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“Ogni artista vorrebbe che un film uscisse solo in sala”: Richard Gere parla della distribuzione in VOD di Arbitrage

Nonostante il financial thriller di Jarecki sia un esempio spesso citato, anche al di fuori degli USA, di uscita day-and-date al cinema e on demand, secondo Richard Gere i film andrebbero ancora visti solo in sala. “Ma il mercato si muove in un’altra direzione”.

Uscirà il 14 marzo nei nostri cinema Arbitrage, con il titolo italiano La Frode: thriller diretto dall’esordiente Nicholas Jarecki che ha fatto parlare molto di sé al momento della release americana, non solo per la partecipazione di star quali il protagonista Richard Gere, Susan SarandonTim Roth o Laetitia Casta, ma anche per la sua particolare modalità distributiva. Il film, infatti, rappresenta una di quelle opere indipendenti che hanno recentemente tentato la strada del debutto day-and-date, cioè in contemporanea, nei cinema e in video on demand, anche su internet. Il titolo, per l’esattezza, ha incassato 8 milioni di dollari al box office e ben 14 milioni grazie alla distribuzione in VOD su tv via cavo, satellite e piattaforme online quali iTunes e Amazon. Un risultato che, secondo, The Hollywood Reporter è il migliore mai registrato per un esperimento del genere negli USA, e che non a caso viene spesso citato quale esempio delle potenzialità di questa nuova strategia, soprattutto per film d’autore  o con un pubblico meno esteso, ma con la presenza di grandi nomi come appunto quello di Richard Gere. Dato che l’attore è stato ieri a Roma per incontrare la stampa italiana, gli abbiamo chiesto il suo personale punto di vista sulle uscite day-and-date in sala e in VOD.

“Credo che ogni attore e regista preferirebbe che il suo film fosse distribuito soltanto al cinema, ma questa non è la realtà”, ha detto Gere, ricordando anche la particolare storia di Arbitrage. Prodotto in maniera totalmente indipendente, il film è stato infatti acquistato solo in un secondo momento, al Sundance Film Festival, da Lionsgate, che a sua volta ne ha affidato la distribuzione a Roadside, compagnia in cui detiene una partecipazione e che è specializzata appunto nelle release direttamente on demand.

Gere sembra però nutrire ancora qualche riserva sul sistema: “Questo modello di business funziona sicuramente molto bene per la compagnia. Si spende molto meno in termini di marketing e al contempo si fanno ottimi profitti. Ma dal punto di vista di un artista, il film va visto sul grande schermo, È fatto per far uscire il pubblico di casa e fargli vivere un’esperienza speciale. Sfortunatamente è probabile che il mercato vada in un’altra direzione. Non ne sono particolarmente felice, ma è questo è quello a cui stiamo assistendo in questo momento”.

Ricordiamo comunque come, in occasione dell’uscita statunitense del film, i responsabili di Roadside abbiano rassicurato in merito alla non conflittualità tra i due canali distributivi, ricordando anche come sia interesse degli stessi distributori non danneggiare il mercato theatrical, definito sempre su The Hollywood Reporter come “la gallina dalle uova d’oro” della filiera. A sperimentare con discreto successo il nuovo modello, in ambito statunitense, ci sono stati finora anche titoli come Margin Call, film ambientato tra l’altro anche nel settore dell’alta finanza, o Melancholia di Lars von Trier (il nostro articolo qui).

Per saperne di più dell’incontro di Richard Gere con la stampa, vi rimandiamo invece al blog di ScreenWEEK.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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