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Antipirateria: l’Internet Society chiede a provider regole chiare, imparziali e improntate all’interesse comune

Se educare l’utente è lo scopo degli ISP e degli altri soggetti dotati di un’autoregolamentazione in materia di copyright, questo dovrebbe essere perseguito tramite informazioni complete e regole trasparenti. Ecco la richiesta che l’organizzazione internazionale rivolge agli operatori del web impegnati, di comune accordo con l’industria dell’intrattenimento, nel contrasto alla pirateria.

La lotta alla pirateria, anche se praticata da privati e non da enti istituzionali, deve essere basata su misure imparziali e trasparenti, nonché sull’informazione corretta e completa degli utenti sulle norme vigenti. Questo è quanto ribadito dall’Internet Society (ISOC), organizzazione internazionale non governativa impegnata nella diffusione della Rete e  della sua cultura, in una sere di principi rivolti a tutti gli operatori che intraprendono iniziative volontarie contro la violazione del copyright. La questione, ovviamente, nasce soprattutto in merito al Copyright Alert System (CAS), il sistema di notifiche e disincentivi che i provider hanno adottato negli USA di comune intesa con i fornitori di contenuti, al fine di limitare le violazioni al diritto d’autore sul web.

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Il modello è basato sul principio dei “sei strike”, ossia dei “sei avvisi” prima di arrivare ad azioni concrete  contro la violazione del diritto d’autore, ma continua a suscitare scetticismi anche per la mancanza di un controllo pubblico, o comunque esterno, a tutela dei consumatori. Alcuni di tali dubbi sono stati esplicitati in questo nuovo documento emesso dall’ISOC, indirizzato tanto agli ISP americani quanto a qualsiasi soggetto non amministrativo che adotti policy antipirateria. Secondo la ONG, in particolare, ogni autoregolamentazione dovrebbe includere al suo interno principi chiari e attendibili che consentano a consumatori e utenti di avere una piena comprensione delle procedure, dello scopo e del carattere di pubblico interesse delle norme cui gli viene richiesto di aderire. Particolare importanza, in questo contesto, ricopre dunque l’informazione chiara e precisa del pubblico del web, soprattutto in relazione a cinque punti chiave. Il primo è l’accesso alla regolamentazione stessa, il che implica anche assicurarsi del costante aggiornamento degli utenti sulle iniziative intraprese in difesa del copyright. In secondo luogo vengono le procedure di applicazione, o enforcement, delle norme e la notifica delle stesse agli utenti, da assicurare col massimo anticipo possibile, meglio ancora se prima della stipula del contratto, e in un linguaggio facilmente comprensibile. Altro punto è l’educazione, spesso citata quale scopo primario dei sistemi volontari di contrasto alla pirateria: secondo l’ISOC, è fondamentale che tale obiettivo venga perseguito con assoluta imparzialità e possibilmente da soggetti terzi e accreditati, anche accademici. L’educazione infatti non dovrebbe essere unidirezionale, ma rivolta a tutti gli attori del web, e mirata a diffondere una conoscenza approfondita della normativa sul diritto d’autore.  Infine è ovviamente centrale che la difesa del copyright non incida sulla sicurezza dei dati.

Come ogni tipo di normativa, anche l’autoregolamentazione per avere piena efficacia dovrebbe inoltre cercare di assicurarsi l’adesione spontanea e convinta degli utenti. A questo proposito l’ISOC raccomanda meccanismi atti non solo a cessare le violazioni, ma anche a rispettare i principi basilari di giustizia e imparzialità, garantendo un adeguato sistema di pesi e contrappesi, incluso il diritto d’appello. Un controllo regolare e periodico dello stesso impianto normativo è altrettanto consigliato, mentre appare assolutamente cruciale che le autoregolamentazioni, pur nascendo principalmente da un’esigenza di tipo economico, rispecchino l’interesse pubblico e non solo quello del comparto industriale.

“Le iniziative volontarie a difesa del copyright devono servire il pubblico interesse – ha ribadito al sito TorrentFreak Konstantinos Komaitis, policy advisor dell’ISOCNon dovrebbero essere usate come porta di servizio per raggiungere obiettivi a cui non sono arrivate le tradizionali fonti normative”. Per quanto riguarda l’educazione degli utenti, secondo la Internet Society dovrebbe “essere limitata a fornire corrette informazioni e a dare agli utenti gli strumenti per comprendere lo scopo e la ratio delle leggi sul copyright”, tenendo presente anche la complessità di tali norme “che stabiliscono diritti, ma anche limiti ed eccezioni a tali diritti”.

Ricordiamo che il Copyright Alert System attualmente prevede l’invio di una serie di avvisi agli utenti scoperti a violare il diritto d’autore, in particolare a condividere film, serie tv e musica protetta da copyright. Le prime due notifiche hanno per esplicita definizione degli ISP un intento “educativo”, dopodiché seguano altri due alert con richiesta di risposta e, nel caso di mancata cessazione del comportamento lesivo della proprietà intellettuale, due avvisi finali accompagnati da una riduzione di banda e/o dal reindirizzamento verso un’apposita pagina. In teoria si è rinunciato sin da principio all’idea di punire le violazioni con la disconnessione, in modo da allontanarsi anche da realtà controverse quali l’ex-normativa francese nota come Hadopi. Il sito TorrentFreak, tuttavia, non più tardi della settimana scorsa aveva denunciato l’esistenza di un documento che dimostrerebbe l’intenzione di AT&T, colosso USA delle TLC, di integrare anche l’inibizione dell’accesso a Internet tra le opzioni contemplate all’interno del CAS.

 

Fonte: ISOC, TorrentFreak

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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