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Mibac, Borrelli: in arrivo nuove norme sugli obblighi di investimento delle emittenti tv.

Il DG Cinema, Nicola Borrelli, anticipa nuovi provvedimenti volti a migliorare l’investimento che le televisioni sono tenute a effettuare per legge nell’acquisto e nella produzione di opere audiovisive italiane.

Da quando il presidente dell’Anica, e produttore di Cattleya, Riccardo Tozzi ha lanciato l’allarme riguardo al rischio di un calo negli investimenti del gruppo Mediaset in cinema e fiction, è tornata alla ribalta con un certa insistenza la questione dei finanziamenti alla produzione audiovisiva indipendente a cui le emittenti televisive sono tenute in base alla  normativa italiana ed europea. Un tema che tra l’altro non si declina solo nel problema dei mancati investimenti nella produzione ma anche nell’acquisto dei diritti di antenna per opere che, spesso, vengono comprate dai due grandi broadcaster italiani, ma mai trasmesse oppure mandate in onda in fasce orarie “reiette”. Proprio su questi due fronti potrebbero però giungere presto delle novità, preannunciate già ieri dal Direttore Generale Cinema del Mibac, Nicola Borrelli, in occasione della presentazione del IV rapporto della Fondazione Ente dello Spettacolo sul Mercato e l’industria del cinema in Italia.

Nicola Borrelli, quali sono le nuove regole in arrivo in materia di obblighi di investimento in capo alle tv?

Prima di tutto, specifichiamo che si tratta degli obblighi di investimento previsti dal T.U. Gasparri come modificato dal decreto Romani. Le commissioni cultura e trasporti della Camera hanno dato parere, lunedì, su una proposta di modifica della norma, che va nel senso di prevedere modalità un po’ più stingenti di verifica dell’obbligo di investimento e di programmazione  in capo alle emittenti televisive. E soprattutto dà la possibilità a un decreto interministeriale Mibac-Mise di stabilire ulteriori  sottocategorie su cui indirizzare tali investimenti,  oltre a quelle già previste attualmente, tra cui  compaiono ad esempio produzione, finanziamento e preacquisto dei diritti di messa in onda.

Cosa cambierà a livello pratico?

Finora le televisioni hanno scelto liberamente le categorie a cui destinare i propri investimenti, ma è facile capire come sia diverso se un’emittente sceglie di spendere tutto in produzione o nel semplice acquisto di diritti. Le nuove norme mirano a cambiare profondamente lo scenario di riferimento.

Avete riscontrato criticità o comunque categorie in maggior “sofferenza”?

La verifica che fa l’Agcom ha riscontrato un sostanziale rispetto degli obblighi di investimento previsti dall’attuale normativa. Ma, appunto, la quota ora può essere esaurita dalle emittenti anche solo acquistando prodotti audiovisivi già confezionati. Con i nuovi decreti ci sarà la possibilità di prevedere che almeno una parte dei budget delle televisioni sia destinato alla produzione di opere di espressione originale italiana.

Sia fiction che film?

In questo caso parliamo esclusivamente di opere cinematografiche.

Per quanto riguarda i diritti d’antenna, un altro problema è la mancata messa in onda di molte delle opere acquistate, magari proprio in ottemperanza dei suddetti obblighi stabiliti a livello normativo.

È veramente singolare il fatto che la Rai, l’azienda di servizio pubblico, che ha un’importanza cruciale in tutto il settore cinematografico e che produce la maggior parte delle opere dal carattere non spiccatamente commerciale, poi per quanto riguarda la programmazione di film in prime time presenti dei numeri a dir poco preoccupanti. Nelle modifiche normative di cui parlavamo prima, ci sarà anche la possibilità di intervenire in questo senso.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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