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Tax credit ed eccezione culturale: due vittorie per il settore cinema

L’audiovisivo resta fuori dai negoziati USA-Europa sul libero scambio, come richiesto non solo da artisti e operatori dal comparto ma anche da alcuni governi, in primis quello Francese. In Italia, confermati gli incentivi fiscali al cinema per il periodo 2014-2015.

Diverse notizie a lungo attese dal comparto della produzione culturale, e soprattutto dell’audiovisivo, sono arrivate in questi giorni a rassicurare su alcuni dei temi caldi emersi negli ultimi mesi anche a livello internazionale. Sul fronte europeo, è stata confermata la tutela del principio dell’eccezione culturale, che consentirà agli organismi comunitari di escludere l’audiovisivo, comprese le sue declinazioni nell’online, dalle trattative sul libero commercio con gli Stati Uniti. Sul fronte interno, invece, il Decreto del fare ha consentito il rinnovo degli incentivi fiscali a favore del settore cinematografico, più altre misure giudicate fondamentali da Massimo Bray per il buon funzionamento del proprio dicastero, quello cioè per i Beni e le Attività culturali.

eccezione culturale

Per quanto riguarda l’eccezione culturale, si tratta di un risultato ottenuto dopo lunghe proteste da parte di artisti e operatori del settore, oltre che tramite la netta opposizione di diversi Paesi. La Francia, in particolare, è stata in primissima linea sul tema, arrivando anche a paventare l’uso del proprio diritto di veto nel caso questo delicato comparto dell’economia europea non fosse stato escluso tra quelli che la Commissione UE ha ricevuto mandato di negoziare con gli USA. Venerdì scorso, infine, dall’incontro tra i vari ministri europei del Commercio estero è scaturita la decisione di mantenere la cultura fuori dai trattati, il che significa non solo la possibilità teorica di introdurre limiti all’importazione di prodotti audiovisivi americani, ma soprattutto quella di mantenere in vita le tante misure a sostegno del settore che quasi ogni Paese europeo stanzia regolarmente, ovviamente con l’impiego di fondi pubblici,  a favore delle produzioni nazionali ed europee, senza contare i programmi sostenuti dalla stessa UE, come MEDIA, o le quote di programmazione e investimento imposte ai broadcaster.

Il mantenimento dell’eccezione culturale, tra l’altro, non ha mancato di suscitare qualche malumore tra gli organi comunitari. Il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, in un’intervista all’Herald Tribune si è scagliato contro la posizione degli “excepionists” come la Francia, definita come antiglobalizzazione e reazionaria. Variety ha descritto la decisione dei Ministri UE come una non-perdita ma anche una non-vincita per Hollywood, che secondo il magazine senza l’eccezione culturale potrebbe aumentare la quota di mercato del prodotto USA, attualmente dell’80-90% in aree come l’America Latina, ma sotto al 50% in Francia e intorno al 60-75% nell’Europa occidentale. Non mancherebbero però voci statunitensi a favore dell’esclusione della cultura dalle negoziazioni USA-Europa sul libero scambio: “La cosa più importante è preservare lo spazio dei film culturali, perché fa bene a tutto il mercato”, avrebbe detto ad esempio il noto distributore Harvey Weinstein, in un evento organizzato dal ministro francese della Cultura, Aurelie Filippetti.

Tra le misure a sostegno del cinema nazionale che potranno dormire sonni particolarmente tranquilli, in Italia spicca il credito d’imposta per le produzioni cinematografiche, che grazie all’inserimento all’interno degli ultimi provvedimenti del Governo è stato rinnovato anche per il periodo 2014-2015, ma con l’impegno a trovare risorse per finanziarlo anche negli anni successivi. Le industrie del settore  esprimono soddisfazione per il risultato ottenuto, ma sottolineano anche la latitanza di 20 milioni di euro dal Fondo Unico per lo Spettacolo e di 70 milioni dovuti dallo Stato sotto forma di  contributi sugli incassi. Tra le altre misure inserite nel DL del Fare, il reintegro e il ritorno alla piena operatività del Consiglio superiore dei Beni culturali e norme sulla gestione dei fondi interni al Mibac per la copertura delle emergenze.

 

 

Fonte: Key4Biz, Variety, Il Giornale dello Spettacolo 

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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