Non si ferma l’impegno di Netflix nella programmazione originale: oltre alle serie tv già in cantiere, il portale americano leader nello streaming ad abbonamento (SVOD) ha annunciato di voler ampliare ancora il proprio fronte produttivo, includendo anche documentari e stand-up comedy. Se alcuni analisti vedono la nuova dichiarazione di intenti come un tentativo di avvicinarsi ulteriormente al modello dei grandi network come HBO, per Netflix la mossa conferma anche il funzionamento della strategia seguita finora con serial quali House of Cards e Arrested Development. Il primo, in particolare, ha tenuto banco nell’edizione appena conclusasi degli Emmy Awards, con ben 9 nomination sulle 14 totali ottenute dal sito di video on demand. Stando a quanto comunicato agli azionisti in occasione della prima semestrale della compagnia, la ripresa della serie Arrested Development, cancellata anni orsono da Fox, dal canto suo avrebbe contribuito in modo non massiccio, ma comunque ben mirato e misurabile, alla crescita degli abbonati al servizio.

Netflix ha infatti chiuso giugno 2013 con 29,81 milioni di iscritti nei soli Stati Uniti, in aumento  di 630 mila unità rispetto a fine marzo. Una crescita in linea con le previsioni della compagnia (comprese tra i 29,4 e i 30,05 milioni di abboanmenti), che non ha entusiasmato troppo il mercato ma che secondo il portale dimostrerebbe la capacità dei contenuti originali di attirare pubblico anche in una stagione solitamente non troppo proficua per lo streaming, quale appunto il secondo trimestre dell’anno.

Attualmente il budget che Netflix dedica alla produzione è pari al 5% dei 3 miliardi spesi per il  mantenimento della library di titoli offerta ai propri clienti. Con l’ampliamento di generi e con la moltiplicazione degli accordi stretti con soggetti operanti nel business dell’entertainment (ricordiamo in particolare quello con DreamWorks Animation), la percentuale potrebbe presto crescere fino a toccare il 10-15% di tali costi.

Fonte: Variety