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Il nuovo album di Thom Yorke? Lo trovi (legalmente) su BitTorrent

Il cantante dei Radiohead sceglie il servizio di file sharing per il lancio, a un prezzo molto popolare, del suo Tomorrow’s Modern Boxes. Complici sarebbero le migliori condizioni offerte agli artisti dalla piattaforma, che sembra volersi davvero affrancare dalle sue origini “piratesche”.

Un paio di settimane fa gli U2 hanno dato una bella scossa al mercato musicale lasciando che iTunes, il potente store online della Apple, offrisse a tutti i suoi utenti il loro nuovo album Songs of innocence in forma assolutamente gratuita. Ora a dimostrare l’importanza delle piattaforme online nel nuovo assetto dell’industria musicale arriva anche Thom Yorke: il cantante dei Radiohead farà infatti debuttare il suo nuovo  lavoro da solista, Tomorrow’s Modern Boxes, al costo molto contenuto di 6 dollari e direttamente su BitTorrent. Nome spesso legato alla pirateria e all’offerta illegale, il servizio di file sharing si è ormai “ripulito” e lanciato seriamente nel campo della distribuzione digitale con i BitTorrent Bundle, un sistema che consente agli artisti di condividere con i fan le loro opere al prezzo e alle condizioni desiderate, anche gratis per scopo puramente divulgativo o promozionale.

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La logica è semplice, bypassare il concetto di negozio e lasciare che la tecnologia torrent, ampiamente conosciuta e utilizzata dalla maggior parte degli utenti del web, venga usata in modo flessibile per incentivare il contatto tra i detentori del copyright e i rispettivi pubblici. Finora il sistema è stato usato da diversi nomi più o meno grandi del settore discografico e dell’intrattenimento, da Moby a Madonna, all’artista molto vicina alle dinamiche del web Amanda Palmer, ad autori del calibro di Werner Herzog. L’album di Yorke è però il primo a fare il suo esordio ufficiale tramite Bundle, seguendo una politica ormai di lunga data per il cantante, molto critico delle piattaforme a sottoscrizione quali Spotify e favorevole invece  a iniziative fuori dagli schemi. Un esempio  su tutti, il lancio nel 2007 del disco dei Radiohead In Rainbows, che venne messo in vendita “a offerta libera” da parte degli acquirenti.

Secondo indiscrezioni, a fronte del basso costo dell’album, ci sarebbe anche una minor percentuale corrisposta alla piattaforma ospitante: BitTorrent avrebbe chiesto infatti solo il 10% dei ricavi, contro il 15% di servizi come BandCamp o BandPage e decisamente meno del 30% di iTunes. Da notare come nel Bundle dell’album attualmente ci siano 12 file, c’è da attendersi perciò un’offerta arricchita di contenuti speciali dedicati agli utenti che acquisteranno sul portale.

 

Fonte: The Hollywood Reporter

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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