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Cinema e digitale: all’appello manca ancora il 25% degli schermi su scala mondiale

In Nord America sarebbero digitali già 36mila sale, pari all’85% del totale, mentre in Europa avrebbero completato la transizione 25mila schermi, corrispondenti al 67% di quelli presenti sul continente. Ma preoccupa la situazione dei Paesi emergenti e di tutti gli esercizi che ancora non hanno provveduto alla conversione.

Il processo di digitalizzazione delle sale cinematografiche ha fatto registrare un buon avanzamento a livello mondiale, raggiungendo il 75% degli schermi complessivi (cioè circa 90mila), lasciando tuttavia scoperto un 25% la cui conversione si preannuncia molto più ardua. Ecco il quadro del mercato globale dell’esercizio presentato da Michael Karagosian, analista della MKPE Consulting, in occasione del NAB, summit di riferimento su tecnologia e cinema in corso in questi giorni a Las Vegas.

Scendendo nello specifico delle diverse aree geografiche, in Nord America sarebbero digitali già 36mila sale, pari all’85% del totale, mentre in Europa avrebbero completato la transizione 25mila schermi, corrispondenti al 67% di quelli presenti sul continente.  Molto più critiche le cifre provenienti invece da alcuni Paesi emergenti come quelli dell’America Latina, dove la nuova tecnologia sarebbe stata installata solo su 4.900 schermi, cioè leggermente meno della metà di quelli complessivi. Ricordiamo, a tal proposito, gli ultimi dati rilasciati da MEDIA Salles, che sostanzialmente dipingevano un quadro abbastanza simile della digitalizzazione a livello comunitario e mondiale.

“La conversione del primo 75% è stato un frutto piuttosto facile da cogliere – ha commentato a proposito Karagosian Le vendite dei proiettori digitali DCI-compliant sono state fenomenali. Ma la cattiva notizia è che l’apice è stato ormai raggiunto”. Per l’anno in corso si prevede infatti la digitalizzazione di altri 20 mila schermi, dopodiché ci si dovrebbe attendere un crollo verticale nella domanda della nuova tecnologia, dovuta anche al completamento di molti degli accordi vpf adesso operativi. L’allarme, dunque, stavolta non viene lanciato solo agli esercizi che ancora non hanno compiuto il processo di conversione, ma anche a quel comparto industriale che rifornisce le sale di nuova tecnologia.

“Il prezzo dei biglietti è al limite, gli spettatori non saranno disponibili a pagare di più per altri aggiornamenti tecnologici, mentre gli esercenti sono già sovraccaricati a causa del passaggio al digitale”, ha sottolineato l’analista, “un investimento da 5 miliardi di dollari che pesa sui  loro libri contabili”. Dopo il boom del 3D e l’abbandono della pellicola, potrebbe perciò diventare complicato spingere le sale verso altri ammodernamenti, almeno a breve termine. Le preoccupazioni, in particolare, sono per i proiettori 4K, che ad esempio negli USA rappresentano solo 20mila dei 90 acquistati per la transizione al digitale, o per la tecnologia laser volta ad aumentare la luminosità dei film in 3D. “Queste sono le migliorie di cui il pubblico si accorge meno”, ha avvertito Karagosian, sottolineando come, al momento, il comfort delle sale o le sezioni per la ristorazione costituiscano un pericoloso concorrente nell’accaparrarsi gli investimenti cui gli esercenti saranno ancora disponibili.

 

Fonte: The Hollywood Reporter

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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