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Intervista a Gianluca Arcopinto. La battaglia del cinema indipendente che si combatte sul web.

Arcopinto propone gratis il suo “Isole ” in VOD su Repubblica.it, ed esorta a cercare nuove strade per il cinema sperimentale e d’autore.

“È arrivato il tempo di fare i conti con la Rete, e per farlo in modo serio, bisogna perseguire le strade della legalità e della gratuità”. Eccola, in sintesi, la sfida lanciata da Gianluca Arcopinto, noto produttore indipendente che per il suo prossimo film, Isole, in uscita l’11 maggio, ha scelto un percorso molto particolare. Diretto da Stefano Chiantini e interpretata da attori come Asia Argento, Giorgio Colangeli e Ivan Franek, il titolo non solo tenterà in un certo senso di bypassare l’uscita romana, sostituendola con una distribuzione gratuita di DVD, ma proverà anche la via del video on demand gratis online, per tastare il polso dell’offerta legale sul web. Il film, nello specifico, sarà distribuito dalla società Zaroff, dello stesso Arcopinto e di Marco Ledda; avrà un’anteprima nella Capitale al cinema Nuovo Sacher, il 10 maggio, e sempre lì sarà distribuito nei giorni successivi, ma non sullo schermo bensì come DVD omaggio agli spettatori che si recheranno in sala a vedere gli altri titoli in programmazione. Per quanto riguarda Internet, Isole sarà invece visibile senza alcun costo sul sito di Repubblica dal 16 al 20 maggio.

Gianluca Arcopinto, come mai avete scelto di far uscire Isole gratuitamente online, e cosa sperate per questa iniziativa?

L’idea ci è venuta analizzando qualcosa che ormai va analizzato e con cui bisogna fare i conti per forza. La Rete saccheggia il cinema in continuazione, per cui a questo punto dobbiamo cercare di trovare un dialogo legale e franco con il web. Secondo me bisogna partire ragionando sulla fruizione gratuita da parte degli utenti, altrimenti rischiamo di perdere. Per il film mi aspetto una visibilità che difficilmente avrei potuto avere con un’uscita regolare in sala. In secondo luogo, mi aspetto di vedere finalmente i “numeri” della Rete, non tanto per Isole quanto per il futuro, per capire dove bisogna puntare. È vero che partiremo dal vantaggio enorme di essere su una piattaforma non indifferente come Repubblica.it, quindi forse i dati saranno un po’ falsati. Comunque m’interessa vedere se farà mille contatti o centomila, perché la differenza non è poca. Di sicuro, è un discorso di prospettiva. Nell’immediato spero solo che vinca la ritrosia di chi pensa che un film è bruciato se passa per cinque legalmente in Rete, spero che questa presenza sul web ne aumenti la visibilità e la voglia di vederlo da parte di chi non lo ha potuto fruire in Rete. Anche perché non tutti guardano film online. Mia madre, ad esempio, di sicuro non lo fa.

Quindi non deve essere per forza un esperimento in perdita?

Non penso sia in perdita. A livello di immagine, soprattutto se riuscirà a portare a qualche passaggio televisivo, potremmo addirittura “vincere” rispetto a un’uscita regolare che ci avrebbe portato 30-40 mila euro di incasso per poi sparire dopo 10 giorni.

Presentando Isole, ha detto che bisogna continuare a combattere con la consapevolezza che alcune battaglie sono perse. Quali sono queste battaglie?

La battaglia persa è che ormai non si può pensare che un titolo come Isole, già meno estremo di tanti altri, possa competere in sala con film distribuiti in 100, 200 o 300 copie. Questo tipo di battaglia è persa, perché con il proliferare dei multiplex, che portano dentro solo un certo tipo di pubblico e solo un certo tipo di prodotto, si stanno restringendo sempre di più gli spazi per un cinema di qualità, per così dire più “piccolo”. È inutile ostinarsi a pensare che qualcosa cambierà.

Sarebbe perciò a favore dei nuovi modelli distributivi che si stanno diffondendo ad esempio negli Stati Uniti, dove molti film indipendenti o d’autore cominciano a uscire in contemporanea in sala e in VOD?

Sì, credo che per i film come Isole, che sono tanti in Italia, si debba un po’ perdere il meccanismo di routine in cui si era entrati negli ultimi anni, e si debbano invece tentare percorsi nuovi, anche diversi l’uno dall’altro, ma sempre calcolati in base al fatto che abbiamo di fronte un pubblico che non va raggiunto per forza immediatamente. Può essere raggiunto anche 3-4 mesi dopo: la corsa al numero di copie, perché la vita del film in sala si brucia dopo 10 giorni, non è applicabile a certi tipi di titoli. Ben venga se questo poi comporta delle strategie un po’ avventate come la nostra, che usciamo a Roma in DVD e online gratuitamente quasi in contemporanea alla sala. La nostra scelta è solo un sintomo del bisogno di scardinare una routine che finora ha ucciso una certa tipologia di film.

Perché avete deciso di bypassare l’uscita romana del film?

Volendo fare i conti, anche per uscire in una sola copia a Roma, per trovare un cinema che ti accetti e per rendere il film minimamente visibile, devi mettere in pista almeno 10 mila euro, tra flani, pubblicità e via dicendo. Per portare 5 mila DVD in sala si spende meno e si raggiunge più pubblico. L’uscita romana per questo tipo di film è sempre una perdita, è qualcosa che si è costretti a fare per avere poi la possibilità di uscire in altre città. Il DVD, invece, dal punto di vista economico non è una perdita: se passa la tesi, come deve passare, che comunque il film c’è a Roma, avremo in ogni caso perso meno di quanto speso per un’eventuale uscita regolare.

È una peculiarità locale, o comunque rappresenta la situazione di tutto il mercato del cinema in Italia?

La rappresenta abbastanza bene, ma il paradosso è che a Roma, la Capitale da tutti i punti di vista del cinema e piazza imprescindibile, pur essendoci più schermi, organizzare un’uscita è più difficile che in Sardegna. Lì in qualche modo si riesce sempre a fissare un’uscita, magari non in contemporanea, ma è comunque possibile. A Roma, se non si entra in un meccanismo che significa pagare la sala per assicurarle un minimo garantito, e scendere a compromessi assurdi sulle date, si rischia davvero di non poter uscire.

Invece ci sono piazze, come ha detto presentando Isole, che le hanno chiesto di avere il film dopo il passaggio online. Un segnale interessante.

Sì, è così. Ovviamente, cercando le altre uscite regolari in sala, ho sempre fatto presente per correttezza l’intenzione di distribuire il film anche su Repubblica.it. E alcune piazze, tra cui Milano, hanno deciso di voler scommettere insieme a me, perché secondo loro questa visibilità in Rete può diventare una pubblicità indiretta per il film, può aumentare il desiderio di vederlo anziché diminuirlo.

Quindi per ora l’esercizio ha risposto bene all’esperimento.

Assolutamente. Certo, usciremo l’11 maggio nelle piazze su cui noi puntiamo maggiormente perché, ad esempio, sono legate al film, come l’Abruzzo [la “terra” del regista Stefano Chiantini e anche luogo di provenienza di aziende che hanno sostenuto il film usufruendo del tax credit esterno, ndr] o Termoli, che è di fronte alle isole Tremiti dove è stato girato. Ma altre piazze, anche più difficili, sono incuriosite dall’iniziativa e vogliono stare con noi.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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