You are here
Home > Cinema > Il mercato del cinema in Italia – Intervista a Nicola Borrelli.

Il mercato del cinema in Italia – Intervista a Nicola Borrelli.

“È in corso un cambiamento epocale” sostiene il Direttore Generale per il Cinema, che tuttavia conferma anche la scarsità di risorse destinate al sostegno diretto del settore e l’urgenza della sfida della digitalizzazione.

Con l’approvazione degli incentivi fiscali fino al 2013 a favore della produzione cinematografica, il ruolo del sostegno pubblico alla settima arte ha smesso di occupare il centro del dibattito tra gli operatori del settore. Come hanno mostrato i dati Anica sul mercato del cinema nel 2011, il tax credit, compreso quello cosiddetto esterno, ha portato circa 68 milioni di euro, pari al 21% dei capitali investiti nella produzione di film nel 2011. Il FUS, il tanto discusso Fondo Unico per lo Spettacolo, ha invece erogato un po’ meno di 18 milioni ai film classificati di interesse culturale nazionale e 11 milioni alle opere prime e seconde, riducendo ulteriormente la propria incidenza sulle risorse provenienti dallo Stato, che in tutto si aggirano intorno ai 96 milioni di euro, ovvero il 29% del totale. Come ci ha spiegato Nicola Borrelli, Direttore Generale per il Cinema del Mibac, il quadro non sembra destinato a modificarsi in maniera sostanziale nel 2012, ma ci sono ancora diversi nodi da affrontare come l’avanzamento della digitalizzazione del parco sale e il rapporto a quanto pare sempre più complesso con il mercato estero ed europeo.

Nicola Borrelli, secondo lei a cosa è dovuto questo calo di incassi e presenze registrato nel primo trimestre del 2012?

Penso sia in corso un cambiamento epocale. Rimane valido l’obiettivo di cercare di intercettare i gusti del pubblico, ma bisogna capire perché quello che gli si propone oggi piace meno rispetto agli anni passati, perché il trend di crescita si è fermato. Tutto ciòsenza dimenticare altri temi fondamentali come la digitalizzazione della filiera, l’insufficiente distribuzione delle sale sul territorio nazionale, il persistere della pirateria ma anche il mancato sfruttamento delle potenzialità di Internet.

Un altro dato non troppo positivo è l’andamento delle coproduzioni: sono in calo quelle minoritarie, e c’è chi come il produttore di Indigo, Nicola Giuliano, ha sottolineato le difficoltà nel garantire condizioni di reciprocità alle produzioni europee.

Condivido questa analisi. La carenza di risorse pubbliche, unita al difficile dialogo del settore cinematografico con le televisioni, ci rendono  poco appetibili agli occhi di possibili partner internazionali. Le poche coproduzioni che si fanno sono perciò realizzate da un numero ristretto di soggetti che hanno sviluppato una capacità di relazione ormai consolidata. È un settore che andrebbe accresciuto, anche perché la coproduzione resta sempre un fattore fondamentale di penetrazione del cinema italiano all’estero, altro aspetto sul quale siamo abbastanza in difficoltà.

Gli esercenti denunciano anche una minore affluenza dei giovani al cinema.

Su questo manca un’analisi specifica, ho intenzione di promuovere uno studio approfondito perché non ci si può basare sulle impressioni.

Negli scorsi mesi si è parlato molto dell’esigenza di modificare il meccanismo del tax credit a favore della digitalizzazione delle sale, che non ha dato gli stessi frutti di quello previsto per la produzione a causa delle scarse entrate del settore.

L’esercizio è sicuramente in una fase di difficoltà. Il tax credit ha funzionato molto bene all’inizio ma incontra degli ostacoli oggettivi a essere utilizzato dalle piccole sale, le quali hanno un debito fiscale molto basso, hanno altre agevolazioni fiscali consolidate nel tempo che già lo assorbono, hanno un credito strutturale IVA dovuto al fatto che acquistano al 20% mentre sui biglietti l’imposta è del 10%, e hanno un personale mediamente molto limitato. Tutto questo porta all’impossibilità per il piccolo esercente di usufruire del tax credit digitale. Stiamo provando da molti mesi a inserire in qualche provvedimento legislativo una piccola modifica al meccanismo, che consenta la cedibilità del credito d’imposta a intermediari  finanziari o ai fornitori degli impianti e pensiamo che questa sarebbe una risposta importante alle istanze degli operatori. Contiamo prima o poi di riuscirci, ben consapevoli che il tempo passa e si avvicina lo spauracchio del 2014 e dell’abbandono definitivo della pellicola da parte delle distribuzioni.

Quali sono le linee su cui la Direzione Generale Cinema ha intenzione di operare, per quanto riguarda il 2012?

Il nostro grande problema rimangono le risorse per i contributi diretti, ormai troppo basse. Per quest’anno non è previsto un aumento decisivo delle risorse disponibili, quindi quello che possiamo fare è cercare di tarare ancora meglio i meccanismi sotto la nostra gestione. Molti di questi tuttavia sono stabiliti da norme e regolamenti, per cui le modifiche sono complicate. Nell’ambito dei criteri generali stabiliti da norme e regolamenti, ci adopereremo per venire incontro alle necessità del momento, ma purtroppo non posso annunciare grosse rivoluzioni rispetto al 2011.

Qualche giorno fa il Vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, ha messo in luce una certa difficoltà del cinema italiano a imporsi a livello di istituzioni europee. Qual è il supporto offerto dal Mibac, su questo fronte?

La prima cosa che abbiamo fatto come Direzione Generale è stata quella di partecipare costantemente a  ogni riunione effettuata a livello europeo. È importante incidere nella fase decisionale ed è importante poi affiancare i soggetti italiani che si recano presso le istituzioni europee. Ribadiamo i problemi sistemici esistenti nell’ambito delle coproduzioni, ma a parte questo bisogna migliorare la fase di preparazione dei dossier presentati dagli operatori italiani, e in questo siamo a loro fianco ogni volta che viene chiesto il nostro intervento.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
Top
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI 
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI