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Chris Dodd: il presidente dell’MPAA invoca l’alleanza tra cinema e high-tech al Festival di Roma.

La cooperazione internazionale contro la pirateria, la necessità di separare la battaglia a difesa del copyright dalle accuse di censura, la collaborazione tra Hollywood e Silicon Valley e le grandi occasioni offerte dal video on demand. Ecco alcuni dei temi affrontati da Chris Dodd, ospite ieri alla kermesse capitolina.

Ieri il VII Festival Internazionale del Film di Roma è stato teatro dell’incontro con uno dei personaggi più in vista dell’industria cinematografica americana, vale adire Chris Dodd: ex-senatore democratico che ricopre da un anno e mezzo la carica di CEO e presidente dell’MPAA – Motion Picture Association of America, associazione sostenuta dalle sei principali major hollywoodiane più la CBS per farsi carico di rappresentare le istanze del settore, sia presso gli organi legislativi che a livello internazionale e nel rapporto con altri  importanti player privati coinvolti a vario titolo nel mercato. Nella sua prima visita italiana in veste di leader di questo organismo, Dodd ha partecipato al convegno intitolato “L’Industria Audiovisiva: una risorsa per la cultura, una ricchezza per il Paese”, ospitato dal Festival con la partecipazione anche del presidente Anica, Riccardo Tozzi.

Come prevedibile, il discorso tenuto da Dodd alla kermesse si è concentrato soprattutto sul tema della lotta alla pirateria online, da tempo al centro delle preoccupazioni dell’industria cinematografica internazionale e terreno su cui, assicura l’ex-senatore, è necessario unire le forze, trattandosi di una questione che oltrepassa i confini nazionali. Una convinzione espressa da Dodd anche in un meeting, avvenuto nella mattina di ieri, con il premier italiano Mario Monti, che ha detto di aver trovato ben informato e molto interessato alla materia. Nel suo keynote al Festival di Roma, invece, dopo aver esaltato la grande storia del cinema italiano da Fellini a Sergio Leone e Garrone, da Sophia Loren a Monica Bellucci, il presidente dell’MPAA ha cominciato col ricordare l’importanza del settore audiovisivo nell’economia non solo dei singoli Stati, ma anche dell’intera Europa.

“Nel 2011 – ha sottolineato – nonostante la crisi, la performance del mercato del cinema si è mantenuta buona in tutta la UE, generando un giro d’affari di oltre 6 miliardi di euro. Solo in Italia, le presenze registrate nelle sale sono state più di 100 milioni”. Il settore si troverebbe tuttavia a rischio, sia in quanto prima “vittima” di tutti i tagli di budget, sia e soprattutto a causa delle continue violazioni del copyright rese possibili dalle nuove tecnologie, che “danneggiano e rubano il duro lavoro di chi crea contenuti apprezzati a livello mondiale”. Secondo Dodd, non ha senso parlare di libertà fondamentali in relazione alla pirateria:

“Nessuno vuole censurare Internet né il libero pensiero. Nessun altro settore ha difeso la libertà d’espressione meglio dell’industria cinematografica in tutto il mondo e in ogni nazione, sempre in prima linea. Riconosciamo che Internet è fondamentale, ma vogliamo assicurarci che sia utile a tutti, non solo a se stesso”.

Centrale, a questo proposito, l’alleanza con le industrie dell’high-tech, che avrebbe già portato a risultati molto positivi:

“Google ha cominciato a modificare il posizionamento dei siti malevoli nei risultati di ricerca, e desidero applaudire pubblicamente questa iniziativa. Negli Stati Uniti, alcuni dei principali Internet provider hanno adottato un sistema che avverte ripetutamente gli utenti quando stanno compiendo attività illecite. Nessuna identità viene riferita ai possessori di copyright e non viene prevista nessuna disconnessione, solo un rallentamento del traffico nel caso si persista nelle violazioni”.

Noto come sistema dei sei strike, per Dodd questa nuova intesa non è da considerare in contraddizione con la sua stessa affermazione secondo cui “non è molto furbo prendersela con un 15enne che scarica dal web”. La ratio di questo  provvedimento sarebbe non di tipo punitivo ma educativo:

“Ho studiato con attenzione i risultati dell’Hadopi in Francia [modello simile che prevede tre avvisi e poi la denuncia alle autorità competenti], e la cosa interessante è che non si arriva quasi mai all’ultimo step del procedimento – ci ha risposto Dodd – L’80% di chi riceve le notifiche pone immediatamente fine a ogni attività illecita, ed è quello che speriamo di ottenere anche noi. Dobbiamo pensare che c’è una nuova generazione di nativi digitali da sensibilizzare sul tema. Forse non servirà a bloccare tutta la pirateria online come vorremmo, così come è impossibile fermare tutti i furti di automobili che ci sono nel mondo. Ma se riusciamo a evitarne una buona percentuale, è comunque un passo in avanti”.

L’altro fronte su cui Dodd non ha alcun dubbio, è la necessità di ritrovare l’alleanza tra Hollywood e la Silicon Valley, perché “sarebbe folle chiedere al Congresso di scegliere tra tecnologia e cinema, come è stato fatto in passato”. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è al SOPA/PIPA, ormai sostituito con una parola d’ordine nuova di zecca: “Il contenuto ha bisogno della tecnologia, la tecnologia del contenuto”. Al di là della dichiarazione programmatica, c’è un indubbio dato di fatto ben sottolineato anche dall’ex-senatore, vale a dire che Google ha ormai accordi di distribuzione con quasi tutte le major, e sarebbe perciò controproducente ignorare il tema della pirateria. Mentre, dall’altro lato del binomio, anche gli studi cinematografici stanno scoprendo l’importanza della Rete per il loro business:

“Ci sono 350 piattaforme di video on demand in tutto il mondo – afferma Dodd – è un segnale incredibilmente positivo e una grande opportunità. Vuol dire che c’è sempre più interesse per i nostri contenuti, e noi abbiamo interesse a produrne sempre di più”.

Non si escludono nemmeno nuove opportunità di distribuzione, come il VOD day and date, cioè in contemporanea con l’uscita nelle sale: una formula che ha funzionato per un titolo come Arbitrage, e che potrebbe diventare sempre più popolare, soprattutto per determinati tipi di film. Importante, inoltre, il boom dei nuovi canali di fruizione del prodotto audiovisivo, in particolare il mobile:

“È stato studiato – rivela Dodd – che chi possiede 5 dispositivi va al cinema in media 12 volte all’anno. La media nazionale è di 4 volte, mi sembra perciò chiaro che i nostri nemici non sono le persone più vicine alla tecnologia”.

Il presidente dell’Anica, Riccardo Tozzi, da parte sua ha appoggiato gran parte delle affermazioni di Dodd, tornando a denunciare la posizione demagogica di chi fa coincidere la lotta alla pirateria con la censura, nell’illusione “che il cinema non abbia bisogno del produttore, la musica del discografico e il libro dell’editore”.  Altra richiesta urgente, inoltre, è quella rivolta da Tozzi al governo affinché adotti al più presto  il decreto che permetterebbe all’Agcom di recuperare la normativa antipirateria elaborata ormai due anni fa, ma rimasta ferma a causa di un dubbio sull’attribuzione delle competenze, sollevato dalla passata presidenza di Calabrò. Indubbia secondo Tozzi, anche la necessità di far partire un’offerta legale online adeguata, efficiente e allettante, anche lavorando con gli esercenti sulla revisione delle finestre.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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