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Accordo Comcast – Time Warner Cable: una risposta alla sfida di OTT e VOD alla tv tradizionale

L’acquisto di Time Warner Cable da parte di Comcast per 45,2 miliardi di dollari non sarà un game changer per il solo mercato della tv via cavo, ma anche per comparti emergenti come servizi non lineari e video on demand via streaming.

Da ieri una notizia accende il fermento del settore media: si tratta ovviamente dell’acquisto di Time Warner Cable da parte di Comcast per 45,2 miliardi di dollari. L’operazione ha proporzioni gigantesche, in quanto si tratta di una fusione tra due colossi della tv via cavo statunitense, portata a termine da un colosso del settore dell’intrattenimento cui, dal 2010, fanno capo anche NBCUniversal e Universal Pictures. Il soggetto che nascerà dall’unione delle due compagnie gestirà circa 30 milioni di utenti, cioè praticamente il 30% del mercato del cavo, ma le conseguenze di questo cambiamento potrebbero estendersi al di là di questo specifico ramo delle telecomunicazioni. Guardando al settore televisivo nel suo complesso, la mossa appare infatti agli esperti anche come un necessario consolidamento indotto dalle sfide affrontate dal piccolo schermo. Tra queste non solo la concorrenza “tradizionale” delle televisioni satellitari, ma anche quella degli operatori del video on demand come Netflix e i distributori OTT come Aereo.

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In poche parole, questa fusione orizzontale può essere letta come una delle conseguenze del cosiddetto “cord cutting”, cioè della sempre crescente tendenza a fruire dei contenuti del piccolo schermo attraverso vie atipiche, ed ecco perché secondo molti potrebbe essere solo il punto di inizio di una radicale ridefinizione degli equilibri dell’intero comparto del broadcasting. Questo è anche un punto su cui si concentrano le preoccupazioni riguardo ai risvolti concorrenziali della mossa di Comcast. Dal punto di vista del consumerismo, il rischio nel medio periodo è ovviamente quello di un innalzamento nei costi di abbonamento o di una minor attenzione rispetto alla qualità del servizio. Ma la situazione potrebbe essere ancora meno rosea per quanto riguarda le alternative alla tv tradizionale che si stanno affacciando quali nuovi modelli di fruizione del prodotto audiovisivo.

Con l’acquisto di TWC, Comcast non guadagna solo nuovi utenti ma anche una maggior potenza di fuoco dal punto di vista tecnologico e in un settore essenziale come la banda larga. Unendo le forze dei due soggetti, è ipotizzabile che il nuovo servizio goda di importanti migliorie nella velocità di trasmissione e anche nella capillarità della distribuzione, quindi di un rafforzamento nei confronti del video on demand online e degli operatori non lineari. Tanto più se si considera il livello già molto avanzato raggiunto da Comcast nel campo delle nuove tecnologie: l’emittente conta  sul sistema di intrattenimento cloud X1, ha 50 mila titoli on demand via cavo e più di 300 mila via streaming tramite XfinityTV.com, senza contare l’app mobile del servizio di VOD e il suo ultimissimo lettore DVR cloud.

A doversi preoccupare, insomma, non sembrano tanto i diretti concorrenti nel cavo, come Cox, Charter o Cablevision, ma soggetti come il colosso della fibra ottica Verizon, che già pensava ad aggredire il campo OTT tramite l’acquisto della divisione Media di Intel.

Per una riflessione sulle conseguenze concorrenziali dello sbarco dei colossi mediatici in nuovi mercati come quello del VOD, vi rimandiamo anche alla nostra analisi del settore italiano del video on demand.

 

 

Fonte: The Wrap, paidContent

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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