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Cinema, 2013: confermato l’aumento di presenze (97,38 milioni) e incassi (618,35 milioni)

Cinetel presenta i dati del mercato italiano del cinema nel 2013, che ha visto i biglietti venduti crescere del 6,56% e gli incassi dell’1,45%. Sale oltre il 30% la quota dei film italiani, ma secondo Tozzi si tratta di numeri sostanzialmente stabili, che denotano possibilità di espansione ancora inibite da vecchi nodi strutturali quali stagionalità e squilibrio del parco sale.

Dopo due anni consecutivi di contrazione, nel 2013 il box office italiano ha conosciuto una lieve ripresa che gli ha consentito, se non di invertire la tendenza, di mantenere una certa stabilità. Secondo i dati Cinetel diffusi ufficialmente oggi, a Roma, le presenze sono state 97.380.572, in aumento del 6,56% rispetto al 2012, mentre gli incassi sono aumentati in misura decisamente minore, dell’1,45%, passando da 609 a 618,353 milioni di euro. Per quanto riguarda il numero di biglietti staccati, va ricordato che Cinetel monitora il 90% del mercato: si prevede dunque che le rivelazioni Siae arrivino a contare oltre 100 milioni di titoli di ingresso venduti, per l’esattezza 109 milioni. Numeri che, in ogni caso, senza i 52 milioni incassati dal film di Checco Zalone e senza i suoi circa 8 milioni di biglietti staccati, avrebbero visto una crescita molto meno significativa, se non inesistente. Lo scarto tra box office e presenze, inoltre, mette in luce la popolarità in discesa del 3D, che nell’ultimo hanno ha avuto 7 milioni di spettatori contro i 12 milioni del 2012, e 62 milioni di euro di incassi contro i 112 del periodo precedente. Da ricordare anche l’incidenza della Festa del Cinema, che a maggio ha consentito al pubblico di recarsi in sala a prezzo notevolmente scontato.

Mercato italiano del cinema 2013

Altro dato positivo segnato dal 2013 è la crescita della quota di mercato detenuta dai film di nazionalità italiana, passata dal 26,5 al 31,02%. Centrale, in tal senso, non solo il risultato di Sole a catinelle ma anche del resto dell’offerta italiana che vede in top 10 altri due titoli, la commedia Il Principe Abusivo e il thriller di Tornatore La Migliore Offerta. A crescere è stato anche il numero di film distribuiti, passati da 364 a 453, con un incremento che riguarda anche i film italiani e le coproduzioni, passati da 127 a 161.

Un balzo in avanti è stato compiuto da quelli che sono stati definiti “contenuti complementari”, vale a dire quei prodotti che, grazie al digitale, hanno reso più variegata l’offerta delle sale con spettacoli alternativi alla normale programmazione di film. Se il numero di questi titoli non è cresciuto in maniera eclatante (da 61 a 69), gli spettatori  si sono triplicati, andando da 319 mila a 963 mila, mentre gli incassi hanno conosciuto un incremento da 2,8 a 7,2 milioni di euro.

Positiva anche la decisione di esercenti e distributori di spostare le nuove uscite al giovedì, giornata che ha visto i biglietti venduti aumentare del 25,74%. Lievemente in calo, non da ultimo per il minor consumo di 3D, il prezzo medio del biglietto, passato da 6,21 a 6,02 euro, in decisa controtendenza rispetto al tasso di inflazione.

Come già rivelato in occasione delle Giornate di Cinema di Sorrento, la distribuzione con la maggior quota di mercato è stata Warner Bros, che ha realizzato poco meno del 20% delle presenze totali e oltre 125 milioni di euro di incasso, seguita da Universal (14,74% dei biglietti) e Medusa (13,43%). In cima alla top 10 dei film di maggior successo si trova, come ormai stranoto, la commedia con Checco Zalone, Sole a catinelle (51,8 milioni di euro e 8 milioni di spettatori), cui fanno seguito sul podio il film d’animazione Cattivissimo Me 2 (15,9 milioni di euro, 2,3 milioni di spettatori) e un altro titolo comico quale Il principe Abusivo (14,3 milioni di euro e 2,38 milioni di spettatori). Come sempre, i biglietti si sono concentrati in cima alla classifica: la top 13 dei film ha realizzato il 30% delle presenze dell’anno, mentre i primi 33 titoli hanno raccolto il 50% del totale.

Secondo il presidente ANICA, Riccardo Tozzi, si tratta di dati nella norma:

“Siamo in una fase di stabilità, che corrisponde a 110 milioni di spettatori e al 30% di quota di mercato italiana. Le cifre possono oscillare sopra o sotto questo livello, ma la tendenza rimane sempre la stessa. L’unico lato negativo è questo tetto di 110 milioni: il consumo potenziale di cinema è ben più alto di così, ma ogni anno torniamo a discutere del medesimo tema e delle medesime problematiche. Qualcosa è migliorato, anche nella la stagionalità, per quanto si assista ancora a un addensamento di titoli tra ottobre e marzo che non mangia solo la coda ma a volte anche il corpo degli incassi. Poi c’è lo squilibrio del circuito, con un numero e una tipologia di schermi non adeguata. Il lato positivo è che, in un mercato ancora troppo piccolo, la quota del cinema italiano è alta e salutare. Ma questi due parametri fondamentali non sono cambiati, non mi sembra accennino a cambiare e penso che continueremo ad assistere a questa realtà in bianco e nero”.

Per quanto riguarda le mosse da intraprendere per il futuro, secondo Tozzi c’è innanzitutto da tener d’occhio  “la grandissima trasformazione nei modelli di consumo audiovisivo”:

“I nuovi mezzi, la Rete, che è sempre home video, ha avuto non solo una grande espansione dal punto di vista quantitativo, ma anche della diversificazione qualitativa al proprio interno. Basti pensare al boom della nuova serialità, che appassiona gli stessi fruitori di cinema, concorrendo per il tempo di consumo e condizionando anche il linguaggio frequentato da chi ama questa arte. L’offerta home è fortissima e quindi lo spettatore deve essere sempre più attratto. I film, anche piccoli, devono aumentare il loro grado di “ eventizzazione”. I produttori dovranno cercare di avere una voce o molto forte o molto chiara, altrimenti si rischia di ricadere nel nulla. Vedo segni di questo cambiamento nelle commedie, ma anche nel cinema d’autore. Penso a Pif, o a Virzì: stiamo assistendo a un cambio di passo, che tenta di andare verso il pubblico ma con uno stile diverso, abbandonando realismo e naturalismo. La multiprogrammazione, inoltre, è un altro indicatore del fatto che esistono tanti pubblici che possono essere raggiunti con segnali giusti e prodotti giusti. Profondità, seconda visione, distribuzione locale: la tecnologia dà la possibilità di resuscitare cose che ci sembravano vecchie, ma che forse erano state solo travolte da una certa organizzazione dell’offerta”.

Il presidente degli esercenti ANEC, Lionello Cerri, ha messo in evidenza il peso del fenomeno Zalone:

“Ci potevamo aspettare ottimi risultati, ma non così tanto di più rispetto ai 3-4 milioni di spettatori di una normale commedia italiana di successo. La differenza è stata quindi colmata da un grosso happening, ma ci sono comunque segnali positivi in merito al numero di film distribuiti, alla ripresa della quota di mercato e alla molteplicità dei prodotti e dei modi di andare al cinema. Il 2013 ha dimostrato la possibilità di una distribuzione su 10 mesi all’anno, che permette anche una continuità e un’abitudine nel consumo di cinema. La stagionalità rimane un tema su cui ragionare tutti, soprattutto in quest’anno in cui ci saranno i mondiali“.

Fondamentale anche il tema della transizione al digitale:

“A dicembre si erano adeguati già il 73,5% degli schermi e abbiamo raccolto l’impegno di altri 400 ad adattarsi al nuovo sistema  entro il 30 di giugno. Questa’estate saranno digitali circa l’83,5% delle sale, ma c’è un 15% di schermi restanti di cui non conosciamo il futuro. Il milione di spettatori fatto con i contenuti complementari è molto importante perché rende la proposta della sala multimediale e polivalente e le consente di intercettare un tipo di pubblico che col cinema tradizionale non arrivava”.

Apprezzamento per i contenuti alternativi è stato espresso anche dal presidente degli esercenti multiplex (ANEM) Carlo Bernaschi:

“Eventi come Violetta e Peppa Pig riportano il pubblico televisivo al cinema, il che è raro, di solito avviene il contrario. E se le spettatrici di Violetta sono state accompagnate per lo più da un genitore, il pubblico estremamente giovane di Peppa Pig ha portato in sala entrambi i genitori. Trattandosi soprattutto di bambini di 4-5 anni, forse mai stati al cinema, è ipotizzabile che spingano per ripetere ancora questa esperienza”.

A preoccupare le grandi strutture sono i 50 milioni di euro persi dal 3D e la minacciata riduzione delle agevolazioni fiscali per l’esercizio cinematografico. Temi cui Bernaschi  unisce poi l’assenza di fondi pubblici per la ristrutturazione e l’adeguamento delle sale, la mancanza di un quadro normativo organico favorevole all’apertura di nuovi cinema e i ritardi nel rimborso dei crediti Iva.

Da considerare positivi i risultati del 2013 anche secondo il presidente dei Distributori ANICA, Andrea Occhipinti:

“Si può crescere di più, ma alla mancanza di sale in certe zone del Paese e alla stagionalità, va aggiunto il problema della pirateria. L’approvazione del nuovo regolamento Agcom porterà a passi importanti in materia,  dobbiamo essere vigili e lavorare affinché ci sia un cambio culturale ma anche un impegno attivo nella rimozione dei titoli sfruttati illegalmente. Altri segnali di ripresa sono l’aumento del numero di distributori, oltre che di film distribuiti, e la resa dei contenuti alternativi. Gli eventi di derivazione televisiva stanno funzionando e attirano pubblico nelle sale. Più in generale, le attività promozionali pagano e sono aspetti fondamentali che, se ben organizzati, possono portare a risultati fondamentali”.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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