Murdoch all’attacco di Time Warner: offre 80 miliardi, ma la società rifiuta la scalata

Se Topolino va a braccetto con gli Avengers, i Jedi e la lampada saltellante della Pixar, perché Il Pianeta delle Scimmie non dovrebbe accompagnarsi a Lo Hobbit, o Avatar ai cinecomic DC, o magari a Games of Thrones? La tendenza alla fusione dei colossi mediatici non è certo qualcosa di nuovo nel mercato dell’audiovisivo, ma stavolta il cambiamento avrebbe potuto essere storico. Nelle scorse settimane la 21st Century Fox di Rupert Murdoch ha messo sul piatto un’offerta d’acquisto da 80 miliardi di dollari per ottenere il controllo di Time Warner, che tuttavia ha rifiutato la proposta preferendo ad attenersi al proprio piano di business, secondo la compagnia più redditizio per i propri azionisti. L’esistenza di tali trattative è stata svelata solo ieri dal New York Times e successivamente confermata dalle due compagnie. Se fossero andate in porto, sarebbe diventata la più grande operazione di accentramento in campo mediatico dai primissimi anni duemila.

Tanto 21st Century Fox che la società oggetto dell’OPA sono infatti  a capo di un loro impero nel campo della comunicazione e dell’intrattenimento, cui fanno capo alcuni dei principali broadcaster internazionali come Sky e HBO, nonché le major cinematografiche 20th Century Fox e Warner Bros. Insieme, il fatturato delle due compagnie si aggirerebbe sui 65 miliardi di dollari annui mentre la loro fusione farebbe risparmiare circa un miliardo di dollari solo in costi di gestione. Secondo alcuni osservatori, la possibilità di successo di un’offerta d’acquisto non sarebbe da escludere completamente, non solo per la tendenza di Murdoch a insistere sui propri obiettivi di mercato, ma anche per l’entusiasmo con cui la Borsa ha accolto la notizia della tentata operazione. In un giorno il prezzo delle azioni di Time Warner è aumentato del 17% (arrivando a toccare gli 83,13dollari), mentre quello dei titoli di  21st Century Fox ha subito una leggera flessione, probabilmente per il timore che la compagnia possa tentare una nuova offerta al rialzo.

Tra gli ostacoli principali a una scalata c’è  tuttavia l’intenzione di ripagare gli attuali soci di Time Warner con titoli senza diritto di voto, come abitudine delle aziende controllate dalle famiglia Murdoch. C’è però anche da considerare che i due colossi hanno diversi azionisti in comune, tra cui fondi di investimento che potrebbero essere interessati al taglio dei costi e al valore creato da un’eventuale acquisizione.

Secondo il New York Times, non è da escludere che la “vistosa” mossa del magnate delle comunicazioni sia stata dettata dalla pressione creata dall’emergere di nuovi “big” del settore mediatico, provenienti dalle nuove tecnologie e dal web. Si parla del colosso delle TLC Comcast e di Google, ma anche del leader del video on demand Netflix. A prescindere dal suo esito immediato, l’operazione di  21st Century Fox sarebbe perciò da intendere come il segno di movimenti tellurici all’interno del sistema mediatico e di ristrutturazioni indotte dai new media, di cui si comincia appena a intuire la portata.

 

Fonte: The New York Times

Davide Dellacasa: Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.

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