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Pirateria: l’Australia riduce la finestra delle sale per difendere il copyright

90 giorni al posto dei 4 mesi canonici: gli operatori australiani dell’home entertainment si esprimono univocamente per l’accorciamento della window di esclusività dei cinema, per combattere l’offerta illegale online.

Trenta giorni per guadagnare terreno rispetto all’offerta illegale di film in Rete: è questo il periodo che le distribuzioni australiane hanno deciso di tagliare dalla finestra di esclusività delle sale, in modo da combattere la circolazione dei propri titoli in versione pirata. Come nella maggior parte dei mercati, anche in quello australiano le window non sono oggetto di norme specifiche (come lo è ad esempio la “cronologia dei media” in Francia), piuttosto frutto di un gentlemen’s agreement tra le diverse categorie operanti nella filiera cinematografica. Filiera che tuttavia si trova adesso a dover ricontrattare un modus operandi consolidato per rispondere alle sfide dei nuovi modelli di fruizione del prodotto audiovisivo, caratterizzati dall’assoluta centralità dell’utente e della sua esigenza di flessibilità nella visione dei contenuti. Ecco perché l’associazione australiana dei distributori di HE, che rappresenta un giro d’affari di un miliardo di dollari, ha deciso di accantonare i quattro mesi canonici di intervallo tra l’uscita sul grande schermo e quella in DVD e Blu-ray, o ancora meglio in VOD ed EST (noleggio e acquisto digitale e online).

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“Questi 12o giorni non saranno più la regola dura e pura e alcuni studios quest’anno cominceranno ad adottare una window di 90 giorni” ha dichiarato Simon Bush, CEO dell’associazione delle industrie dell’home entertainment. Per ora non si tratterà di un’adozione massiccia, ma di un numero sempre crescente di titoli che seguiranno la nuova tempisitica, compresi alcuni blockbuster:

“90 giorni garantiscono alla finestra theatrical di mantenere il suo ruolo prominente nel mercato in quanto contesto principe dell’esperienza cinematografica, ma permettono anche ai consumatori di ottenere prima l’accesso ai film in digitale, in DVD o Blu-ray e in questo modo riducono quella che possiamo chiamare la finestra della pirateria”. 

Un tentativo sostanziale di accorciamento era già stato fatto da Disney nel 2010, quando provò a far uscire in home entertainment con un mese d’anticipo il campione di incassi Alice in Wonderland. La risposta furono una minaccia di boicottaggio da parte dei principali circuiti europei e successive negoziazioni da parte della major con le singole catene, che secondo indiscrezioni hanno incluso l’impegno da parte dello studio a non ripetere più l’esperimento per due anni.

Per quanto riguarda l’esercizio australiano, non sembrano esserci state particolari reazioni pubbliche all’annuncio dei 90 giorni. Graham Burke, co-direttore di Village Roadshow (società australiana che opera in modo integrato in tutti gli anelli della filiera cinema),  ha manifestato il proprio sostegno all’iniziativa, specificando tuttavia la propria assoluta contrarietà a un’eventuale ipotesi di annullamento completo della finestra di esclusività delle sale:

“Un’uscita simultanea porterebbe probabilmente all’annullamento dei margini del cinema, perché è quella window a stabilire il prestigio e l’importanza del film per i passaggi che vengono dopo. La release in home entertainment rappresenta necessariamente uno stadio successivo del processo”.

Altri rappresentanti di catene cinematografiche australiane hanno rifiutato di commentare la notizia, mentre l’associazione nazionale degli esercenti australiani continua a indicare come sua priorità la difesa della window theatrical  contro ogni ipotesi di “collasso” a favore del day-and-date con l’home video. 

Nel 2012, il ministro australiano delle Comunicazioni, Malcolm Turnbull, si era espresso in modo piuttosto chiaro a favore di un’offerta legale anticipata, specialmente in Rete:

“Dovrebbe essere in vendita su iTunes o altre piattaforme nello stesso momento, altrimenti se possono scaricarlo gli utenti lo faranno. Ci stiamo prendendo in giro e stanno solo buttando via soldi evitando di rendere i film disponibili immediatamente su Internet”.

Da ricordare anche come tra le proposte attualmente al vaglio del governo australiano per combattere la pirateria ci siano  un sistema di avvisi graduali agli utenti, sul vecchio modello francese dell’Hadopi, e il blocco dei siti pirata da parte dei provider.

 

Fonte: The Sidney Monthly Herald

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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