto, anche se permangono alcune criticità sui diritti a causa della forte competizione già accesa con i player locali dell’on demand (si parla di mille titoli contro gli 8 mila presenti negli USA e i 2.700 nel Regno Unito). Un esempio su tutti: l’assenza nella library francese di Netflix di House of Cards, il serial autoprodotto dal portale di streaming i cui diritti sono però detenuti dall’emittente Canal Plus, attiva nel comparto attraverso il servizio CanalPlay. Ripercorriamo per punti gli ostacoli e i vantaggi che Netflix avrà da questa nuova espansione all’estero, la più ampia mai avuta dall’operatore che finora ha aggiunto solamente uno o due mercati all’anno (il Canada nel 2010, l’America Latina nel 2011, Regno Unito e Irlanda nel 2012, seguite dalla Scandinavia considerata nel suo complesso, infine l’Olanda nel 2013).

netflix france

LE PARTNERSHIP

Quando si prepara un attacco è bene avere degli alleati. Nel caso del servizio di SVOD, in Francia è la tv connessa: l’applicazione di Netflix sarà disponibile su tutti i set-top box di Boygues Telecom. Gli utenti del piccolo schermo dotati dei dispositivi di questo marchio potranno dunque fruire dello streaming dell’operatore americano nel salotto di casa, andandolo a inserie direttamente nella competizione per l’audience televisiva. Niente da fare invece per le smart tv di Orange, il potente operatore di TLC che opera anche uno dei principali portali on demand francesi e con cui non è stato trovato un accordo commerciale. In Germania Netflix gode invece di un’intesa col principale internet provider del Paese, Deutsche Telekom.

 

I COMPETITOR

Ovviamente è ormai da tempo che i servizi locali si stanno preparando per lo sbarco del forte concorrente americano. In Francia Canal Plus si è affrettata ad aggiudicarsi i diritti su tutte le vecchie serie HBO oltre che a fare debuttare un algoritmo per generare suggerimenti automatici in base alle abitudini di visione degli utenti,  molt simile a quello usato da Netflix.  In Germania l’emittente satellitare Sky Deutschland ha fatto debuttare il suo  proprio servizio di SVOD.

 

GLI OBBLIGHI NORMATIVI

Se una delle ragioni addotte più spesso per il ritardo nel debutto massiccio in Europa era la rigida regolamentazione locale in materia di audiovisivo, ora è ufficiale che una parte del problema sarà aggirato grazie alla delocalizzazione della sede dell’operatore. Netflix farà base in Olanda, dove eviterà una parte dell’imposizione fiscale esistente sui film europei e  soprattutto la tassa di scopo imposta a tutti gli operatori francesi della filera cinematografica per il sostegno all’industria tramite il CNC (Centre National du Cinéma et de l’image animée ). Per quanto riguarda gli obblighi di investimento in prodotto nazionale, il servizio ha già annunciato la realizzazione di un serial appositamente per il mercato francese, Marseille, e l’acquisto di popolari serie locali come Wafku.

 

I NUOVI UTENTI

Il bacino preso di mira da Netflix è di ben 60 milioni di nuclei domestici dotati di banda larga. Questo porta i potenziali clienti non americani del servizio a 180 milioni, cioè il doppio delle connessioni broadband presenti negli USA. Le previsioni rispetto alle effettive performance finanziarie del servizio sono varie: Morgan Stanley stima un milione di nuovi utenti nel solo mese di settembre, mentre da  MoffettNathanson si aspettano 7,9 milioni di abbonamenti provenienti dai nuovi mercati nel giro di un paio di anni, di cui 3,3 milioni dalla Germania e 2,7 dalla Francia. Di sicuro, il numero di iscritti sarà fondamentale per ripagare i costi sostenuti per l’espansione, riportare il ramo internazionale della compagnia alla profittabilità e dunque nel determinare il valore della compagnia sul mercato.

 

NUOVE POSSIBILI ESPANSIONI

Dato il ritmo seguito finora dall’ampliamento dello SVOD di Netflix, non è da escludere che nel 2015 la compagnia decida di puntare su altri territori. Secondo alcune stime Italia e Spagna sarebbero una logica prosecuzione nella strategia tenuta dal portale, ma le peculiarità del nostro mercato fanno ancora intravedere difficoltà nel breve e medio termine affinché questa ipotesi si realizzi veramente.

 

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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