You are here
Home > Cinema > Digitale > Netflix pensa a un aumento dei prezzi mentre cresce la profittabilità delle operazioni internazionali

Netflix pensa a un aumento dei prezzi mentre cresce la profittabilità delle operazioni internazionali

Utili in significativo aumento anche all’estero per la compagnia di streaming legale, che pensa tuttavia di aumentare il costo degli abbonamenti mentre si prepara all’espansione europea.

Uno o due dollari in più rispetto ai classici 7,99 è quanto potrebbero presto trovarsi a pagare i nuovi clienti di Netflix, il servizio leader nel settore americano del video on demand ad abbonamento (SVOD). L’aumento di prezzo, ha spiegato il CEO Reed Hastings in una nota agli azionisti, è da attendersi entro i prossimi tre mesi e varierà di paese in paese. Non riguarderà invece gli utenti attuali dell’operatore, cui sarà consentito di mantenere i costi sottoscritti per un “generoso periodo di tempo”. La mossa potrebbe sembrare rischiosa considerando l’emorragia di utenti causata dall’ultimo aumento di prezzi, imposto nel 2011 per aumentare la liquidità della compagnia. Il mercato però non sembra aver reagito bruscamente alla notizia, grazie alle buone performance messe a segno da Netflix anche nel primo trimestre 2014 in tutti i suoi rami di attività, in particolare in quel settore internazionale che, a detta del management, sta finalmente per raggiungere la profittabilità.

Family in living room 4 - Netflix Logo on Red

Da gennaio a marzo, la compagnia guidata da Hastings ha battuto le attese degli analisti, generando un utile netto di 53,1 milioni di dollari, in aumento di 2,7 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e ricavi per 1,27 miliardi di dollari (+24% rispetto al primo trimestre 2013). Il dato in prospettiva più importante è, tuttavia, il continuo incremento nel numero di abbonati: nei soli Stati Uniti se ne sono aggiunti 2,25 milioni, per un totale di 35,7 milioni, mentre negli altri territori gli iscritti hanno raggiunto i 12,7 milioni. L’ammontare è ovviamente destinato a crescere con la “massiccia espansione europea” prevista nell’ultima parte dell’anno. Un’operazione destinata a scuotere notevolemnte gli equilibri continentali del video on demand, ma che si tradurrà ovviamente per Netflix in un calo temporaneo degli utili e per l’appunto della faticosamente raggiunta profittabilità nel ramo internazionale.

Ma la nuvola più grande che la compagnia vede sul proprio orizzonte non viene né dai contenuti, né dai competitor né dal mercato dell’on demand in sé, quanto dall’infrastruttura. La presentazione della trimestrale è stata infatti l’occasione per Reed Hastings di tornare a parlare di net neutrality e del pericolo di grandi accentramenti come quello in corso tra i colossi delle TLC Comcast e Time Warner Cable. Una fusione che, secondo il CEO di Netflix, sarà un ulteriore incentivo verso “l’imposizione anticoncorrenziale e arbitraria di sovracosti  per connettersi ai loro clienti”. Qualcosa che il servizio di SVOD conosce bene, avendo già pagato gli oneri di un accordo con Comcast per la rimozione del tetto stabilito dal provider allo streaming generato dal servizio di SVOD.

 

Fonte: Deadline

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
Top
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI 
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI